la mia felicità

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[ capitolo 13 ]

Quelle settimane passarono velocissime per Taehyung, non abituato a trascorrere le ore col sorriso stampato sul volto: la presenza di Jungkook colorava il suo mondo, non c'era offesa o delusione che non fosse rimediabile con un suo semplice messag...

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Quelle settimane passarono velocissime per Taehyung, non abituato a trascorrere le ore col sorriso stampato sul volto: la presenza di Jungkook colorava il suo mondo, non c'era offesa o delusione che non fosse rimediabile con un suo semplice messaggio, perfino il lavoro sembrava meno pesante. Anche quella sera, infatti, chiuse il pc senza sentire addosso la stanchezza demolita dalla contentezza; il corvino gli aveva scritto che lo avrebbe aspettato nella piscina dell'albergo, approfittandone avessero abbondantemente superato l'orario di chiusura per incontrarsi sicuri di non essere disturbati.

Fin dall'entrata, il maggiore si prese degli istanti ad ammirare il ragazzo dei suoi sogni immerso che, appena si accorse del suo arrivo, nuotò piano verso il lato più vicino.

«Ci hai messo un po' per venire.» si appoggiò al bordo. «Sicuro non ci veda nessuno?»

Vederlo inondato di goccioline che scorrevano fino al busto era già stato abbastanza da scatenarlo la prima volta, ora Taehyung non aveva la minima intenzione di nascondere quanto fosse attratto da lui.

Lo guardò dispettoso e, con lentezza disarmante, iniziò a levarsi la cravatta senza distogliere il contatto visivo. «Nessuno.»

Jungkook avrebbe volentieri risposto, eppure si zittì istintivamente appena notò quale luce stesse riflettendo negli occhi marroni incastrati nei suoi. Taehyung si slacciò la cintura, la gettò su un lettino insieme alla giacca e, senza andare di fretta, prese a slacciare i bottoni della camicia.

«Potresti girarti? Mi metti in soggezione.»

Quello già in piscina smise di torturarsi il piercing coi denti, vagando con la mente tra pensieri impronunciabili. «Se non ti muovi vengo lì e ti strappo tutto di dosso. Voglio guardarti.» la voce uscì dura quanto un comando.

«Ah sì?» il sorrisetto del moro si fece ancora più provocatorio. «Allora è meglio che mi faccio guardare per bene.»

Jungkook sentì l'ossigeno mancargli appena si rese conto che, tolti i pantaloni, l'altro non si sarebbe fermato: in pochi interminabili secondi Taehyung si mostrò per intero, lasciando il corvino senza parole e godendosi ogni centimetro delle pupille dilatate che divoravano ciascun pezzo di sé.

Si avvicinò alle scalette e le scese mantenendo la stessa straziante velocità; appena l'acqua lo raggiunse fin sotto il mento, non ebbe neanche il tempo di abituarsi alla temperatura che il bacino venne imprigionato da dietro dalle braccia corvine. Fece un sospiro tremante per quel pelle contro pelle e il fiato di Jungkook bollente sulla sua, d'istinto socchiuse le palpebre e rincurvò gli angoli della bocca verso l'alto.

«Mi sei mancato.» sussurrò portando una mano indietro, in modo da intrecciarla coi capelli neri di chi aveva addosso. Il sottile strato dei boxer del minore non erano minimamente in grado di celare l'erezione che premeva contro lui.

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