Don't kiss him

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- Papà, perché non mi hai detto di esser stato campione nazionale di surf?

Il silenzio si distese come olio vischioso. Poi James scrollò le spalle e gli diede la schiena, borbottando qualcosa come 'io sono giù, se mi cerchi' e richiudendosi la porta dietro di sé.

Shane rimase a fissarne i disegni bizzarri creati dal legno, poi digrignò i denti, frustrato. Perché era così misterioso? Aveva a che fare con Troy? Ma lui avrebbe capito, insomma, era il primo ad aver paura di essere incompreso.

Risentito, si alzò e si vestì per andare in spiaggia. Ci sarebbe andato da solo, visto che suo padre non aveva risposto alla sua domanda.

Non è un tantino infantile?

Oh, avanti, aveva ventun anni, poteva fare quel diavolo che gli pareva senza dover stare sempre appiccicato a James!

Uscì di casa senza neppure avvisarlo, tanto anche a piedi non ci si metteva molto ad arrivare in spiaggia. Mentre camminava si beò del paesaggio, illuminato come ogni mattina dal sole caldo. Se Chase... no. Non doveva pensare a Chase, o non sarebbe riuscito ad arrivare alla propria meta senza doversi asciugare il viso.

Una volta trovato un posticino abbastanza riparato da possibili onde e dai raggi troppo violenti, vi stese l'asciugamano e lasciò lì la t-shirt. Era assai presto e in spiaggia non c'era nessuno, nemmeno Troy che era parecchio mattiniero, ma nonostante ciò il mare non era affatto freddo, come scoprì entrando lentamente.

Era piuttosto agitato, anche, e spesso alcune onde arrivavano a lambirgli il petto, d'altronde s'era spinto così in là proprio per farsi una nuotata. Prese fiato e chiuse gli occhi, poi s'immerse. Quando li riaprì era diventato tutto d'un azzurro limpido e sul fondale di sabbia chiara guizzavano piccoli pesciolini colorati.

Ben presto si stufò, e allora si fermò a riprendere fiato. Proprio in quel momento qualcosa gli azzannò un indice, e lui tirò su la mano di scatto.

- Ow!

Una minuscola tartarughina di mare si era appesa al suo dito, ondeggiando come un piccolo souvenir vivente. Scoppiò a ridere e la scagliò per quanto delicatamente potesse lontano.

Quindi scostò i capelli bagnati dalla fronte e tornò all'asciugamano. Intanto il sole era alto nel cielo e bollente, e non c'era nulla di più piacevole dopo la nuotata. Si sdraiò, incrociando le braccia dietro la testa, con l'intento di abbronzarsi un po' e al contempo asciugarsi. Chissà come l'avrebbe ammirato, il suo amato dagli occhi color sangue...

Ma, piacevole com'era, si appisolò e sprofondò in un sonno profondo di rosei sogni. Sognò di riabbracciare Chase, di baciarlo, di spupazzarlo come un animale di pezza, di mormorargli tante cose dolci... e sembrava così realistico che quando si risvegliò, con qualcuno a cavalcioni su di lui, pensò fosse la realtà.

Quel mattino Troy s'era alzato presto per andare a fare surf come tutti i giorni, solo che doveva essere un poco più tardi del solito, perché aveva visto Shane passeggiare con calma sulla sabbia già calda, ed era solo. L'aveva ammirato per tutto il tempo, da quando era entrato in acqua fino al momento in cui ne era uscito, e poi aveva notato che s'era addormentato sotto il tepore del sole, ed era così bello ancora gocciolante e bianco come una mozzarella... e semplicemente non aveva resistito.

Shane socchiuse gli occhi. I suoi polsi erano imprigionati dietro la testa da una presa delicata ma salda.

- Chase... - mormorò, e sorrise, mezz'addormentato.

Troy si leccò le labbra e avvicinò ulteriormente il viso al suo, inclinando il capo.

Poi il castano spalancò di colpo gli occhi dorati, ritrovandosi a fissare spaventato quelli azzurri del surfista.

- No!

Il biondo non lo ascoltò, e non si smosse minimamente neanche quando Shane iniziò a divincolarsi sotto di lui, difatti era più pesante e muscoloso.

E Shane si ritrovò ad osservare l'avanzare inesorabile delle labbra di Troy verso le sue, e si domandò come avrebbe fatto a spiegare a Chase che era stato baciato contro la propria volontà da un surfista carino (bellissimo...!). E quello era tradire la sua fiducia e sarebbe stato tanto se non l'avesse mollato sedutastante. Rabbrividì e dopo uno strattone più violento riuscì a liberare le mani e a posarle sul petto del biondo per spingerlo via, le loro labbra a mezzo centimetro di distanza.

- Troy!!! Cosa cavolo stavi facendo? Sono fidanzato, io! - esclamò, furente e al contempo sollevato, prendendosi la testa fra le mani.

Respira, Shane, respira.

- Oh... non lo sapevo.

E scrollò le spalle, come se non gliene fregasse minimamente.

Poco più in là, qualcuno che aveva osservato quasi tutto si passò una mano fra i capelli scuri, sbattendo velocemente le palpebre per scacciare le lacrime, poi si allontanò a grandi passi.

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