xᴠ - ᴋɴᴏᴡ ɪ'ᴠᴇ sᴛɪʟʟ ɢᴏᴛ ᴀ ʟᴏᴛ ᴏғ ғɪɢʜᴛ ʟᴇғᴛ ɪɴ ᴍᴇ

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↳✦ disclaimer: la prima parte del capitolo è identica alla precedente, ma consiglio la rilettura per intero, in quanto al suo interno ho inserito un cambiamento. Enjoy!

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Rientro nell'appartamento a mezzanotte passata, a fianco di Kageyama in silenzio, che giocherella con i bottoni della camicia blu, come se fosse in attesa, da quando siamo entrati in macchina con Daichi alla guida, di un mio gesto.

Apro i bottoni della camicia, passo davanti lo specchio a fianco all'entrata.

Per un breve istante, non appena incrocio il suo sguardo attraverso il riflesso, io stesso sussulto sul posto. Mi ricorda quella sera, mi ricorda il suo profumo quando mi ha abbracciato da dietro per mettermi la collana al collo.

La sfioro con le dita, e poi passo avanti.

Mi fermo davanti al divano, prima di rivolgere lo sguardo sul televisore spento, la sua figura dietro di me, come quel giorno che si è trasferito qui, mi guarda ancora attraverso quel riflesso accennato.

«Puoi tornare a dormire in camera, ma domani mi devi dire se vuoi ancora lavorare con me o con Kenma.» Mormoro piano, con le dita stringo il ciondolo del corvo. «Puoi andartene via, se desideri la libertà.»

«Hinata... non volevo farti del male.» Sussurra piano, le sue braccia si stringono intorno al mio corpo, ma io rimango fermo, quasi inerme a quel tocco. «Io volevo proteggerti, l'unico modo era mantenere l'accordo con Ukai. Io volevo proteggere i miei fratelli, sai quanto siano importanti per me.»

«Non te ne sto facendo una colpa.» Cerco di sfilare le sue mani da me, la presa si stringe maggiormente intorno ai miei fianchi. Percepisco l'odore del sangue ancora impregnato nelle mie mani, il suo profumo, quello che gli avevo regalato tempo fa, sulla sua pelle e contro di me. «Puoi lasciarmi... andare a dormire?»

«Io ti amo, Hinata.» Incastra la sua testa nel mio collo, mi sfiora la clavicola con il naso. «Ti amo da impazzire, dal primo giorno che hai varcato la soglia dell'host club. Io volevo solo te, io voglio te per tutta la mia vita.»

Il fastidio allo stomaco ritorna prepotente, come quelle notti passate a chiedermi se ne valessi la pena, mentre ognuno intorno a me trovava l'amore. Mi logora, mi scava dentro al petto fino a farmi sanguinare tra le sue braccia.

È questo che proverò ogni volta che avrò paura di amare?

«Kageyama non dire queste cose, tu non sai mantenere le promesse.» Esordisco pacato, con lo sguardo basso, la mano fissa sulla sua che mi preme sullo stomaco. «Ti prego, ora non tenermi... qui con te.»

Kageyama allenta leggermente la presa, poi strofina piano il naso contro la mia guancia, con l'altra mano libera arriva all'altezza del mio cuore. Mi accarezza piano, il battito accelera a quel gesto.

Mi manca il fiato, ho la gola secca.

«Il tuo cuore dice che non è vero.» Mi costringe a girarmi verso al suo viso, si abbassa alla mia altezza, e i nostri nasi si sfiorano quando mi sussurra addosso con voce roca. «Anche il mio cuore dice lo stesso.» Prende la mia mano, l'appoggia altezza del suo cuore. Intravedo l'accenno di un sorriso, d'istinto ricambio quest'ultimo, ad occhisemichiusi sto per lasciarmi andare contro al suo stesso petto. «Io ti amo, Hinata Shoyo.»

 ☽ 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘃𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗮𝗻𝗻𝗼 𝘃𝗼𝗹𝗮𝗿𝗲 ᵏᵃᵍᵉʰᶦⁿᵃDove le storie prendono vita. Scoprilo ora