xx - sɪᴅᴇ sᴛᴏʀʏ | ʙᴏᴋᴜᴀᴋᴀ

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Respiro profondamente, per una serie di minuti infiniti, prima di varcare la porta di casa e posare le chiavi sul ripiano dell'entrata, a testa bassa, del tutto consapevole di essere ancora solo. Anche se ammetto.. che spero Akaashi sia già tornato dal distretto.

Dopo mesi passati a supervisionare Natsu, per ordine di Shoyo, non voglio far altro che affondare la testa nel corpo del mio.. di mio marito. Sono passate un sacco di settimane, da quando ci siamo sposati, che ancora mi fa strano dirlo nella mia testa, oltre che a voce.

Shoyo è diventato fin troppo premuroso nei confronti di Natsu, la sorellina acquisita, che credo di non averlo mai visto così apparentemente calmo. Deve essere stata la presenza di Kageyama a cambiarlo, far spuntare un sorriso, che non vedevo da quando eravamo dei bambini, sulle sue labbra.
Nessuno, a parte Akaashi, che si occupa della questione, è a conoscenza del piano protezione Natsu che ha messo in atto da due mesi, quando ha scoperto della relazione sta vivendo in parallelo con Terushima e Atsumu. Ho continuato a ripetergli che non doveva importargli, perché passare anni divisi, con la stessa madre, li ha resi due persone diverse. E se.. Natsu non parla, non significa che non lo farà mai. Natsu non si lega a nessuno, a malapena ha dato pezzi di sé al barman, quel Suga, con cui condivide i pranzi prima degli allenamenti giornalieri.

Mi dirigo verso le scale del piano superiore, a piedi scalzi percorro quel breve tratto fino alla camera da letto, per aprire la porta e lanciarmi sul materasso. Inspiro le lenzuola, il profumo dell'acqua di colonia, che indossa Akaashi ogni giorno, è ancora impregnato qua, dal momento che stamattina l'ho salutato a modo mio, per fargli urlare il mio nome.

Prendo il telefono dalla tasca del pantalone, apro la chat con Akaashi, senza rendermi conto di star sorridendo da solo.

[Akaashi <<<3]
Ci vediamo per cena. Prima devo vedermi con Hinata, porto il sushi della trattoria dietro casa?

[Bokuto san]
Dove sei?
Akaaaaaaashi?
Voglio una barca di sushi, ti devi far perdonare.

[Akaashi <<<3]
Sono in macchina, Atsumu mi ha dato un passaggio dal pub. Tutto okay?

Bokuto..

Ci sei?

Sei arrabbiato?

Sarò lì tra poco, te lo prometto.

Prendo un respiro profondo, e poi scivolo via dal materasso. Abbandono il telefono, rivolto verso le coperte sfatte, prima di infilarmi nel bagno a piedi nudi, levare ogni strato di vestiti addosso e cercare quelli puliti della tuta che indosso, solo a casa, con Akaashi.

Lancio un rapido sguardo all'accappatoio, ma scaccio il pensiero.

La testa mi scoppia, per colpa dei pensieri, non ha senso rifugiarsi tra le gambe di Akaashi con la scusa di fare la doccia insieme e aumentare questo senso di disagio.

Ritorno a stendermi sul letto a pancia in giù, poco prima che i passi dal piano inferiore mi costringono ad alzare lo sguardo, quando la porta si apre, davanti ai miei stessi occhi, con Akaashi premuto contro lo stipite.

Intravedo che ha messo la mia maglietta, fin troppo larga, che gli ho regalato settimane fa, perché ripeteva di essere comodo durante i turni a controllare Natsu nel pub, senza essere costretto ad indossare la divisa del Karasuno.

Premo la testa tra le lenzuola, e Akaashi capisce da quel gesto.

Sale sul materasso, senza scarpe, per permettere alla mia testa di appoggiarsi sul suo stomaco, le mi braccia intorno ai suoi fianchi, nel mentre che allarga le gambe per accogliermi, con il naso che si strofina tra i miei capelli ancora umidi per colpa della pioggia.

 ☽ 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘃𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗮𝗻𝗻𝗼 𝘃𝗼𝗹𝗮𝗿𝗲 ᵏᵃᵍᵉʰᶦⁿᵃDove le storie prendono vita. Scoprilo ora