Sorry, but I...

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Era l'alba di un nuovo giorno, l'alba della prima settimana del quinto mese. Sembrava inverosimile il pensiero che fossero passati non poi così lentamente tra chiamate - ambigue -, litigi, discussioni, risate, abbracci e di tutto e di più.

Scendendo a far colazione, Shane notò suo padre avviarsi verso il portico, zoppicando vistosamente.

- Buongiorno! - esclamò, e James si voltò di scatto, sussultando e sbattendo varie volte le palpebre, poi sospirò sollevato.

- Buongiorno...

Il ventunenne gli poggiò una mano sulla spalla.

- Mi raccomando, non esagerare, papà - disse, alludendo a tutt'altro. Secondo ciò che vedeva, dunque, era il giovane surfista a comandare... hm... interessante.

L'uomo arrossì.

Avrà visto me e Troy...?

- No, è che... ieri ho voluto provare di nuovo l'ebbrezza di cavalcare le onde... solo che ormai sono vecchio e arrugginito... sono caduto...

Shane inarcò un sopracciglio, trattenendosi dallo scoppiare a ridere alla patetica scusa del padre.

- Papà... hai tempo? Posso parlarti?

- Sì, certo. Vieni, andiamo a sederci.

Si sedettero, e il figlio prese fiato: ciò che stava per dire gli dispiaceva non poco, ma era importante.

- Io... sappi innanzitutto che mi dispiace, mi dispiace tanto, davvero, però ho preso la mia decisione e spero capirai. Non posso tener fede alla proposta alla quale ho accettato. Resterò qui ancora una settimana e mezza e poi tornerò a casa.

- Perché? - chiese semplicemente James, tranquillo, e il ventunenne sospirò.

- Amo Chase alla follia, e non riesco più a stargli lontano. Mi dispiace, papà.

- Tornerai a farmi visita, qualche volta?

- Certo, e porterò anche Chase, così potrai conoscerlo. Magari, chissà, ci sposeremo qui...

Suo padre annuì, comprensivo, e gli scompigliò i capelli castani.

- Spero non siano stati troppo terribili questi cinque mesi con il tuo vecchio - scherzò, incontrando gli occhi di Shane che erano del medesimo colore dei propri. Scoppiarono a ridere.

- Non lo sono stati. Anzi, sono stati davvero fantastici, e mi dispiace che Crystal non sia venuta. Non te lo meriti, papà. Mi mancherai tanto, e anche il tuo cavallo. Soprattutto Wave. No, sto scherzando. Mi mancherai sul serio, fatti sentire ogni tanto. E se un giorno ti capiterà di passare dalle nostre parti... io e Chase ti accoglieremo a braccia aperte, e anche alla mamma non dispiacerà rivederti, ne sono certo.

James gli asciugò una lacrima di commozione e lo strinse forte a sé.

- Mancherai anche a me, tesoro. Mi dispiace che tu parta, ma d'altronde è giusto così. Ti voglio bene, Shane - mormorò, e il ragazzo gli cinse la schiena con le braccia.

Si staccarono.

- Facciamo colazione, ora.

~~~

Il mare ululava agitato, e il vento scompigliava i capelli castani di Shane. Di fianco a lui Troy lo guardava con un sorriso sincero, il petto muscoloso per una volta stranamente coperto da una maglietta azzurra attillata.

- Chase!

Il ragazzo dagli occhi dorati strinse il cellulare con una mano e sorrise a sua volta al surfista.

- Shane, ciao.

- Un mese, eh amore mio? - disse, e improvvisò una giravolta, facendo ridere il biondo. Aveva intenzione di fargli una bella sorpresa.

- Un mese! Conto già i giorni che ci separano.

- Anch'io, anch'io.

- Ti sento allegrissimo, come mai?

Shane fece una risatina sciocca, sperando di non tradirsi.

- Perché presto sarò di nuovo fra le tue braccia, amore mio.

- Oh... sono gabbiani, quelli in sottofondo?

- Sì - disse, ma avrebbe voluto rispondergli: no, è solo Troy che fa lo scemo, però poi avrebbe dovuto spiegargli chi era. Difatti il giovane surfista lo stava scimmiottando, sebbene non riuscisse a farlo per più di qualche minuto senza sghignazzare.

- Salutami tutti. Ti amo, Chase.

- Sarà fatto e... ti amo anch'io.

Appese. L'attimo dopo lanciò un'occhiataccia terribile al biondo.

- Innamoratissimo, eh? - fece lui, standogli a distanza di sicurezza.

- Tu no?

Per la prima e probabilmente ultima volta Troy arrossì, farfugliando qualcosa di sconnesso e incomprensibile. L'amico scoppiò a ridere.

- Me ne andrò presto, Troy. È stato un piacere conoscerti.

- Anche per me è stato un piacere... ma senz'altro sarebbe stato un piacere maggiore se ti fossi lasciato baciare - borbottò il biondo, e mise il broncio. Shane scosse il capo, tutto sommato divertito.

- Mi dispiace, ma l'unico che può baciarmi è Chase.

- Non ci avrei messo la lingua - puntualizzò allora Troy, e ricevette un pugno amichevole sul braccio.

Quella sera, guardando il tramonto sul mare, Shane pensò che dopotutto gli sarebbe mancato tutto ciò, suo padre, Troy, il sussurro del mare, Wave, insomma, l'Australia.

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