Lo sciabordio delle onde era una cosa incredibilmente rilassante anche a quell'ora del mattino, il sole che faceva timidamente capolino all'orizzonte e il mare blu con il contrasto della spuma bianca, agitato com'era solo nelle prime ore del giorno e verso metà giornata.
Shane era uscito presto per fare una passeggiata e riordinare i pensieri, nonostante non fosse più notte ma non ancora mattino. Aveva lasciato un biglietto a James in cui gli diceva di cercarlo in spiaggia, se aveva bisogno, anche se probabilmente stava ancora dormendo e non ci avrebbe impiegato così tanto a tornare.
Sotto i piedi nudi la sabbia era fredda e bagnata, eppure assai morbida e priva di alghe o frammenti di conchiglie. Il sussurro del mare gli giungeva sottile ma chiaro, graffiante e ipnotico come solo esso sapeva essere.
Mentre camminava, fermandosi di tanto in tanto ad ascoltare le grida dei gabbiani, notò una sagoma indefinita avvicinarsi verso il bagnasciuga, ma distante da lui. Più assottigliava lo sguardo, più gli era chiaro che la figura fosse un surfista, e assai mattiniero, anche. Forse Troy? Nah... non era così mattiniero, o almeno era ciò che pensava.
Il surfista arrivò a riva e lasciò con poca delicatezza la tavola a terra. A quella distanza, era di un colore assai chiaro...
Poi si diresse verso una persona che non riusciva ancora a vedere chiaramente e l'abbracciò di slancio, un abbraccio spaccaossa, di quelli che avrebbe dato a Chase appena tornato a casa.
Chase...
Avanzò ancora e poi sussultò, strizzando gli occhi dorati. Non ci poteva credere.
OH CAPPERI!
Quello non era suo padre? E il surfista non era Troy? Sì, quella era senz'ombra di dubbio la sua tavola. E... non si stavano baciando? Non poteva essere altrimenti.
Arrossì, felice come un bambino che ha scoperto un segreto, e scappò nuovamente a casa.
Lo sapevo io!!!
~~~
- Troy... - mormorò James, e passò una mano fra i suoi capelli biondi e bagnati.
- Sei... fradicio.
- Mi sono distratto e un'onda mi ha colto di sorpresa...
- Perché ti sei distratto?
Gli occhi azzurro cielo del giovane surfista incontrarono quelli dorati dell'ex campione, e lui si perse nell'improvvisa serietà e profondità di essi.
- Stavo pensando a te...
Erano seduti sulla sabbia, James dietro di lui a stringerlo fra le proprie braccia e Troy con le lunghe gambe che sporgevano di quasi mezzo metro oltre le sue.
- Evitami queste sciocchezze - grugnì il maggiore, e il ragazzo lo guardò perplesso.
- Non posso pensare a te?
- No.
- Ancora con questa storia?
James arricciò le labbra e non rispose, non subito.
- A volte mi chiedo cosa davvero voglia dire per te stare insieme a una persona...
- Cosa stai dicendo?
- Sto dicendo che hai quasi baciato mio figlio.
Troy sospirò e alzò gli occhi al cielo.
- Non posso voltarmi un attimo che tu sei già con le labbra incollate a quelle di un altro ragazzo! Sembra quasi tu lo faccia apposta!
- Certo che lo faccio apposta... io però, al contrario di te, so quando fermarmi.
- Stai dicendo che io non so quando fermarmi?
- Già. Quando flirto un po' con un ragazzo so quando è tempo di smettere. Tu invece ardi di gelosia dalla punta di questi morbidissimi capelli - glieli scompigliò - ai piedi. E ti arrabbi. Oh, se ti arrabbi!
James gli rifilò un pizzicotto sull'avambraccio muscoloso.
- Ahi! E comunque per me un bacio ha lo stesso valore di un saluto, non ti tradirei mai, lo sai.
- Per me un bacio rientra in quello, invece.
- James... lo sai, bacio gli altri ragazzi solo per confonderli un po'. Per me valgono unicamente i tuoi baci.
- Solo i miei?
Il moro, suo malgrado, arrossì un poco. Troy inclinò il capo per baciarlo, ma lui si sottrasse.
- Come sei scostante...
- E tu sei un ragazzino - sussurrò James, soffocando un accenno di risatina.
- James... io sono sicuro quando affermo di essere impegnato. Non prendo lo stare con una persona sottogamba.
- Non lo dimostri.
Stavolta il ragazzo gli impedì di muoversi e lo baciò sulle labbra.
- Non potrai sempre cavartela in questo modo, lo sai? - mormorò il moro, già parecchio addolcito rispetto a poco prima.
- Hai paura, vero? Paura che io mi stufi di te. Perché sono un ragazzino. Sono un ragazzino e tu hai paura che io mi cerchi qualcuno più giovane. Più idoneo. Non è così?
Ancora una volta James non rispose, limitandosi ad abbassare lo sguardo. Il biondo invertì le posizioni, facendolo sedere a cavalcioni sulle proprie gambe per poterlo guardare in viso senza dover torcere il collo.
- Be', non hai alcun motivo per essere spaventato. Sono io invece a chiedermi, insomma, se davvero ti merito. Quanti anni sono che stiamo insieme? Tre? Io ho paura che tu ti stufi di un ragazzino e ti cerchi qualcuno più maturo e calmo di me. E nonostante ciò, sono orgoglioso di affermare di essere il ragazzo dell'ex campione nazionale di surf, e non per il tuo titolo, e nemmeno per il tuo aspetto da perderci la testa, no, io sono follemente innamorato di ciò che sei, del padre di Shane, non del surfista che tutti conoscevano.
Finalmente l'uomo si aprì in un sorrisetto divertito, abbassando però ulteriormente il capo.
- Di' la verità, questo tuo discorso porta a una sola cosa, vero?
- Spero non sia come il detto, 'tale padre, tale figlio'! - mormorò Troy, altrettanto divertito, e lo baciò appassionatamente. James gli si avvinghiò addosso e rispose con foga al bacio.
Poco più distante, il mare continuava a sussurrar loro la sua dolce e struggente canzone.
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Eyes of Devil
Roman d'amour(Dal prologo) '(...) - Devo raggiungerlo io... - E...? - lo spronò Chase, sentendosi sempre più confuso. Dove stava il problema? - E vive in Australia.' Sono quasi quattro anni che Chase e Shane stanno insieme e la loro vita non potrebbe essere più...