tutto finito

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[ capitolo 17 ]

«Dov'è che avete già controllato? Dove?!» la domanda di Jungkook venne gettata fuori con talmente tanta ira da far sembrare fosse a un passo dall'esplodere definitivamente

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«Dov'è che avete già controllato? Dove?!» la domanda di Jungkook venne gettata fuori con talmente tanta ira da far sembrare fosse a un passo dall'esplodere definitivamente. Le dita tremavano dal desiderio di fare qualcosa, il petto aveva cominciato ad alzarsi e abbassarsi convulsamente per quanta irrequietezza stava trattenendo.

«Non abbiamo avuto chissà quanto tempo per cercarlo.» rispose Seokjin, ridotto quasi allo stesso modo. «Le ragazze che dovevano prepararlo hanno detto di essersi presentate a casa sua prestissimo e già non era lì, così come non è nella 206. Ha la segreteria e non risponde a nessun messaggio.»

La rabbia, i sensi di colpa e la paura si amalgamarono, diventando due mani gelide che presero a stringere la gola del corvino fino a privarlo del respiro — cosa che avrebbe preferito rispetto alla notizia potesse essere successo qualcosa di veramente brutto alla sua metà. Gettò l'occhio ovunque nella piazza senza guardare realmente nulla; davanti a sé, solo i raccapriccianti scenari di quella realtà parallela in cui le paranoie lo avevano catapultato.

«Aveva dei sonniferi con sé.» dopo qualche secondo se ne uscì col dettaglio peggiore che potesse ricordare. Con le palpebre spalancate e le ciglia prigioni di decine di gocce salate, allungò le braccia per afferrare le spalle di Hoseok e scuoterlo senza pietà. «Aveva dei sonniferi! Dei sonniferi, cazzo! Se si è fatto del male giuro che ti ammazzo!» i polpastrelli affondarono nella giacca con disperazione, il tono furibondo fece voltare anche i parenti poco lontani.

Seokjin sentì maggiormente il petto pesargli però, mantenendo salda la sua maturità e compostezza, si intromise per separarli. «Non c'è tempo per denunciare la scomparsa, dobbiamo intervenire noi. Dividiamoci.» dettò. «Quando e dov'è l'ultima volta che lo avete visto?»

«L'ho sentito ieri a telefono, era a casa...» l'intervento di Hoseok venne interrotto bruscamente da Jungkook.

«Ha dormito con me nella 207. Non avete controllato lì?» le iridi di pece lasciavano trasparire solo afflizione, però quel briciolo di speranza fece brillare una scintilla.

Jungkook non ascoltò neanche la fine della risposta e incitò gli altri due ad andare a controllare, prendendo a correre verso la macchina non curandosi minimamente di essere sotto lo sguardo e l'udito attento del signor Kim.

*

L'ascensore andava a rilento, i piani del Jamais Vu parevano essersi moltiplicati. Nonostante il freddo i palmi di Jungkook erano sudati per l'agitazione, la stessa che lo aiutava a non stancarsi in quella battaglia contro il destino che aveva iniziato da ore: superato l'ostacolo di fermare le nozze, si era trovato davanti una strada in salita piena di chiodi da percorrere a piedi scalzi, in cui non poteva permettersi di fare un passo falso.

Appena aperta la porta della sua — ormai ex — stanza, analizzò l'interno con una sensazione di delusione farsi largo nel torace.

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