17 Giù il muro

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Aron povs

Siamo arrivati a casa, sia io che lei siamo andati a mettere il pigiama per poi tornare a sederci sul divano, sono tesissimo, mi tremano le mani ed Asia lo vede, sembra essere spaventata non so se da quello che sto per dirle o se da una mia ipotetica reazione.
Ci sediamo ed io muovo in maniera incontrollata la gamba, lo faccio sempre quando sono teso o nervoso, mi giro verso di lei, prendo un respiro e decido che è arrivato il momento di parlare.

" Asia quello di cui voglio parlarti è estremamente delicato, non lo sa nessuno al di fuori della mia famiglia"

" Okay Aron, io ci sono per te lo sai e qualunque cosa sia la supereremo insieme" dice lei.

Magari fosse così facile...

" Voglio parlarti di mia madre"

Mi blocco un attimo, sapevo che aveva capito che la causa di tanti miei comportamenti era mia madre, le avevo parlato di mio padre, dei miei nonni, di me in generale ma non avevo mai accennato neanche il nome di mia madre.
Lei resta in silenzio, si avvicina e mi prende la mano tra le sue, sembra un gesto scontato ma mi da tanta forza.

" Lei non ha mai pensato neanche lontanamente di tenermi quando ha scoperto di essere incinta, per lei ero un peso, come lo era diventato anche mio padre, è sempre stata uno spirito libero, odiava legarsi ad un lavoro, o ad un uomo per tanto tempo, non era in grado di amare, l'è sempre piaciuto ricevere dalle persone ma l'è sempre costato dare, hanno scelto di tenermi perché mio padre era irremovibile, le aveva detto che poteva anche andarsene dopo avermi partorito, che si sarebbe preso lui cura di me ma che avrebbe dovuto portare almeno avanti la gravidanza, non so perché ma lei scelse di tenermi è di non lasciarmi dopo avermi partorito."

Okay adesso arriva la parte difficile, ho il cuore in gola, rischio un infarto da un momento all'altro.

" Respira Aron, vai con calma, abbiamo tutto il tempo del mondo, se per te è troppo lo capisco, ti aspetterò" mi dice lei.

Amo la sua sensibilità...

" No Asia sto bene, è questo il momento giusto per farlo, ne sono sicuro" rispondo io per poi continuare a parlare.

" Dopo la morte di mio padre, lei non sembrava neanche lontanamente colpita, dopo poco iniziò a frequentare diversi uomini, per poi rimanere diciamo fissa con uno, non lo vedevo tanto, non viveva con noi, non so neanche se avessero un vero e proprio rapporto, o se fosse solo tutto occasionale, quando iniziai a crescere capì che mio padre era morto, feci molta fatica ad accettarlo, lei non mi diede nessun tipo di aiuto o conforto, dovetti affrontarlo da solo anche se ero solo un bambino"

La guardo ed ha le lacrime agli occhi, pensa che ancora deve arrivare la parte brutta della storia.
Si avvicina a me e appoggia la testa sul mio petto, io la stringo forte e me, è questo infondo quello di cui ho bisogno ora.

" Lei era spesso violenta con me, io non ne capivo il reale motivo ero solo un bambino, cosa avrei mai potuto fare di così grave da meritarmi di essere picchiato al punto da mandarmi in ospedale, ancora oggi non so darmi delle spiegazioni, all'età di 9 anni notai in lei degli atteggiamenti strani, che tendenzialmente le madri dei miei amici non avevano"

Sento la tachicardia ed il respiro farsi sempre più accelerato e corto, credo sia un attacco di ansia.

" Aron fermati un attimo, ti porto dell'acqua" mi dice lei con la voce rotta.

" Okay, grazie" le rispondo io.

Mi accendo una sigaretta, cerco di calmare il respiro, bevo l'acqua che mi ha portato, sento Asia avvicinarsi e abbracciarmi, la guardo e le vedo scendere una lacrima.

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