ᴠɪɪɪ - 'ᴄᴀᴜsᴇ ɪ'ᴠᴇ sᴛɪʟʟ ɢᴏᴛ ᴀ ʟᴏᴛ ᴏғ ғɪɢʜᴛ ʟᴇғᴛ ɪɴ ᴍᴇ

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Dopo Capodanno non c'è giorno che Kageyama rimanga a dormire nel mio letto. A volte mi tocca, ma la maggior parte del tempo mi parla della sua famiglia, anzi, di Kyoko, del lavoro come host da Ukai, il rapporto amore e odio con Tsukki, il legame indissolubile con Iwaizumi. Ad eccezione di ieri mattina, oggi è tornato a svegliarmi con dei baci sulla guancia, come un bambino.

Se ci fosse qualcun'altro al suo posto, non riuscirei a sopportare quest'assenza di sesso.

Mi dirigo verso ai piani superiori, perché devo discutere con Kenma di alcuni affari del porto. Entro nell'ascensore e aspetto pazientemente, prima che le porte si chiudano entra Bokuto correndo dal fondo del corriodoi, mi abbraccia tra le risate.
Sfioro il succhiotto sul suo collo, che cerca di coprire con il colletto della camicia nera, quando apre bocca per giustificarsi.

«Stavi facendo tardi per una sveltina?» Alzo un sopracciglio, però sorrido malizioso. «Ti sei divertito?»

«Da quando siamo sposati abbiamo fatto così tanto sesso che credo mi stia per cadere il cazzo.» Borbotta piano, con una mezzarisata, mentre chiude i bottoni della giacca aperta. «Non puoi capire quanto sia perfetto Akaashi. Lo amo, davvero tantissimo, il suo culo è perfetto per il mio -»

«Non voglio sapere delle dimensioni o altro.»

«Kageyama com'è messo?»

Deglutisco, lentamente abbasso lo sguardo.

Bokuto è il mio amico più fidato, non solo un fratello acquisito con cui sono cresciuto. Conosce ogni lato del mio carattere, i miei gusti, e spesso mi ha ascoltato parlare del sesso che ho consumato con chiunque. Adesso, la situazione è diversa. Sono passati mesi dall'ultima volta, le voci di corridoio hanno sparso le informazioni private su me e Kageyama, anche se noi stessi non ci abbiamo messo molto a farci scoprire.

Settimana scorsa, dopo una giornata al porto, è stato Kageyama a entrare nel mio ufficio per baciarmi e toccarmi sotto la cintura. Poi è arrivata una recluta ad avvertirci dell'inaugurazione del nuovo anno dell'addestramento del Karasuno, il resto è stata una voce lungo i corridoio.
Anche la serata in cui Kageyama mi ha trascinato a casa di Oikawa per festeggiare un affare concluso al porto. Io non mi sono limitato a trascinarlo al piano di sopra, la mia mano è finita nelle sue mutande come la mia bocca, il caso ha voluto che Oikawa stesso ci abbia scoperto nella vecchia camera dei suoi genitori. Credo di aver assunto il colore dei miei stessi capelli per il continuo della nottata.

«Mi stai chiedendo se Kageyama me l'ha messo dentro?»

«Non l'avete ancora...»

Premo il pulsante che conduce al secondo piano, sospiro e annuisco.
«Kageyama ti ha cambiato, davvero, cazzo.» Mormora Bokuto, che si appoggia con la schiena contro al vetro. «Da quanto sei in astinenza?»

«Quasi sette mesi.»

«A me faceva male il cazzo quando non l'ho fatto per un anno con Akaashi.» Rivela a bassavoce, ma sorride ancora. «Ti ho odiato quando mi hai mandato a cercare quel figlio di puttana.»

«Era una spia, ci toccava farlo fuori o il Karasuno ne avrebbe ripagato le conseguenze.»

«Ennoshita... come si chiamava?»

«Non lo so, non me ne frega un cazzo.»

Usciamo dall'ascensore a passo lento, imbocco il corridoio che conduce all'ufficio.

Stranamente, non c'è nessun membro del Nekoma che vaga nei corridoi come l'ultima volta.

Di solito, Kenma è accompagnato da Kuroo durante gli affari, è probabile che sia ancora in ufficio con lui.

 ☽ 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘃𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗮𝗻𝗻𝗼 𝘃𝗼𝗹𝗮𝗿𝗲 ᵏᵃᵍᵉʰᶦⁿᵃDove le storie prendono vita. Scoprilo ora