lo so, mamma

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[ capitolo 6 ]

La mano di Nayeon era poggiata delicatamente sul dorso della sua, entrambe erano esposte alla vista della decina di presenti che li circondavano

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La mano di Nayeon era poggiata delicatamente sul dorso della sua, entrambe erano esposte alla vista della decina di presenti che li circondavano. Ogni tanto la ragazza la spostava per farla scorrere sul braccio o aggiustargli la cravatta e trovare una scusa, avvicinarlo e domandargli sottovoce un comprensivo "Tutto bene?" prima di cercare le sue labbra in un breve, dolce e rassicurante contatto.

Sapeva la sua fidanzata fosse a conoscenza di quanto odiasse quelle situazioni, ma Taehyung si sentiva così fragile da non volerlo rendere palese neanche a lei: nascondeva i palmi sudati, forzava sorrisi, fingeva stesse davvero andando tutto bene intanto che nella testa avveniva il caos. Il corpo era rigido a causa della tensione, la bocca era diventata vittima dei denti, i polmoni venivano riempiti e svuotati a ripetizione per mantenere la lucidità.

Non era ancora accaduto nulla di grave. Durante la prima portata aveva potuto contare sui piccoli membri della famiglia, gli unici che non lo avrebbero mai messo a disagio: Yuna e il resto dei bambini lo adoravano, giocare con loro era stata la fuga migliore dalle domande invadenti e da precisazioni scomode che rovinavano ogni riunione simile.

«...Seokjin è sempre stato il migliore della classe fin dalle elementari e non avevamo dubbi avrebbe avuto un futuro brillante. Ormai potrei affidargli la gestione di tutti gli hotel e sarei certo non ci sarebbe alcun problema.» suo padre avvolse il braccio attorno alle spalle del primogenito, presentandolo come il suo orgoglio migliore.

Seokjin sorrise imbarazzato, soprattutto quando le zie elogiarono la sua incredibile bellezza, talmente perfetta da non farlo apparire reale. Taehyung cercava di non farci più caso, era un dato di fatto che il maggiore apparisse incantevole in qualsiasi modo, a differenza sua: l'aspetto del più grande era sempre stato migliore se messo a confronto, tanto con le divise scolastiche quanto coi completi da lavoro.

Quando fu ad un passo dal credere che la serata sarebbe trascorsa in quel modo fastidioso ma, per lo meno, tranquillo, sua madre scelse di non lasciarlo più dietro le quinte. «Ma adesso c'è anche Taehyung ad aiutarlo, no?» sorrise indicandolo.

Le decine di sguardi che sentì scottare addosso gli annodarono la gola.

«Deve ancora fare tanta esperienza. Gli avevo detto di stare al passo con gli esami universitari ma ha voluto fare di testa sua.» rispose il marito. «Almeno potrà sempre contare su suo fratello.»

Seokjin lanciò un'occhiata a Taehyung e lesse il linguaggio del corpo che, per lui, non aveva segreti. «Certo, potrà sempre contare su di me.»

«Se solo Tae non avesse buttato tutto quel tempo dietro alla pittura, ai quadri e a tutte queste scemenze, a quest'ora avresti due assi fenomenali per il lavoro.» ridacchiando, suo zio diede una manata sulla spalla del fratello, poi si rivolse al nipote. «A proposito, sei ancora fissato con quella roba?»

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