Gli uccellini cinguettavano allegri come ogni giorno e il sole inondava la stanza, riempiendola di tiepido calore. Chase sbatté le palpebre e si schermò gli occhi con un braccio, rotolandosi nel letto sfatto e sommerso dai vestiti di Shane per controllare la sveglia. Le otto e mezza.
È domenica... hm... niente scuola...
E poi si tirò a sedere e il ricordo della notte precedente lo investì, facendolo avvampare violentemente e sussultare.
L'abbiamo davvero fatto... così...
Ma non ebbe tempo per pensarci, perché il cellulare squillò con un suono molesto che gli perforò le orecchie e lui si precipitò a rispondere, senza inciampare in alcun indumento, visto che vegetavano tutti sul letto o sulla sedia, spiegazzati e anche un po' sporchi.
- Buongiorno, amore mio - fece la voce di Shane al suo orecchio, calda, profonda e vibrante, e lui si sentì sciogliere.
- Buongiorno...
- Qui qualcuno è allegro, eh?
Il moro fremette e sorrise ulteriormente. Sì, Shane aveva quel potere unico di far traboccare il suo cuore di felicità.
- Sì...
- Ti è piaciuto, ieri sera?
- E poi sono io il pervertito! - esclamò Chase, scoppiando a ridere.
- Tanto io lo so cosa pensi...
- Ah sì?
- Sì. Difatti sarà un miracolo se riuscirò anche solo ad alzarmi dal letto, quando tornerò a casa.
- E come fai a saperlo? L'hai pensato anche tu? - indagò il ragazzo dagli occhi color porpora, malizioso. Si risedette sul letto, lisciando poi con la mano una piega del cuscino.
- Anche se fosse?
- Comunque è stato imbarazzante, ieri.
- Ma sentilo, il pudico verginello!
- Disse il lupacchiotto che voleva la mammina, cioè me...
- Chase... non fare così - lo ammonì il fidanzato con tono a metà fra il divertito e il malizioso.
- Perché?
- Lo sai...
- Quando torno, vorrei chiederti una cosa... - aggiunse poi a bassa voce, avvampando al suo stesso pensiero.
Cosa diavolo sto andando a pensare?
- Perché non me la chiedi subito?
- No, ecco... lascia perdere. Non fa niente.
- Ora mi hai messo curiosità, dunque dimmelo o ti lascio in astinenza per qualche altro mese.
- È... è difficile da dire. Lascia stare.
- Shane...
All'altro capo del telefono Shane si morse il labbro e chiuse a pugno la mano libera. Chiederglielo così... insomma... era più romantico faccia a faccia, dopo un bacio, a casa o magari in un ristorantino carino... ma ormai era in gioco, dunque gli toccava giocare. Solo non sapeva se avrebbe davvero trovato il coraggio che gli serviva... oh, era talmente nervoso!
- Allora?
Non voleva mettergli fretta, il moro, però non gli piaceva esser tenuto sulle spine.
- Ecco... so che non è il modo più carino e neppure il più romantico... e davvero, vorrei essere lì con te... ma...
Taglia corto, Shane, non puoi perderti in uno sproloquio proprio ora, sennò sei FRITTO.
- Ma...? - fece Chase interrogativamente. Silenzio.
Okay, Shane gli stava mettendo ansia e curiosità al tempo stesso. Cosa c'era di tanto importante da chiedergli da non riuscire a dirlo? Doveva preoccuparsi? Non era un chiacchierone il suo fidanzato, ma non si poteva neppure affermare che parlasse di rado.
- Io... io... C-chase, mi vuoi sposare?
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Eyes of Devil
Romance(Dal prologo) '(...) - Devo raggiungerlo io... - E...? - lo spronò Chase, sentendosi sempre più confuso. Dove stava il problema? - E vive in Australia.' Sono quasi quattro anni che Chase e Shane stanno insieme e la loro vita non potrebbe essere più...