Prologo

127 8 6
                                    

Sospiri... Erano solo sospiri quelli che uscivano dalle mie labbra, con la fronte corrucciata e imperlata di sudore, solo una parola mi ripetevo nella mia mente... concentrazione. Era proprio quella parola che mia madre e mia nonna mi stavano ripetendo da ormai un'ora.
« Concentrati! Quando loro arriveranno dovrai essere pronta a difenderti. A difendere il tuo potere!»
« Loro non esiteranno neanche un secondo a prendersi ciò che più bramano, anche a costo di uccidere chiunque si metta sul loro cammino!» aggiunse mia nonna mettendomi una mano sulla spalla.
Guardai le mie mani tremolanti avvolte da leggeri fasci di luce giallastri, chiusi gli occhi e cercai di liberare la mente il più possibile: niente rumori, niente pensieri, niente di niente. Quando però pensai di avercela fatta, quando stavo per lanciare tutta la mia furia sul quel maledetto manichino che guardavo da ormai troppo tempo, sentì dei forti rumori al piano di sopra.
Puntai il mio sguardo pieno di terrore prima su mia nonna e poi su mia madre.
« Sono già qui...» disse mia nonna ricambiando il mio sguardo.
« Come fanno ad essere già qui? Come ci hanno trovati?» chiese mia madre con agitazione facendo avanti e indietro per la stanza.
« Non abbiamo tempo per questo Grace! Dovete andare via subito, loro non devono trovarvi qui.» le rispose venendo verso di noi, mi prese il volto nelle sue mani e rivolgendosi a me continuò « Uscite da quella porta.» tenendo i suoi occhi fissi nei miei indicò la porta di legno alle mie spalle. « Ci sarà un lungo corridoio, percorretelo fino alla fine, troverete una scala con una porta in cima che vi condurrà fuori di qui. Troverete una macchina con le vostre cose che ho preparato qualche giorno fa, sapevo che prima o poi sarebbero arrivati. Adesso andate, qui ci penso io.»
« Ma nonna...» balbettai io dopo quella che mi sembrava un'eternità.
Mi sentivo confusa, spaventata e arrabbiata.
« Edith ascoltami devi andare via, loro non devono arrivare a te, sia per il tuo bene che per quello di tutte le persone che ti circondano, mi hai capito? Promettimi che proteggerai te stessa e il tuo potere ad ogni costo e non fidarti mai di nessuno.» mi guardò come se fosse l'ultima volta, e forse era davvero l'ultima volta che avrei visto la donna che mi ha cresciuto e che amavo più di tutti.
« Promettimelo!» quasi urlò.
« Te lo prometto nonna.» le risposi ormai con le lacrime agli occhi.
I rumori si fecero sempre più forti, ormai li sentivo quasi fuori dalla porta.
« Ti voglio bene nonna. » dissi tra le lacrime mentre mia madre mi tirava dal braccio dicendomi di scappare.
« Anch'io tesoro, anch'io. Ora và, presto!»
Mia madre mi trascinò oltre la porta che chiuse nell'esatto momento in cui loro fecero irruzione nella stanza.
Iniziai a correre, gli unici rumori che sentivo erano quelli dei nostri passi, dei nostri respiri e delle voci. Sentivo le voci di mia nonna e di quegl'uomini, ero troppo impegnata a correre per prestare attenzione a quello che dicevano, avevo il cervello completamente scollegato dalla paura.
Ad un tratto le voci si arrestarono, e dopo pochi secondi di silenzio si sentirono dei boati e frastuoni. Stavano lottando.
Arrestai i miei passi e mi fermai al centro di quel lungo corridoio buio, guardai indietro, ero indecisa se proseguire o tornare in quella stanza, non potevo lasciare mia nonna lottare da sola per qualcosa di così grande che tutti credevano che io avessi.
Anche mia madre si fermò poco più avanti non sentendo più il rumore dei miei passi, non potevo vederla ma sapevo che mi stava guardando cercando di prevedere ogni mia mossa.
« Che cosa stai facendo? Dobbiamo andare!» mi sentii di nuovo prendere il braccio e fu solo in quel momento che mi voltai verso mia madre.
« Non possiamo andarcene così, non possiamo lasciarla lì da sola!» quasi urlai senza nemmeno rendermene conto « Sta rischiando la sua vita, e per cosa? Per una cosa che nessuno ha mai visto?».
« Edith...»
« Dobbiamo andare ad aiutarla.» cercai di tornare in quella stanza dove stava accadendo l'inferno, ma mia madre mi fermò.
« Tua nonna sta cercando di proteggerti, tu sei molto speciale e molto più forte di quanto tu creda, ma adesso dobbiamo andare via da qui. Non ho tempo di spiegarti tutto adesso, ma ti prometto che appena saremo al sicuro lo farò.» allungò la sua mano verso di me, mi guardai indietro ancora una volta e cercando di ignorare quei dannati rumori, afferrai la mano di mia madre e ripresi a correre finché non arrivai alla scala di cui parlava la nonna.
Poco prima che iniziassi a salire il primo scalino sentii di nuovo delle urla, erano quelle di mia nonna, ma questa volta erano urla strazianti di dolore.
Sapevo che cosa era appena successo, sapevo che l'avevano appena uccisa. Lei era morta per proteggere me...
Mentre salivo le scale per aprire la porta, con ancora gli occhi umidi e le lacrime che mi rigavano le guance, guardai di nuovo alle mie spalle come se lei fosse li, e tra i singhiozzi riuscii a dire solo quattro parole, quelle stesse parole che avevo pronunciato a lei prima che morisse: « Te lo prometto nonna...»

La Leggenda Della StregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora