ᴠɪɪ. half heaven, half hell

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Cina, 17

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Cina, 17.12.2021

Insieme avevano cavalcato l'onda del piacere un'ultima volta prima di stendersi su un fianco con le gambe aggrovigliate e lei rientrata nel suo petto quando le forti braccia dell'uomo le cinsero il busto.    « Sei fantastica, piccola. », mormorò col fiato corto proprio all'orecchio di colei per cui quella notte era impazzito per ben quattro o cinque volte, dentro e fuori le sue carni, restituendole il favore di quell'estasi provata solo verso la fine.   ❝ Non scherzavi quando hai detto che avresti potuto farlo anche per tutta la notte... ❞ soffiò sorridendo lascivamente. Bancroft accennò una risata prima di lasciarle un bacio sul collo.    « Non scherzo mai sulle cose serie », lui.    ❝ Scoparmi è una cosa seria? ❞    « Si ». Un brivido la raggelò dalla base del capo fino all'osso sacro.    « E' una cosa seria. » continuò l'altro ad affermare con tanta sicurezza da spaventarla. Si irrigidì di colpo e lui allora la strinse più forte a volerla rassicurare per quanto detto. Era certo non se lo aspettasse da lui e non l'avrebbe mai biasimata, perché entrambi avevano quest'indole di autoconservazione che li aveva sempre portati ad allontanarsi da tutti, a rovinare tutto proprio sul finale con le loro stesse mani per avere la parvenza di controllo su qualcosa nella loro vita, e non abbandonarsi mai a sentimenti di debolezza come lo erano l'amore e la compassione ai loro occhi. Quello che provava lui non era ancora né l'uno né l'altro ma era pur sempre qualcosa che ignorare era diventato impossibile, e non solo per il sesso di quella volta, ma perché aveva visto il peggio di lui e nonostante questo non ne aveva mai avuto paura. Anzi gli teneva testa, e a Bancroft questo faceva pensare che il loro rapporto potesse evolversi oltre i letti sfatti e qualche mobilio rotto dalla passione con la quale si rincorrevano e prendevano. A lui non sarebbero serviti altri test per capire quanto la desiderasse nella sua vita come una costante e non una variabile da semplificare e riottenere quando più gli faceva comodo. Le ricoprì di baci il collo e la gola causandole un po' di solletico e una morsa alla bocca dello stomaco.   ❝ Scusa, devo andare in bagno ❞, un po' ce lo fece restare male. Non che si aspettasse un 'anche per me', o un 'grazie' conoscendo la sua diffidenza verso gli altri dopo tante batoste, ma forse neanche il rompere l'abbraccio, farlo sfilare dall'intimità grondante dei loro umori, per scappare dal calore e il sesso fatto su quello stesso letto. E cosa si aspettava allora...? In realtà nulla, ma in cuor suo forse in qualcosa di più positivo aveva sperato. Aprì le braccia, queste si tesero ad accarezzarle i fianchi mentre ella si alzava in piedi dopo l'essersi messa a sedere sul bordo del materasso, e lamentandosi per il freddo attorno al membro ancora sporco ed eccitato la osservò di spalle.    « Ti ho fatta arrabbiare? » domandò Bancroft lasciando trasparire un po' di preoccupazione.

   ❝ No. ❞ la voce uscì senza un'anima. Voleva solo la smettesse di parlare. Era meglio quando si limitava a grugnire e insultarla, pensava. Ma non era vero, non era lui il mostro in quella circostanza.    « Allora perché stai scappando? » dall'altra stanza arrivò la voce di un uomo distrutto, non solo dai rapporti avuti.    ❝ Non sto scappando. ❞ rispose l'altra portandosi a sedere sulla tazza prima di voltarsi verso di lui, aveva lasciato la porta aperta.    ❝ Non posso fare pipì? ❞ non era abituata a farla davanti a qualcuno ma abbatté la barriera della vergogna proprio in quel momento sfoggiando un sorriso. Lui gliene restituì un altro.   « Ti avrei permesso di farmela addosso prima se mi avessi avvertito. »    ❝ Ehi, ehi, ehi... E quale sarebbe il prossimo passo poi? Chiedermi di sposarti?! Da lì il passo sarebbe breve! ❞. L'ansia tornò a mangiarsela viva nonostante le risate che si fecero. Sarah terminò di fare i suoi bisogni e dopo l'essersi ripulita con della carta si alzò dalla tazza, si voltò per tirare lo sciacquone dandogli le spalle. Mossa sbagliata.   « Ho capito. » la voce veniva da sopra la sua spalla. Bancroft le era sopraggiunto da dietro per cingerle la vita con ambo le braccia e accostare la guancia alla sua mentre si osservavano nel riflesso dello specchio sopra il lavandino.   « Sto correndo troppo. », le labbra maschili vennero come richiamate dall'incavo del collo della donna e scoccarono un bacio sull'epidermide calda e profumata. Sarah si sentiva come pietrificata. Per fortuna non poté lui scorgere quel senso di smarrimento che aveva spento la luce dentro i suoi occhi.   ❝ Si, direi... ❞, la sua risposta venne accompagnata dallo scoccare di altri baci donatale. Poi l'uomo risollevò il capo e liberandola della presa le diede la schiena per tornare verso il letto.   « Va bene. Allora la prossima volta.../ », mossa sbagliata anche quella. Nessuno avrebbe saputo dire neanche in seguito cosa successe in quell'attimo ma un rumore di ferraglia molto familiare spinse l'agente della CIA a voltarsi nuovamente. Non si aspettava minimamente però che la donna potesse mai puntargli un'arma contro. Lui si rivelò sorpreso tanto quanto lei, alla fine.   « Cosa stai facendo...? » domandò Bancroft sollevando rapidamente le mani dal palmo aperto vicino la testa, una reazione istintiva per chiunque si fosse ritrovato con una Pico Beretta puntata verso la propria fronte. Sarah invece, che teneva saldamente il calcio di quella pistola nella mancina, non si preoccupava di nascondere una certa agitazione.   « Che significa questo? », continuò.   ❝ Che non ci sarà nessuna prossima volta. ❞
   « Perché? » la voce maschile si ridusse ad un sussurro. Non per la paura quanto invece per il dubbio che lo attanagliava: lo amava o lo odiava così tanto da voler vedere la vita in lui spegnersi...? Lentamente le mani scivolarono verso il basso.   « Se per te non è così bastava dirlo. ». Passò un secondo che a Sarah parve un secolo; tutto veniva visto a rallentatore, ma i suoi pensieri correvano così veloci che ben presto anche le lacrime vennero richiamate agli occhi. Le tremó la mano, la pistola, e l'indice si allentó sul grilletto.   ❝ Non é per quello. ❞   « E allora cosa? » ma quando lui fece per muoversi Sarah ritese il braccio intimandogli di rialzare le mani. Bancroft ubbidí. Più i secondi passavano e più credeva vi fosse la possibilità di scamparla, perché avesse davvero voluto Sarah farlo fuori, se magari una vocina nella sua testa non le avesse detto che era sbagliato, si sarebbe già ritrovato steso a terra; perché la Callahan non era certo nota alla CIA per i suoi tentennamenti e insuccessi dinanzi a un obiettivo.   « Qualunque cosa sia possiamo risolverla insieme. »   ❝ Non si può risolvere questa! ❞ la voce uscí strozzata assieme alle prime lacrime.
   « Lasciami almeno provare! », spazientito l'altro abbassò le mani sbattendo i palmi a lato delle sue nude cosce, e Sarah non provó nemmeno a sollecitarlo.   « É per la storia di ieri sera? Sarah... », continuó. Doveva pur iniziare da qualcosa, parlarle, prendere tempo, e convincerla che qualunque fosse il motivo per cui si era portarla a tenerlo sotto tiro lui avrebbe potuto aggiustarla, o farlo insieme. Non doveva essere sempre tutto o bianco o nero.   « Come cazzo devo dirtelo che mi dispiace? In quale fottuta lingua? Non ti considero una puttana, ok? Ma é come ti vedono quelli come quel pezzo di merda che abusava di Leela! », alla fine il suo nome se l'era ricordato. Non era fino in fondo, o sempre, anche lui lo stronzo che voleva far credere.   « E a noi serviva che pendesse dalle nostre labbra, le tue. Credimi, sono l'ultima persona che potrebbe mai giudicare qualcuno, tanto meno potrei giudicare te. Portare via la ragazza ha complicato le cose, mi ha fatto incazzare che avessi mandato a monte i piani, ma é tutto ok adesso, io ho capit.../ ». Sarah emise un lamento agitando la testa in segno di negazione per dirgli che:    ❝ Smettila! Non è un fatto personale! ❞
   « Ti ha mandata qualcuno a farlo? Uno dei clienti del Libra(*). Mi stai dicendo questo? »
❝ Tu che dici?! ❞
   « Chi? »
❝ Speravo potessi dirmelo tu. ❞
   « Un sacco di gente mi vorrebbe morto... »
❝ Già. Come immaginavo: nessuna risposta. Per questo non ho scelta... Ci andrebbero di mezzo tutte le persone vicino a noi. Almeno solo uno di noi ne pagherà il prezzo, e sarò io. ❞, perché uccidendolo sarebbe stata lei a reggere la colpa e la mancanza di qualcuno che dopotutto aveva tenuto a lei sul serio come pochi.    « E come fai a sapere che chiunque ti stia facendo pressione in realtà non voglia questo solo per farti terra bruciata, e non per colpire me? Sarah, pensaci... Io sono dalla tua parte. », provò così a farla riflettere. Sapeva che quando l'ansia - che per Sarah era Oscurità - la divorava non vi era altro modo di convincerla se non quella di ragionare assieme a lui sui risultati. Niente "Ma io ti amo", "Ho una moglie, una famiglia che mi aspetta a casa", né "Andrai all'Inferno" perché quello lo vivevano già. Se da una parte la conosceva come una donna molto decisa, conosceva anche l'altra per la quale aveva più un debole: quella che dinanzi a una cosa per lei indigesta non riusciva a far chiarezza su quale fosse la strada giusta da prendere e per questo si dava colpe che non aveva pagando lei stessa il prezzo di qualsiasi male nel mondo; perché sotto quella maschera di finta strafottenza aveva un cuore troppo grande in una realtà che le andava stretta. Le si avvicinó nonostante la bionda continuasse a puntargli l'arma contro; l'estremità della canna finí per accostarsi al centro della fronte.   « Sono dalla tua parte, piccola... » le ripeté dolcemente ottenendo per tutta risposta un primo singhiozzo. Era distrutta come pochi l'avevano vista in ventinove anni; l'ultima che lei ricordasse era stata Vanya l'anno prima, diventata parte della sua famiglia. Allora l'americano lentamente levò le mani per prendere l'impugnatura della sua Berretta mentre la invitava ad abbassarla, toccandola morbidamente.   « Non dovrai fare questo da sola. » le mormorò ancora.   « Troveremo il modo. ». E abbassata l'arma questa venne posata su un mobiletto accanto a loro, fiduciosi l'uno dell'altra che nessuno dei due l'avrebbe mai più recuperata e rivolta verso qualcuno.   « Sparirò. » disse tirandola in un abbraccio. Si strinsero forte, non importava quanto questo potesse costare fatica ai muscoli e le ossa. Le mani dell'uomo in fine le accarezzarono i capelli nel tentativo di calmarle il pianto.   ❝ Io non voglio... ❞   « Nemmeno io lo vorrei... Ma se serve a tenerti al sicuro.../ », le mani di lei lo cercarono mentre affondava il viso nel petto e le gambe iniziavano a cedere dal peso della sofferenza che provava alla sola idea di dover perdere anche lui, e forse per sempre, anche se comunque era meglio di saperlo morto.   « ...lo farò. Ma non sarà un addio. »   ❝ Promettimelo... Promettimi che non ti lascerai trovare... Finché non risolverò la cosa. Qualunque cosa accada, promettimelo! ❞ da lei come da chiunque l'altro, Bancroft lo lesse tra le righe mentre stretta a lui la cullava. Non pianse, avrebbe lasciato che lo stato in cui si trovava ella in quel momento restasse la sua principale motivazione per tenersi ancora così attaccato alla vita da sbarazzarsi di chiunque altro avrebbe sbarrato loro la strada impedendogli così un giorno di potersi ritrovare.   « Te lo prometto: non mi lascerò trovare. Ma scordati che io smetta di chiederti di venire a cena con me una seconda volta. », servì a strapparle lo sbuffo di una risata anche se non stava scherzando affatto.    ❝ Non vorrei mai tu lo facessi. ❞   « Perché tu sei per me il paradiso, mentre io... Il tuo inferno. Una bell'accoppiata di squilibrati, l'ho sempre saputo. Adesso dovrai promettermi tu una cosa... »   ❝ Cosa? ❞   « Non lasciarmi andare, non del tutto. »   ❝ Ban/ ❞   « Considerala come la richiesta di un favore: non lasciarmi morire, Sarah. Non nel tuo cuore. », la mano maschile la invitò a sollevare il viso accompagnandole il mento. Gli sguardi lucidi tornano a incrociarsi e rimasero incollati per diverso tempo, perché nonostante le nuove promesse temevano sarebbe potuta diventare anche l'ultima volta che veniva data loro la possibilità.    « Promettimelo. »   ❝ Ha un prezzo. ❞   « Chiedimi qualsiasi cosa. »   ❝ Al momento giusto. ❞ dichiarò la donna col sorriso di una volpe.    ❝ Al momento giusto. ❞

(*) Libra: un vertice della Nemesis, organizzazione segreta, il cui compito è quello di svolgere favori per i clienti che lo cercano in cambio della riscossione del debito al momento del bisogno degli stessi Libra. Anche questi vertici possono richiedere dei favori ai propri alleati e sono dunque obbligati a stare anche loro alle stesse regole imposte, come in questo caso. Vi fornisco questa informazione adesso per farvi avere un'idea più chiara di alcune dichiarazioni ma solo in seguito posterò un capitolo a riguardo, e di conseguenza cancellerò questo appunto.

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