ɪ - ʟɪᴋᴇ ʜᴏᴡ ᴀ sɪɴɢʟᴇ ᴡᴏʀᴅ

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Me lo ricordo bene il funerale di mia madre. Pioveva da ore, la bara era ricoperta di fiori e acqua, tra le mani avevo una rosa bianca. Non l'ho mai lasciata su quello strato di mogano, neanche quando il padre di Bokuto, che ai tempi era il mio bodyguard, con gentilezza ha provato a levarmela dalle mani.

Avevo appena quattordici anni, ma per un membro del Karasuno, è l'età perfetta per iniziare il rito di passaggio. Io sono l'erede del Karasuno, dei corvi che volano per le strade di Myiagi da quasi cinquant'anni.

Il tatuaggio sul polso che rappresenta il Karasuno, che non ha paura di tenere sottocontrollo la città, a capo di qualsiasi negozio, la mia pedina per ogni mio scopo subdolo. Il mio potere non ha limiti, come le mie pistole nell'armadietto in casa.
La mia famiglia è ricca, ma non è brava a dare affetto, questo è appurato. Sono cresciuto in fretta, con il potere tra le mani, una pistola nella tasca, tante occhiate sulle spalle quando camminavo per i corridoi del liceo prima di diventare il capo del Karasuno.

Non solo l'unico a Myiagi. Sono poche le famiglie con cui collaboro, al di fuori, non esistono altri contatti con cui mi intrattengo, se non per scambi di merce. La mia famiglia non ruba soldi, la mia famiglia produce una quantità industriale di soldi, investe e guadagna sempre, non è mai a corto di nuovi progetti per portare avanti la prefettura di Myiagi.

Apro il cassetto della scrivania, clicco il pulsante a lato della sigaretta elettronica. Inspiro piano, ad occhi semichiusi, per godere a pieno del sapore di menta sulle labbra.

Oggi è stata una giornata pesante, ma ne è valsa la pena, perché ho concluso un affare e ci ho guadagnato del sesso gratis, oltre all'alcool che ancora mi scorre nelle vene.

Percepisco il sapore aspro della sigaretta di quell'host, quando ci siamo baciati dopo una serie di informazioni segrete rivelate. È stato bello giocare fino a quando Kenma non gli ha puntato la pistola addosso, in fondo non potevo lasciarlo vivo, qualcun'altro l'avrebbe ucciso senza scrupolo.

Non mi piace uccidere, non mi piace il sangue, ma ho questa corazza che mi ha costruito mia madre perché io sono l'erede e come tale devo comportarmi. Non piango, non imploro, gli altri devono farlo davanti a me.

Inspiro ancora una boccata, poco prima che Kenma apre la porta, la pistola pulita attaccata alla cintura, un lieve sorriso su quel viso coperto dai capelli biondi scoloriti. Al suo fianco c'è Kuroo, il suo ragazzo, che ha accolto al Nekoma diversi anni fa come membro.
Il Nekoma è uno delle miei collaboratori più stretti, che si è trasferito nel mio stesso dipartimento, la mia seconda spalla su cui aggrapparmi in caso di bisogno.
Poso lo sguardo su Kenma, che si sistema la cintura, gli occhi di Kuroo sui suoi gesti, la camicia bianca che fa intravedere alcune ombre scure sul petto. Se non li conoscesse così bene, a quest'ora non arriverei a trarre conclusioni affrettate.

«Vi siete fatti una sveltina dopo aver ucciso quell'host?» Ridacchio piano, la testa appoggiata contro allo schienale della sedia.

«Può darsi.» Risponde Kuroo, che scrolla le spalle, ma circonda la vita di Kenma con le braccia. «Micetto... confermi?»

«Ti sparo nelle palle se parli ancora della nostra vita sessuale.» Borbotta Kenma, prima di scostarlo da sé. Per un breve istante, una strana scintilla compare nei suoi occhi, quando Kuroo si abbassa all'altezza del suo orecchio per sussurrare qualcosa, ma che non riesco a percepire dato la distanza. «Bokuto se n'è andato con Akaashi a fare baldoria in un pub, però stasera vuole organizzare qualcosa alla sua villa. Vuoi venire?»

Per comodità, oltre che per sfogare lo stress giornaliero, di solito alzo la cornetta e richiedo un host per le mie serate. Qualcuno di carino con cui possa divertirmi, anche senza farci sesso, nonostante raramente evito di non farlo accadere.
Ogni host club è diverso, ma quello vicino casa di Bokuto, è il migliore votato su Trip Advisor. Perché non tentare?

 ☽ 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘃𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗮𝗻𝗻𝗼 𝘃𝗼𝗹𝗮𝗿𝗲 ᵏᵃᵍᵉʰᶦⁿᵃDove le storie prendono vita. Scoprilo ora