Capitolo 1

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L'INIZIO DI UNA NUOVA VITA

Apro gli occhi sentendo qualcuno scuotermi il braccio, appena mi volto, vedo mia madre guardarmi.
È già giorno, l'auto è ferma e dietro la sua figura vedo un piccolo vialetto di mattoni che passa in mezzo al giardino, fino ad arrivare ai tre scalini che precedono la porta d'entrata in legno color beige di una meravigliosa villetta bianca.
« Forza Edith siamo arrivati, andiamo dentro.»
Scendo dalla macchina in silenzio, chiudo la portiera e seguo i miei genitori fino all'interno di quella che sarebbe stata la nostra nuova casa.
Appoggio a terra vicino alle scale che portavano al piano di sopra il mio borsone contenente quelle poche cose che sono riuscita a prendere, o meglio, che mio padre e mia nonna avevano preparato. Il solo pensiero di mia nonna mi fa inumidire gli occhi per l'ennesima volta mentre ancora ammiro il salone della casa, forse non ho ancora realizzato di averla persa per sempre, ma oltre a provare tristezza mi sento anche in colpa per la sua morte. È morta per proteggere me e questo potere speciale che io ancora non ho mai visto, l'unica volta che è uscito fuori ho perso conoscenza subito dopo e al mio risveglio ricordavo ben poco, ancora adesso non ricordo nulla.
La mia famiglia ha sempre padroneggiato la magia e la stregoneria, ma io non vedo nulla di speciale in me che tutti invece già vedono.
« Tesoro se vuoi al piano di sopra ci sono le camere da letto, la tua è quella sulla destra infondo al corridoio. Vuoi andare a vederla?» la voce di mio padre mi strappa dai miei pensieri.
Riesco solo ad annuire, sempre restando in silenzio raccolgo il borsone e mentre salgo le scale sento mia madre sospirare.
« Andrà tutto bene Grace, le serve solo un po' di tempo.» la consola mio padre.
« Lo so Ethan, siamo tutti a pezzi e lo capisco. Lei ha perso sua nonna e io ho perso mia madre.»
Affretto il passo e cerco di arrivare il prima possibile nella mia nuova stanza lasciando alle spalle la loro conversazione. Voglio sapere il più possibile di tutta questa faccenda, ma adesso non sono pronta ne per parlare ne per ascoltare nulla che ha a che fare con la morte di mia nonna. Arrivo in fondo al corridoio e appena sono davanti alla porta, prendo la maniglia nelle mie mani e la abbasso lentamente. Appena entro rimango incantata da quella stanza: le pareti sono rosa, al centro della stanza un letto matrimoniale con lenzuola e coperte anch'esse del colore che ho sempre amato, sulla destra un'enorme finestra che affaccia sul giardino con delle tende bianche lunghe fino al pavimento di parquet, sulla sinistra c'è una scrivania bianca con dei cassetti, una libreria, un armadio bianco e davanti al letto c'è una cassettiera molto grande con sopra appoggiato un televisore.
Appoggio il borsone sul letto, lo apro e inizio a sistemare le mie cose. Decido di partire con la cosa più lunga ovvero l'armadio, prendo tutti i vestiti e li appendo, non ho tante cose da sistemare dato che siamo scappati in tutta fretta, ma sicuramente lo riempirò pian piano. Sistemo poi le scarpe e le borse nella parte bassa dell'armadio per poi prendere i miei libri e dirigermi verso la libreria.
Avevo molti libri nella casa in cui ero prima, ma anche se non sono riuscita a portarli via tutti sono contenta che la nonna abbia preso i miei preferiti. Abbasso lo sguardo sul libro che ho tra le mie mani, "Alice nel paese delle meraviglie", e con malinconia ne accarezzo la copertina. Quando ero piccola ogni sera dopo cena la nonna mi accompagnava in camera, mi rimboccava le coperte e si sedeva vicino al mio letto a leggere aspettando che io mi addormentassi. Ho sempre adorato quella storia.
A volte vorrei essere come Alice, cadere nella tana di un coniglio e ritrovarmi in un mondo fantastico e completamente diverso da quello in cui vivo.
Mi capita tra le mani un libro dalla copertina rossa senza alcun titolo che non ho mai visto, forse la nonna voleva che lo leggessi e l'ha messo nella borsa insieme agli altri, senza pensarci lo metto accanto agli altri e vado avanti a sistemare per circa una mezz'ora. Ho quasi finito quando sento bussare alla porta.
« Vedo che hai già sistemato le tue cose.» si rivolge a me mia madre entrando e ammirando la stanza.
« Beh, non che avessi molto da sistemare.» rispondo mentre metto gli ultimi tre libri accanto agli atri.
« La stanza ti piace?»
« Si è molto bella, molto elegante.»
« Sono felice che ti piaccia. Ti va di scendere a pranzare? Non hai ancora mangiato nulla.»
« Mh... si va bene.» a questa mia risposta, mia madre mi sorride.
Tolgo il borsone dal letto infilandolo nell'armadio e seguo mia madre fin giù dalle scale diretta in sala da pranzo. Appena varco la porta vedo appoggiati sul tavolo tre cartoni della pizza, involontariamente mi spunta un sorriso. Mi siedo sulla sedia e inizio a mangiare.
Nonostante io non abbia voglia affrontare l'argomento ho la testa piena di domande, voglio sapere di più e mi merito una spiegazione.
« Perché quegli uomini hanno ucciso la nonna? Che cosa vogliono da noi?» chiedo ai miei due genitori che in quel momento abbassano il loro sguardo sul proprio piatto.
« Piccola, quegli uomini fanno parte di una cerchia di maghi e stregoni molto potenti che maneggiano la magia oscura. Sai quanto può essere pericolosa quel tipo di magia. Hanno molto potere e ne vogliono sempre di più. »
« Certo che so quanto può essere pericolosa la magia nera papà! Ma non capisco cosa vogliono da noi. Ieri notte la nonna mi ha fatto promettere che avrei protetto il mio potere a qualunque costo, ma quale potere? Sono solo una semplice strega come tutti voi giusto?» chiedo di nuovo io ormai esasperata. Questa volta però è mia madre a rispondere.
« No Edith... Tu non sei solo una semplice  strega come noi.» la guardo incitandola a continuare. « C'è un'antica leggenda che narra di una giovane strega, nata sotto la luna di sangue, a cui è destinato un antico potere in grado di andare oltre ogni legge della magia.»
« Quindi fammi capire, hanno ucciso la nonna e altre persone per una stupida leggenda?» ora provo solo rabbia.
« Non è solo una stupida leggenda Edith, anche la magia e le streghe dovrebbero essere solo una leggenda eppure eccoci qui.» mi risponde mio padre cercando di farmi calmare.
« E sentiamo perché tutti pensate che questa famosa strega di cui la leggenda parla sia proprio io?» ormai mi sono già alzata dalla sedia in preda all'esasperazione.
« Perché la notte in cui sei nata la luna si è colorata di rosso. Anche io e tuo padre pensavamo fosse solo un'inutile leggenda, una storia da raccontare ai bambini prima di addormentarsi, lo pensavo prima di essere scaraventata dall'altra parte della stanza da te la sera del tuo diciassettesimo compleanno.»
« Mamma è passato quasi un anno da quell'episodio e ti ho già detto che mi dispiace, non volevo farlo è stato solo un attacco di rabbia.» cerco in qualche modo di giustificarmi.
Non ricordo niente di quella sera, solo che ero tanto arrabbiata con mia madre per avermi vietato di uscire con quella che era la migliore amica per il mio compleanno. Ancora non riesco a spiegarmi perché ero così arrabbiata per una cosa infantile come questa, magari in aggiunta al fatto di essere stata tradita dal mio ormai ex fidanzato dopo neanche due mesi che stavamo insieme e al fatto che la ragazza con cui mi tradiva era una delle mie più care amiche,  mia madre è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
« Tesoro quando è successo avevi gli occhi di un viola brillante e il tuo corpo era immerso in una fitta nebbia del medesimo colore.» mi guarda quasi con compassione mio padre.
« Cosa?» sono accigliata e sorpresa, come faccio a non ricordare nulla di tutto questo. « La mia magia sprigiona luce gialla quando la uso, perché non me lo avete mai detto? Perché non ricordo nulla del genere»
« Non volevamo allarmarti ancora di più, avevamo dei sospetti che la strega della leggenda eri tu ma poi il cerchio oscuro ha iniziato a darci la caccia e abbiamo capito che quello che pensavamo fosse solo una leggenda era vero, ha solo confermato le nostre teorie.» anche mia madre si è alzata dalla sua sedia e si è avvicinata piano a me.
« Dopo la prima volta che hai usato il tuo potere sei svenuta.» questo spiega il perché non ricordo assolutamente nulla.
« Se è davvero tutto vero, io quel potere l'ho usato solo una volta ed ero con voi, come fanno quelle persone a sapere che sono io ad averlo?» questa volta è mio padre a venire verso di me, appoggia le mani sulle mie spalle come se volesse confortarmi.
« Quelle persone hanno occhi e orecchie dappertutto le voci fanno in fretta a circolare, il fatto che tu possieda un potere più forte del loro può significare che in qualche modo riescano a percepire sia te che i tuoi poteri.» balbetto cercando di dire una frase di senso compiuto, ma sembra che la mia bocca non voglia far uscire nulla.
« Un momento, voi avete detto che la leggenda parla di una strega con un potere che va oltre i confini della magia, che cosa significa?»
« Quando abbiamo iniziato ad insegnarti come usare la tua magia ricordi qual'è stata la prima cosa che ti abbiamo detto?» li guardo incuriosita, è passato davvero troppo tempo, ma improvvisamente come un colpo di fulmine mi ricordo di quel primo giorno da vera strega.
« Una strega quando fa un qualsiasi incantesimo deve sempre rispettare le leggi della natura.»
« Esatto! È per questo che nel mondo magico è severamente proibito riportare in vita i morti, perché quando la natura chiama un'anima riportarla nel mondo dei vivi richiederebbe un'altra anima innocente come sacrificio per ripristinare l'equilibrio naturale.» mio padre prende un attimo fiato per continuare « Anche per fare rituali o incantesimi una qualunque strega o mago usa dei talismani, delle erbe, prende energia dal fuoco, dall'acqua, dall'aria o qualsiasi cosa che la natura ci può fornire. »
« Quindi se questo potere va oltre ogni legge della magia significa che...»
« Che hai accesso illimitato a qualsiasi cosa la tua mente possa immaginare. A te non serve prendere energia da talismani o dalla natura stessa, il tuo corpo, la tua mente e il tuo potere producono l'energia necessaria in autonomia.» conclude mia madre.
« È per questo che loro ti cercano, usando la magia nera hanno accesso anche loro a molte incantesimi o rituali oscuri, ma anche quel tipo di magia ha un limite e a loro serve qualcuno di potente come te per raggiungere i loro sporchi scopi.»
Sono completamente sotto shock, cerco di dire qualcosa ma sentiamo il campanello della porta suonare, guardo i miei genitori e lentamente tolgo le mani di mio padre dalle spalle per poi avvicinarmi silenziosamente alla porta. Può essere chiunque: un cittadino di questa città sperduta nel nord della Carolina, oppure uno degli uomini appartenenti a quel circolo di pazzi assassini. Prendo la maniglia con la mano destra, guardo ancora una volta i miei genitori portando la mia mano sinistra già avvolta nella solita nebbia giallognola dietro la schiena pronta a difendermi se qualcuno avesse provato ad attaccare. Lentamente apro la porta e appena vedo l'uomo in divisa di lavoro di fronte a me mi rilasso quasi subito.
« Ehm... Buongiorno.» dico cercando di rimettermi in una posizione normale.
« Signorina Johnson?» chiede lui guardandomi, io annuisco appena.
« Mi scusi tanto il disturbo, sono John il postino del quartiere, ho qui una lettera per voi. Avrei potuto metterla nella cassetta per la posta, ma volevo darvi il benvenuto a Fayetteville di persona.» mi sorride e posa lo sguardo alle mie spalle dove i miei genitori mi hanno già raggiunto vicino la soglia della porta.
« Grazie mille è stato un gesto gentile da parte sua.» si intromette mio padre allungandogli la mano in segno di saluto.
John ricambia la stretta di mano mantendendo il sorriso « Spero che la città vi piaccia e che possiate sentirvi a proprio agio, è piccola ma accogliente. Sono sicuro che riuscirete ad integrarvi al meglio.»
« La città è davvero molto carina, speriamo anche noi di poter fare nuove conoscenze.»
« È stato un piacere conoscervi signori Johnson, ora devo andare il lavoro chiama.» dice indicando la sua borsa piena di lettere.
« Oh certo. È stato un piacere anche per noi, arrivederci e buon lavoro.» anche mia madre lo saluta con un cenno della mano.
Mio padre chiude la porta alle nostre spalle mentre io esamino la lettera tra le mie mani.
« Siamo appena arrivati e già ci spediscono delle lettere?» chiedo io mentre apro la busta.
Sento solo silenzio, alzo il mio sguardo corrucciato verso i miei genitori che hanno gli occhi rivolti verso il pavimento. Tiro fuori la lettera dalla busta, la apro e inizio a leggerla ad alta voce.

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