come in quella fotografia

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[ capitolo 10 ]

La prima cosa che Jungkook percepì aprendo gli occhi fu un'immensa felicità che gli riscaldò il petto per dargli il buongiorno

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La prima cosa che Jungkook percepì aprendo gli occhi fu un'immensa felicità che gli riscaldò il petto per dargli il buongiorno. Ogni bacio, tocco, sguardo che aveva colmato la sera precedente era incollato nella sua mente come un film di cui aveva apprezzato e memorizzato qualsiasi battuta. Una parte di lui temeva Taehyung si sarebbe pentito di tutto, perfino della dolce conversazione che avevano avuto prima di addormentarsi, ma per il momento preferiva godersi ciò che aveva piuttosto che concentrarsi sulle paranoie.

Si voltò piano nella direzione dell'altro e, appena lo vide nella penombra e immerso nelle coperte, d'istinto si lasciò scappare un sorriso: aveva i capelli scombinati in modo tenero e la bocca un po' aperta, russava lievemente e dall'espressione si capiva fosse lontano un miglio da svegliarsi.

«Tae.» lo toccò sulla guancia piano, non volendo rischiare di spaventarlo. «Tra poco ci porteranno la colazione.»

Sentendo leggere carezze addosso, il moro diede segni di vita mugugnando e strizzando le palpebre. Si mosse solo per raggiungere il corpo dell'altro, così da rifugiarsi tra le sue braccia e nascondere il viso nell'incavo del suo collo. «Cinque minuti.» gli solleticò la pelle col fiato.

Jungkook lo accolse con piacere e ricordò ogni singola volta in cui, durante la notte, Taehyung si era svegliato sentendolo distante e aveva rimediato aggrappandosi a lui, destandolo dal sonno ma facendolo sentire al settimo cielo.

Dopo averlo accontentato coccolandolo, il corvino gli parlò per evitare si riaddormentasse. «Che vuoi fare oggi?» domandò mantenendo il tono basso.

Taehyung emise un altro roco lamento e, come un bambino capriccioso, si spinse di più verso il corpo del minore muovendo le gambe. «Voglio stare qui con te.»

«Anche a me piacerebbe tanto, piccolo.» Jungkook si alzò su un gomito per guardarlo meglio senza allontanarsi troppo, dandosi modo di aggiustargli qualche ciocca fuori posto con l'indice. «Ma siamo a Parigi, la città dei tuoi sogni, e non ti lascerò sprecare un'intera giornata a letto.»

«Allora programmala tu.» concluse Taehyung, troppo dormiente per ragionare; tanto, ormai, aveva davvero poca importanza cosa avrebbero fatto dato che bastava la sua compagnia. «Cosa ti piacerebbe fare?»

Jungkook finse di pensarci su qualche istante. «Per prima cosa ci facciamo una bella doccia insieme e divoriamo tutti i croissant che stanno per portarci. Inutile che mi guardi così, non perderemo tempo sotto l'acqua.» ridacchiò per lo sguardo di Taehyung che, in risposta alle sue accuse, gli regalò una scherzosa pacca sul petto. «Poi facciamo un giro per le strade di Parigi tenendoci per mano e andando un po' ovunque, per esempio mi piacerebbe vedere l'Arco di Trionfo.»

«E poi?» chiese col viso rilassato. Gli sembrava di essersi svegliato nel migliore dei sogni possibili, non era abituato a tanta spensieratezza.

«Poi mangiamo in un ristorante buonissimo...» continuò.

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