Capitolo 16

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SI LO VOGLIO!

É domenica e sono sul letto a leggere, domani rinizia finalmente la scuola e spero vivamente di non fare altri danni.
Mentre leggo sento delle voci provenire dal giardino, una voce che conosco troppo bene, una voce che mi ignora da quasi una settimana.
Mi avvicino alla finestra e vedo il ragazzo biondo che parla animatamente al cellulare mentre entra in casa.
Vorrei andare da lui per sapere se sta bene o se ho fatto qualcosa di sbagliato per meritarmi la sua indifferenza, così mi infilo le scarpe e dopo esser scesa dalla rampa di scale, mi infilo il mio cappotto ed esco dalla porta di casa mia diretta verso la sua.
Alzo il pugno e do tre colpi sulla porta in legno davanti a me, attendo qualche secondo per poi trovarmi Tom difronte a me.
« Ciao...»
« Edith... ciao. Cosa ci fai qui?»
« Oh non saprei, mi annoiavo così mi sono detta: "Andiamo a vedere come mai il mio vicino prima si arrampica alla mia finestra e poi mi ignora."» mi rivolgo a lui con un po' di ironia e un po' di rabbia.
È chiaramente spiazzato dalle mie parole, solo ora posso notare le leggere occhiaie sotto i suoi occhi blu e i suoi capelli spettinati.
« Mi... mi dispiace Edith, ho avuto dei problemi ultimamente che mi hanno tenuto occupato.»
« Stai bene?» gli domando con una leggera preoccupazione.
« Ti va di entrare?» evita di rispondermi invitandomi a casa sua.
Sicuramente preferisce parlarne dentro casa piuttosto che farlo sull'uscio della porta.
Lo seguo fino al suo divano nel soggiorno, entrambi ci accomodiamo e lo guardo in attesa che lui dica qualcosa.
La rabbia di prima è improvvisamente sparita lasciando il posto alla preoccupazione. Non l'ho mai visto in questo stato, si adagia sullo schienale del divano stropicciandosi gli occhi stanchi con la mano sinistra.
« Che succede Tom?» gli chiedo con una certa ansia accarezzandogli la coscia con la mano sinistra.
« Questi ultimi giorni sono stati un inferno, l'ufficio era in subbuglio e in più mio padre...»
« Che cosa è successo in ufficio?»
« Un ragazzo è a casa per infortunio con una mano rotta dopo che gli è caduta addosso una scatola molto pesante, due ragazze sono a casa in malattia e un altro ragazzo ha chiesto i giorni di lutto per la morte di sua madre. In ufficio siamo rimasti in pochi quindi abbiamo dovuto sbrigare tutto noi.»
« Accidenti che caos.»
« Già. Non era mia intenzione ignorarti o sparire, ma ho fatto un sacco di straordinari in più e quando tornavo a casa c'era sempre mio padre a stressarmi e a starmi addosso.»
« Tuo padre era qui?» gli chiedo con una leggera sorpresa, non mi pare di aver visto in giro qualche volto nuovo.
« Si è stato qui per un paio di giorni. Ti va di bere qualcosa?» mi chiede liquidandomi in tutta fretta e cambiando argomento.
« Si certo.»
Si alza dal divano per andare a cucina e torna verso di me con due birre aperte in mano, si risiede accanto a me e me la passa.
« Grazie.» lo ringrazio dolcemente mentre gli accarezzo i capelli.
Si rilassa immediatamente sotto il mio tocco adagiando la testa sullo schienale del divano dopo aver bevuto un sorso della sua birra.
« Puoi parlarmi dei tuoi problemi sai? Non c'è bisogno che ti allontani da me o ti isoli in te stesso.» cerco di consolarlo riferendomi a suo padre di cui non mi parla mai.
Apre leggermente gli occhi puntandoli nei miei.
« Non volevo annoiarti.» mi risponde arrontolandosi una mia ciocca di capelli tra le dita.
« Come puoi anche solo pensare di annoiarmi?» gli chiede dolcemente mentre porto la mia mano dai suoi capelli alla sua pallida guancia accarezzondogliela.
Si alza leggermente con la schiena prendendomi la birra birra dalle mani e posandola sul tavolo davanti al divano insieme alla sua, ancor prima di rendermi conto di quello che sta accadendo, mi afferra per i fianchi e mi ritrovo sopra di lui con le sue mani che mi tengono le coscie.
« Sto bene quando sono con te, non so come ci riesci ma tu mi fai dimenticare ogni cosa, tutti i problemi si dissolvono quando sono con te.» mi accarezza i capelli avvicinando il mio viso al suo. «Tu mi fai stare bene Edith, è per questo che non parlo dei miei problemi con te, perché tu sei la mia più grande e bella distrazione.»
Non so cosa rispondere, sono letteralmente senza parole, sono sorpresa di sapere che per lui valgo così tanto.
L'unica cosa che riesco a fare dopo aver sentito le sue parole è baciarlo, annullo ogni distanza tra il mio viso e il suo e appoggio le mie labbra sulle sue. Le mie mani si muovono dietro al suo collo mentre sento le sue passare dalle coscie per poi afferrarmi le natiche facendo scontrare le nostre parti intime. Un lento e soave sospiro abbandona le mie labbra mentre le sue si spostano lungo il mio collo in una lenta e sensuale scia di umidi baci, chiudo di nuovo gli occhi beandomi di quella piacevole sensazione e lascio di nuovo sfuggire un altro sospiro dalle mie labbra.
Per quanto mi piaccia questa piacevole sensazione, la situazione si sta scaldando parecchio, e capisco che forse lui in questo momento ha bisogno di una distrazione, ma non mi sento ancora pronta per andare oltre. Con la poca lucidità che mi rimane mi allontano leggermente posando le mie sul suo petto per allontanarlo, il suo sguardo confuso mi guarda in cerca di una spiegazione che ora sarò costretta a dargli.
« Mi dispiace Tom, tu sei davvero fantastico ma non mi sento ancora pronta a compiere un passo così grande. Forse stiamo correndo troppo...»
« No scusami tu, mi sono lasciato trasportare dal momento senza pensare a te.» mi accarezza i capelli lasciandomi un dolce bacio a stampo sulle labbra.
« Tranquillo lo capisco, hai bisogno di una distrazione, sono io che mi faccio prendere dall'ansia inutilmente.» gli rispondo abbassando lo sguardo mentre mi torturo le mani.
« Non sei tu il problema Edith, stiamo insieme da poco è normale che tu voglia aspettare, sono io che mi sono lasciato predere dal momento.» mi solleva il viso mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
« Aspetta cosa?» gli domando strabuzzando gli occhi.
« Che ho detto?» mi domanda di nuovo lui.
« Noi stiamo insieme?» gli chiedo di nuovo con un leggero imbarazzo.
« Beh credo che possiamo definirci così no?»
« Tu non mi hai chiesto nulla...» gli rispondo con un sorriso sulle labbra.
« Oh vuoi la richiesta ufficiale...» mi dice ridendo, e non posso far altro che ridere con lui. « Va bene allora.»
Mi prende nuovamente per i fianchi spostandomi dalle sue gambe e facendomi risedere sul suo divan, mi prende la mano e si alza dal divano per poi inginocchiarsi esattamente di fronte a me.
« Oh mio Dio!» esclamo ridendo ormai a crepapelle.
« Edith Johnson, vuoi concedermi l'onore di diventare la mia fidanzata?» mi chiede in modo teatrale con un sorriso divertito dipinto sulle labbra.
« Si lo voglio!» ormai sto ridendo come una pazza e lui con me.
Si avvicina a me per baciarmi rimanendo sempre in ginocchio di fronte a me.
« Quanto sei scemo.» pronuncio quelle parole sulle sue labbra, per poi continuare a baciarlo.

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