Capitolo 28

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C'È SEMPRE UN ALTRO MODO

Sono ore ormai che cerco una possibile via d'uscita da quando ieri Elijah mi ha chiuso dentro questa dannata stanza, ho provato di tutto: finestre, porta, addirittura incantesimi, ma tutto è completamente sigillato.
Sono bloccata qui fino a quando non troverà un'altra soluzione, ma sinceramente non credo ce ne siano e spero che possa rendersene conto anche lui al più presto, sono stanca di dover rimanere reclusa qui.
Per fortuna gli importa abbastanza di me da portarmi cibo, acqua e l'essenziale per poter rimanere in vita ma oltre a curiosare in giro per la sua stanza non posso fare nulla.
Devo trovare un modo per uscire da qui, affrontare suo padre e riuscire a sistemare questa assurda situazione.
Non so nemmeno che cosa stia succedendo all'esterno, non so se i miei amici o i miei genitori mi stanno cercando, ovviamente è stato così scrupoloso da togliermi il telefono.
Spero solo che si sia inventato qualcosa e che nessuno sia preoccupato per me, non sopporterei la vista del malessere dei miei genitori. Sono qui a un passo da loro senza la possibilità di raggiungerli, tutto questo è davvero straziante.
Sento dei passi provenire dalle scale e dopo pochi secondi la porta alle mie spalle si apre rivelando l'elegante uomo in nero.
«Ciao»
«Hai deciso di farmi uscire da qui?» la risposta alla mia domanda è solamente la sua faccia contrariata.
«Non troverai un'altra soluzione, perché non c'è nessun altro modo. Le cose devono andare così, sono nata per questo, quando lo capirai?»
«Ci sarà un altro modo per non farti uccidere, c'è per forza»
«Dai per scontato che sia io quella che deve morire, pensavo che almeno tu avessi capito quanto posso essere forte»
«Io so quanto tu sia forte, ma so anche quanto lo è lui. Mi ha già fatto abbastanza del male non voglio che mi porti via l'unica cosa bella che rimane della mia vita» si avvicina a me posandomi una mano sul viso per accarezzarmi delicatamente la guancia.
In questi rari momenti, in questi piccoli momenti in cui esce il vero lui, capisco realtà il perché io mi sia innamorata di lui.
Vorrei odiarlo per tutti gli inganni e la sofferenza che mi ha causato, ma sono ancora perdutamente innamorata di lui e non posso farne a meno.
Senza aggiungere altro gli metto una mano dietro al collo e lo avvicino a me, le mie labbra incontrano le sue e le nostre lingue si intrecciano.
Questo contatto mi mancava, mi mancava come l'aria.
Avrei potuto rispondergli, avrei potuto dire qualcosa, ma in questo momento le parole mi sembrano completamente inutili. Non credo che esistano parole per esprimere quello che sento in questo momento per lui.
Le sue mani mi stringono i fianchi e mi avvicina al suo corpo, le mie si spostano lungo il colletto della sua camicia nera passando poi sui bottoni che apro uno ad uno.
Lo spingo al bordo del letto, appena si siede sono sopra di lui ad accarezzargli i soffici capelli castani senza staccare le mie labbra dalle sue.
In un attimo i miei vestiti sono sul pavimento insieme ai suoi, le sue mani sono ovunque e sento il suo tocco bruciare sulla mia pelle.
Lo voglio, lo desidero, le sue labbra si spostano sul mio collo mentre si infila il preservativo e quando i suoi occhi neri si fondono con i miei, entra in me e un dolce sospiro abbandona le mie labbra.
Mi muovo su di lui prima con movimenti dolci poi sempre più veloce fino all'apice del piacere tra i nostri gemiti e sospiri.
Ho il fiato corto, le mie gambe tremano, appoggio la mia fronte sulla sua e mi perdo in quelle pozze di oscurità che mi guardano estasiate. Vorrei restare così per il resto della mia vita, lui ha la capacità di farmi dimenticare tutto quello che accade introno a me.
Una sua mano si insinua nei miei capelli per avvicinarmi alle sue labbra, mentre mi bacia l'altro braccio mi circonda i fianchi e in un attimo mi ritrovo sdraiata sul letto sotto di lui.
Si allontana dalle mie labbra per sprofondare nell'incavo del mio collo «Restiamo così per sempre ti prego», con una mano gli accarezzo la schiena e con l'altra i capelli.
«Perché non possiamo essere così sempre?» mi sussurra dolcemente all'orecchio.
«Potremo esserlo, ma non finché continui ad essere il burattino di tuo padre, non finché mi tieni chiusa qui».
Solleva il viso e punta i suoi occhi nei miei «Tu mi ami davvero Edith?»
La mia risposta tarda ad arrivare, vorrei dirgli di no, che lo odio, che lui mi ha solamente ingannato, ma non riesco.
«Si, ti amo più di quanto voglia ammettere».
«Davvero? Perché a me non sembra» ancora nudo molla la presa sul mio corpo e si alza dal letto per infilarsi i boxer.
«Che cosa vorresti dire?»
«Come puoi chiedermi di aiutarti a uccidere mio padre? È una persona terribile che ha fatto cose terribili, ma non puoi chiedermi di aiutarti a uccidere l'unica famiglia che mi rimane!»
Non so cosa dire, un breve silenzio riempie la stanza. La sua fragilità mi colpisce all'improvviso come uno schiaffo in pieno viso mentre si riveste.
«Hai ragione» queste due parole sono l'unica cosa che esce dalle mie labbra, lo stupore sostituisce la rabbia sul suo volto «Sono stata pessima, ero arrabbiata e tremendamente frustata da tutta questa situazione. Non avrei mai dovuto dire quelle cose, mi sembrava l'unica soluzione possibile per fermare tutto questo, ma so che non riuscirei ad uccidere una persona neanche se ne fossi costretta, diventerei come lui e non voglio.»
«Mentre ero qui da solo ho pensato ad una cosa: potremmo affrontarlo e usare un incantesimo che sia in grado di indebolirlo abbastanza da catturarlo e fermare le sue follie».
«Non è male come idea, una volta catturato penseremo a un modo per cercare di farlo ragionare, o per togliergli la magia. Senza magia non può fare altri danni giusto?»
«Giusto».
Lo prendo per mano e lo tiro di nuovo su di me per baciarlo.
«Sono follemente innamorata di te» il suo viso è così vicino al mio che riesco a intravedere le pupille mentre si dilatano, è veloce e quasi impercettibile dato il poco contrasto con il colore dei suoi occhi «e mi odio per questo».
«Perché dici così?» la delusione inizia a farsi spazio nei suoi occhi.
«Dovrei odiarti, disprezzarti. Dopo tutte le bugie, gli inganni, per non parlare del fatto che sei il figlio di colui che ha ucciso mia nonna e che mi sta rendendo la vita un'inferno.»
La mia mano si sposta per accarezzargli i capelli mentre lui è appoggiato al mio petto senza staccare gli occhi dai miei.
«Ma non riesco, più cerco di starti lontano e più mi avvicino a te, più cerco di reprimere quello che sento per te e più viene fuori. Questa situazione mi manda fuori di testa, dovrei odiarti per tutto questo e invece ogni giorno mi innamoro sempre di più e l'idea di perderti mi terrorizza».
Una lacrima incontrollata abbandona i miei occhi, le sue soffici e sottili dita si affrettano a scacciarla via.
«Anche io provo le stesse cose, è per questo che non voglio lasciarti affrontare mio padre, è per questo che ti tengo qui... Sto cercando di proteggerti, ma tu non me lo permetti».
«Non posso rimanere rinchiusa qui per sempre, prima o poi lo scontro con tuo padre avverrà. Stai solo rimandando l'inevitabile».
Dopo queste mie parole segue solo il suo silenzio, so che si sta torturando la mente in cerca di un'altra soluzione, una soluzione che però non c'è.
«Abbiamo un nuovo piano giusto? Indebolire tuo padre per poterlo catturare e renderlo innocuo», annuisce alle mie parole «Puoi farmi uscire da qui adesso».
Il suo corpo si separa dal mio è una volta in piedi di fianco al letto mi tende la mano «Vieni con me».
Nel mio viso si fa spazio la confusione, ma senza esitare afferro la sua mano nella mia.
«Se non sbaglio abbiamo un allenamento da terminare» in un attimo scioglie gli incantesimi che mi tengono prigioniera qui, raccolgo i miei vestiti e mi rivesto in fretta, e sempre con le nostre mani unite lo seguo lungo il corridoio finalmente fuori da quella stanza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 06 ⏰

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