Firenze, 13.07.2020
[𝐂𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨...]
𝗨𝗻𝗸𝗻𝗼𝘄𝗻: « Capo, abbiamo un problema...»
𝗔𝘇𝗮𝗲𝗹: « Non me lo dire... »
𝗨𝗻𝗸𝗻𝗼𝘄𝗻: « ... »
𝗔𝘇𝗮𝗲𝗹: « Siamo in vacanza... »
𝗨𝗻𝗸𝗻𝗼𝘄𝗻: « ... »
𝗔𝘇𝗮𝗲𝗹: « Se qualcosa va storto, mi farà fuori sul serio... »
𝗨𝗻𝗸𝗻𝗼𝘄𝗻: « ... »
𝗔𝘇𝗮𝗲𝗹: « Che aspetti a dirmelo, imbecille?!»
𝗨𝗻𝗸𝗻𝗼𝘄𝗻: « Hanno fatto fuori qualcun altro. »
𝗔𝘇𝗮𝗲𝗹: « Ma porc- Chi? »
𝗨𝗻𝗸𝗻𝗼𝘄𝗻: « Mason. »
𝗔𝘇𝗮𝗲𝗹: « Vattene di lì. Subito. Ti richiamo. »
[𝐂𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐭𝐚 𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐚𝐭𝐚.]
[...]
𝗔𝘇𝗮𝗲𝗹: « E adesso come cazzo glielo dico?»
[...]
[𝐀𝐯𝐯𝐢𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐭𝐚.]
𝗔𝘇𝗮𝗲𝗹: « Non rispondere, non rispondere, non rispondere... »
[𝐂𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨...]
❝ Che cazzo hai combinato, Azael? ❞
𝗔𝘇𝗮𝗲𝗹: « Io- »
❝ Dove sei adesso? Credevo tornassi sta notte.❞
𝗔𝘇𝗮𝗲𝗹: « Abbiamo un problema. »
❝ Con te, sempre. ❞
𝗔𝘇𝗮𝗲𝗹: « Non si tratta di me! Sta volta non c'entro! »
❝ E di chi allora? ❞
𝗔𝘇𝗮𝗲𝗹: « 𝘝𝘦𝘴𝘺. » *
❝ Yebena mat'. ❞
("Porca merda." ⁻ ᵈᵃˡ ʳᵘˢˢᵒ)
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(*) 𝘝𝘦𝘴𝘺: "Libra" dal russo.
New York, 30.09.2020
Con incedere elegante, sicuro e autorevole su quei tacchi alti a completare l'outfit composto da tailleur nero a pantalone, la donna avanzava verso la sala riunioni all'interno delle segrete della Lux Tower con al suo fianco destro Azael, era ormai diventato la sua ombra. « Sono tutti pronti, aspettano solo te. ». L'uomo la superò e le tagliò la strada per avere modo di allungare un braccio e andare ad afferrare la maniglia d'acciaio su quel pannello nero lucido. Le aprì la porta, era sempre stato uno di buone maniere verso le donne anche se di carattere burbero, e la invitò ad entrare. Lo sguardo di Sarah non cercò il suo nemmeno una volta, Azael tentò invano di leggerle nella mente attraverso le iridi chiare. Non sapeva esattamente cosa stesse provando, stava accadendo tutto troppo velocemente negli ultimi tempi con ogni stronzo a rivendicare il diritto di controllare chi un territorio, un paese, e chi un altro, tanto da spingere l'erede dell'impero Morningstar - di cui nessuno sembrava volersi ancora fidare - a cercare altri collaboratori da chiamare come intermediari fra le molteplici parti; ma il fatto che evitasse di guardarlo non doveva essere proprio un buon segno. La conosceva abbastanza da capire che era nel pieno di una delle sue silenti crisi nervose. ❝ Buonasera, Nemesis! ❞, esordì con finto entusiasmo lei entrando nella stanza, sorridendo davanti a un lungo tavolo di vetro e poltrone vuote fra quattro mura fredde e spesse. C'era uno strano silenzio. Lo sguardo di lei si posò poi su di un monitor nero posto al centro del tavolo, a quello si rivolse mentre si accomodava alla postazione lì davanti. ❝ Non temete, sarà possibile parlare liberamente. É una linea sicura, la chiamata non sarà rintracciabile, ed è stato installato un apposito software per rendere irriconoscibili le vostre voci. Mi chiamo Libra, vi parlo da New York, e non vi è dato sapere altro. Vorrei ringraziare ciascuno di voi per aver acconsentito a questa riunione... ❞ « Come sappiamo che non ci stia ingannando? Che è solamente un trucco per venderci al vostro governo? », aveva un accento russo uno di questi. ❝ Se volessi ingannarla... non credo sia la domanda giusta da porre. ❞. Sollevò gli occhi verso il soffitto a quelle parole. Azael invece, seduto dall'altro lato del tavolo, a stento riuscì a trattenere una risata perché pensava fosse stato sciocco l'intervento del loro nuovo collaboratore, quel tipo non gli era mai piaciuto e lui l'aveva avvertita, mentre la bionda sospirata. Cercò subito di riprendere il comando della situazione. ❝ Stavo dicendo.../ ❞ « Lei conosce le identità di ognuno di noi, è arrivata a minacciare me, la mia fami.../» ❝ Non mi interrompa! ❞, alzò la voce lei per coprire quella del russo. Due piccole rughe comparvero sulla sua fronte chiara e spaziosa mentre lo sguardo inevitabilmente si accigliava in preda alla collera. Perché tutte quelle storie? Perché polemizzare, insinuare cose, paranoie, quando era stato lui a voler rientrare nell'accordo? Avrebbe tanto voluto chiedere se avesse avuto tempo da perdere o magari qualcosa di meno da rischiare che non fosse la fiducia degli altri alleati. L'ultima volta che avevano avuto modo di discutere sui dettagli del loro accordo segreto non sembrava neanche lui un uomo dai tanti scrupoli, tant'era che Sarah aveva già perso uno dei propri uomini per avvelenamento da Aconito, un fiore russo ingerito insieme a un drink richiesto nell'hotel in cui il messaggero alloggiava. Quando la donna venne informata del misfatto, che la vittima, un uomo da lei inviato a metterla in contatto con il nipote del vertice russo attualmente in carica, in preda alle allucinazioni era salito sul terrazzo e dal centesimo piano si era gettato, provò a ritirare in ogni modo l'accordo posto ai Sergeeva ma non c'era stata più altra scelta. Non poteva rischiare che a causa di questo, il suo orgoglio, potessero venir messe a rischio molte altre vite, tra cui quella della propria famiglia. Aveva dunque dovuto ingerire la pillola e fare buon viso a cattivo gioco, ma sapeva già che sarebbe stata cosa di breve durata. Un modo per eliminarlo senza scatenare l'ira di tutta la sua stirpe doveva pur esserci, e lei avrebbe atteso pazientemente l'occasione e il giorno della propria rivalsa, perché certa che solo così non avrebbe potuto avere soddisfazione più grande. ❝ Non siamo a un dibattito, signori. Tutto era stato chiarito prima di adesso. Avete accettato gli accordi e sapete quali sarebbero le conseguenze se solo avessi il sentore che anche un solo pensiero che possa nuocere all'organizzazione possa star sfiorando le vostre menti. Io ordino, voi eseguite. Tolleranza zero verso chi non seguirà le mie precise istruzioni, è tutto chiaro? ❞ « Si. », dissero in coro. ❝ Perfetto. Ecco la vostra prima missione in quanto Libra della Nemesis: "Piaseczno". ❞
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𝐇𝐄𝐋𝐋 𝐎𝐅 𝐀 𝐋𝐈𝐅𝐄.
Misteri / ThrillerCriniera dorata, grandi occhi agghiaccianti, labbra carnose rosse in netto contrasto con la fredda pelle bianca. Ha tutte le sembianze di un angelo governato dal Caos, Sarah Evelyn Callahan. Ha una lingua tagliente, uno sguardo profondo e penetrante...