Capitolo 11

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ALEXANDER

Apro la porta di casa mia e trovo i miei genitori seduti sul divano di fronte alla televisione che guardano un film con in mano una ciotola di popcorn, entrambi si voltano verso di me per salutarmi ma rimangono bloccati quando notano la mia espressione di puro panico.
« Hey bambina che succede?» mi chiede premuroso mio padre venendo verso di me.
« Voi... Voi conoscete un certo Alexander?» posso notare il volto di mia madre sbiancare in pochi secondi dopo la mia domanda.
« Come conosci quel nome Edith?»
« La domanda da fare è: come fate voi a conoscerlo e perché non me ne avete parlato?»
« Edith, Alexander è un uomo pericoloso, devi stare molto lontana da lui e da tutto ciò che lo riguarda.»
« Credimi tesoro, meno sai di lui e meglio è.»
« Ah davvero? Se invece di tenermi chiusa in un'ampolla di vetro fatta di bugie iniziaste a raccontarmi la verità, forse riuscirei a proteggermi meglio invece che vivere con il terrore di essere seguita da quell'uomo!»
« Che cosa hai detto?»
« Lui ti ha seguita?»
« Si papà! Lui è qui, l'ho visto stasera alla fiera in centro.»
« Sei andata da sola ad una fiera?» alza la voce mio padre come se fosse questo il vero problema.
« Non ero da sola ero con Jaxon.»
« Oh certo, Jaxon... Edith lui è solo un misero essere umano, non ha le capacità di proteggerti o difenderti da un attacco di Alexander.»
« E quindi cosa dovrei fare scusa? Chiudermi in casa e smettere di vivere la mia vita circondata dalla paura? Non lo farò.»
« Edith capisci la gravità della situazione? Quelle sono persone crudeli che non si fanno scrupoli ad uccidere per ottenere quello che vogliono. Vuoi per caso morire?»
« No papà non voglio morire, sono in grado di difendermi da sola con il potere che possiedo.»
« Si certo, se non fosse per il fatto che i tuoi poteri sono completamente fuori controllo.»
« Non ci hai ancora detto come fai a conoscere quell'uomo.» questa volta è mia madre a parlare che si intromette nella nostra conversazione rompendo il suo silenzio.
« L'ho visto in una visione.» rispondo io sbiascicando piano quest'ultime parole.
« In una visione?»
« Si in una visione!»
« Okay spiega.»
« Ho scoperto grazie ad Abbie che nella foresta qui vicino sono state uccise delle streghe, ero già stata lì con Tom per una passeggiata ma dopo che Abbie mi ha raccontato quella storia ci sono tornata.»
« Da sola?»
« Si papà, ci sono tornata da sola.»
« Perché?»
« Quando sono stata lì con Tom sentivo delle strane voci, avevo delle strane sensazioni a riguardo ma dopo il racconto di Abbie volevo saperne di più. Ho seguito le voci nella foresta e mi hanno portata in un luogo in mezzo agli alberi, credevo che non mi avessero condotto a nulla o che avessi solo perso tempo ma quando ho guardato per terra l'erba era bruciata formando un cerchio perfetto.»
« Un cerchio?» annuisco leggermente alla domanda di mia madre.
« Ho pensato: come può un incendio normale bruciare su un solo punto o comunque creare una forma così perfetta? Così mi sono inginocchiata e appena ho toccato i fili d'erba mi sono ritrovata come in uno stato di trance e mi è apparsa la visione di una strega.»
« Quale strega? Sai dirci il suo nome?»
« Si chiamava Odette, non so come ma in qualche modo le loro anime sono rimaste ancorate alla foresta e si sono collegate con me.»
« Che cosa hai visto nella visione?»
« C'erano cinque streghe legate ad un palo di legno, Odette cercava di far cambiare idea ad Alexander ma lui non voleva sentire ragioni. Ha cercato il più possibile di farlo ragionare, di liberarle, ma lui ha detto che se le avesse lasciate andare loro avrebbero rovinato i suoi piani così le ha uccise tutte insieme ai suoi seguaci.»
« Sai quando è successo?»
« No, ma i cittadini di questa città sanno del processo alle streghe, se cerchiamo su google magari esce qualcosa.»
« C'era qualcos'altro nella tua visione?»
« Si.» entrambi mi guardano curiosi in attesa che io continui « Odette e le sue sorelle quando sono state uccise ripetevano una frase in latino che è la stessa che io ho sentito nella foresta, ho cercato la traduzione e quello che ho letto mi ha sconvolto parecchio.»
« Che cosa dicevano?»
« Dicevano: "Attendiamo la figlia di Ecate che vendicherà la nostra morte."»
« Cosa?»
« È stata la stessa mia reazione, come facevano a conoscermi se non esistevo ancora? Non so dire esattamente la data in cui è successo quel genocidio, ma i vestiti che indossavano sembravano ottocenteschi.»
« Beh la leggenda che riguarda il tuo potere esiste da molto tempo, forse loro credevano talmente tanto a quella storia da riporre in te la loro speranza.»
« Aspettate un secondo vado a prendere il mio portatile.» io e mia madre ci guardiamo confuse mentre mio padre corre lungo la rampa di scale diretto in camera da letto dove teneva il suo computer.
Qualche secondo dopo lo vediamo scendere nuovamente le scale per poi dirigersi in cucina, posa lentamente il computer sul tavolo e inizia a digitare qualcosa.
« Papà che cosa stai facendo?»
« Sto guardando se trovo qualcosa a proposito del genocidio di quella congrega di streghe.»
Sia io che mia madre ci avviciniamo al tavolo mettendoci di fianco a mio padre, guardo il display del portatile e non posso fare altro che richiamare l'attenzione di mio padre su un link interessante che ho appena visto.
« Clicca qui.»
Mio padre segue le mie indicazioni e tutti e tre iniziamo a leggere ciò che compare sullo schermo.
« Aspetta un secondo, quelle streghe sono state uccise il 27 aprile del 1822?»
« Già, ovviamente è molto meno conosciuto rispetto al processo alle streghe di Salem dato il minor numero di vittime, ecco spiegato il motivo del perché non lo sapevamo.»
« Si, ma sappiamo che ad ucciderle è stato Alexander, e se lui era presente in quel momento significa che ha più di 200 anni?»
« A quanto pare si.» risponde questa volta mia madre.
« Come fa una persona a vivere così a lungo?»
« Beh è risaputo che noi stregoni viviamo più a lungo rispetto agli esseri umani, ma credo che in questo caso centri la magia nera.»
Ho l'impressione che mi stia per esplodere il cervello, per un secondo ho creduto che qui sarei stata al sicuro e invece dopo poche settimane le persone da cui mi nascondo mi hanno già trovata.
« Ha ucciso lui la nonna?» quelle parole lasciano le mie labbra con una velocità tale da non poterla controllare.
« Si.» queste due semplici lettere lasciano le labbra di mia madre quasi in un sussurro.
Un triste e doloroso sussurro.
« Che cosa facciamo adesso, dovremmo trasferirci di nuovo?»
« Non lo so Edith, credo di sì, insomma sarebbe la cosa più logica.»
« Non ho intenzione di cambiare città di nuovo e di lasciare quei pochi amici che mi sono fatta. Quanto ancora saremmo costretti a scappare?»
« E che cosa vorresti fare? Non possiamo stare qui tesoro, è per la tua sicurezza.» questa volta a parlare è la preoccupazione di mio padre.
Silenzio, l'unica cosa che riuscivo a fare era stare lì in silenzio mentre decido se dire o meno quello che sto pensando. So che una volta pronunciato quelle parole molto probabilmente i miei genitori impazziranno, ma non ne posso più di scappare, voglio iniziare a vivere la mia vita come una persona normale. Voglio e pretendo una vita normale.
« Allora diamogli quello che vuole.» senza pensarci la mia lingua ha esternato i miei pensieri al posto mio.
« Che cosa?» urla mia madre con entrambi gli occhi fuori dalle orbite.
« Edith sei impazzita?»
« No papà non sono impazzita, sono stanca! Sono stanca di scappare, sono stanca di vedere le persone che amo morire, sono stanca di nascondermi, sono stanca di tutto!» questa volta sono io ad urlare con gli occhi ormai ricolmi di lacrime « Non ho intenzione di rifare i bagagli e di scappare per l'ennesima volta.»
« Non puoi neanche dargli quello che è tuo dalla nascita, non solo per te ma anche per la nonna, per il modo magico, per i tuoi amici, per tutti.»
« Tua madre ha ragione tesoro, se gli cedi i tuoi poteri allora significa che il sacrificio della nonna è stato inutile. Se lui prende quel potere sarà invincibile, ucciderà noi e tutti quelli che si mettono in mezzo al suo cammino.»
« Tesoro, finché quel potere è dentro di te siamo tutti al sicuro. Sappiamo che tu non lo useresti mai per fare del male a qualcuno, ma se capita in mani sbagliate come quelle di Alexander saremo tutti spacciati.»
« Edith sicuramente lui ha dei piani, ha già fatto cose abbastanza orribili, non oso neanche immaginare che cosa sia capace di fare con un potere illimitato come il tuo.»
In effetti non mi sono mai chiesta il perché lui voglia disperatamente tutto questo potere, mi sono sempre chiesta perche cerca me o come lui riesca a trovarmi ovunque io vada, ma non mi sono mai chiesta il perché delle sue azioni.
A pensarci bene mi chiedo anche come mai non mi abbia ancora attaccato, lui è uno stregone di più di duecento anni che pratica la magia nera mentre io sono solo un'insulsa ragazzina fuori controllo, non ci impiegherebbe neanche un secondo ad uccidermi per prendersi ciò che vuole. Questa sera ero lì, ero proprio lì davanti a lui, avrebbe potuto neutralizzarmi con un solo gesto delle mani invece si è limitato a guardarmi e a tenermi d'occhio da lontano. Il mio cervello non fa altro che sfornare domande nuove a cui non ho ancora delle risposte, domande a cui forse ho paura di dare delle risposte.
So che ha dei piani per me, me lo sento, altrimenti sarei già morta e sepolta con questa cittadina. La prossima mossa da fare a questo punto è cercare di capire le sue intenzioni.
« Allora lo fermeremo.»
« Come hai intenzione di fare? Ti sei dimenticata che i tuoi poteri sono completamente fuori controllo?»
« Beh allora vorrà dire che ci dobbiamo sbrigare a trovare un modo per poterli controllare.»
Non ho alcuna intenzione di mollare, farò qualsiasi cosa in mio potere per sconfiggerlo, anche ucciderlo se sarà necessario. Non gli permetterò più di farmi del male o di far soffrire le persone a cui voglio bene, lo affronterò, rovinerò i suoi folli piani, lo sconfiggerò e finalmente vendicherò la morte della nonna avendo modo poi di vivere la mia vita in pace.

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