x - ʙᴜᴛ ᴛʜᴇʀᴇ's ᴀ ғɪʀᴇ ʙᴜʀɴɪɴɢ ɪɴ ᴍʏ ʙᴏɴᴇs

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Passo davanti allo specchio vicino l'entrata, mi guardo, nel mio completo elegante perfetto, i capelli scomposti, un ciuffo aranciato mi cade sugli occhi. Lo sguardo scivola sul collo arrossato, che Kageyama mi ha baciato più volte, nel mio ufficio, nonostante il mio disappunto, non ho potuto non cedere.

È di nuovo il mio compleanno, ma oggi è diverso dall'anno scorso.

Bokuto ha insistito per preparare i festeggiamenti, con la complicità di Daichi e Nishinoya, forse anche Kenma.

Un braccio mi afferra da dietro, mi spinge contro a un petto, che ben conosco, per lasciarmi cullare da quel gesto. Alzo lo sguardo, vedo i suoi occhi blu fissi su di me, è come se fosse pronto a mangiarmi vivo.

«Sei bellissimo, lo sai?» Sussurra piano, contro al mio orecchio, mi stringe ancora. «Ti ho fatto un regalo di compleanno.»

«Non dovevi, Tobio.»

«Tu l'hai fatto a me, anche se in ritardo, ma io non l'ho fatto perché mi sentivo obbligato.» Estrae una scatolina di tessuto blu, l'apre piano. «Noi siamo corvi... e voliamo insieme.»

Osservo la collana a lungo, la sagoma del corvo nera, le dita lunghe di Kageyama che l'afferra per allacciarmela dietro al collo.

Guardo ancora verso lo specchio, la mia piccola mano finisce sulla sua, i miei occhi immersi nei suoi.

Per l'occasione, non si è limitato a indossare i vestiti nuovi che gli ho regalato, un mese fa, in ritardo, per il compleanno.
La cravatta leggermente stretta sul collo, del medesimo colore dei suoi occhi, le maniche della camicia tirate sui gomiti. Percepisco il suo tocco, il profumo, guardo i pantaloni neri che fasciano le sue gambe lunghe.

È un anno che ci siamo incontrati, non ha mai osato alzarmi le mani. Mi chiede il consenso, perfino quando sta per impazzire a causa mia. Non è ancora venuto a letto con me, dorme solo con me, nelle mie coperte, ogni notte. Mi sta stretta questa situazione, ma cerco di farmela andare bene.

Forse, come dice Bokuto, è uno di quei ragazzi all'antica che va a letto con qualcuno se è sicuro di essersi innamorato. Su questo non ne dubito, mi chiedo come faccia a resistere.

A volte, in cucina, la mattina mi prepara la colazione. Mi bacia come se fossi la cosa più bella del mondo, e ogni volta devo correre in bagno a fare tutto da solo. Sto impazzendo? Forse. So solo che lo amo, io non ho mai amato nessuno, adesso forse so come si fa?

«Oikawa è venuto a prenderci.. dieci minuti.» Sposto le sue mani, mi giro per guardarlo in viso. La nostra differenza di altezza si percepisce parecchio stasera, quando mi avvicino per baciarlo in punta di piedi, la mano stretta nel tessuto del colletto della sua camicia. «Andiamo?»

Kageyama annuisce, e mi bacia piano.

Mi afferra per i fianchi, per un momento mi manca il fiato, la sua lingua scivola nella mia bocca schiusa.

È così familiare, semplice, dolce, io non so resistere a lungo.

Lo bacio ancora e ancora. Il mio respiro diventa soffocato, solo quando le sue mani scivolano via, lentamente riapro gli occhi.

Usciamo di casa, mano nella mano, saliamo in macchia sotto lo sguardo di Oikawa.

Per stasera, non esiste il progetto che stiamo ideando da mesi, per sbarazzarci di Nekomata e Ukai. Gli affari con Ukai proseguono senza intoppi, è il suo accordo con Nekomata che stiamo cercando di eliminare dal mercato.

Ci vuole ancora del tempo, ma per stanotte non voglio sapere nulla.

Entro dalla porta principale, con Oikawa sulla mia sinistra, Kageyama sul lato opposto, la mia mano scorre alla cintura della pistola. Il mio vizio, la mia sicurezza.

 ☽ 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘃𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗮𝗻𝗻𝗼 𝘃𝗼𝗹𝗮𝗿𝗲 ᵏᵃᵍᵉʰᶦⁿᵃDove le storie prendono vita. Scoprilo ora