Capitolo 24

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GELOSIA

Mangio uno alla volta i pop corn nella mia mano mentre sono sdraiata sul divano di Jaxon. Abbiamo ripreso le nostre serate film dopo che ho passato gli ultimi tre giorni chiusa nella mia stanza buia. Sono costretta a tenere le tende chiuse se non voglio essere spiata da Elijah, o se non voglio cadere in tentazione ritrovandomi a spiarlo io. Fortunatamente in questi ultimi e infernali giorni i miei amici mi sono stati accanto, soprattutto il moro accanto a me, mi hanno tenuta occupata in modo da non pensare al caos che è la mia vita.
«Tutto bene Edith? Se il film non ti piace possiamo camb-»
«Il film lo adoro, sai che sono un amante del fantasy.»
«Si beh potresti essere tu la protagonista di un bel film fantasy.»
«Se sarò ancora viva quando tutta questa storia sarà finita ci farò un film promesso.»
«Non dirlo neanche per scherzo, tu non morirai, non lo permetterò.»
Sorrido al suo immancabile complesso da eroe mentre su Netflix scorrono le immagine de "L'accademia del bene e del male."
Una volta che il film giunge al termine e sullo schermo compaiono i titoli di coda, il padrone di casa si offre di riaccompagnarmi a casa.
«Non c'è bisogno che mi accompagni, non avrebbe molto senso per te fare avanti e indietro.»
«Non mi dispiace una passeggiata con te, e poi non è saggio lasciarti da sola a quest'ora di sera.»
«Va bene mio eroe, le concedo l'onore di accompagnarmi al castello.»
«Infinitamente grazie my lady, non saprei proprio come ricambiare tale onore.»
«Si preoccupi solo di farmi rincasare sana e salva e le sarà risparmiata la vita.»
Entrambi ridiamo come dei cretini per poi metterci i nostri cappotti e uscire alla fresca aria primaverile diretti verso casa mia.
Continuiamo a ridere e a chiamarci my lady e my lord facendo inchini e balletti stupidi finchè non siamo vicino al mio vialetto dove ci attende una spiacevole sorpresa.
«Che cosa ci fa lui qui?» mi domanda con disprezzo Jaxon.
«Non ne ho la più pallida idea.»
Nei suoi soliti abiti eleganti scuri, proprio davanti al mio vialetto c'è lui.
«Che cosa fai davanti al mio vialetto Elijah?»
«Ti cercavo, non credevo di trovarti con lui.» noto un lieve disprezzo mentre pronuncia le ultime parole guardando Jaxon dall'alto in basso con disgusto.
«Mi cercavi... È arrivato il momento di consegnarmi al tuo dolce paparino?»
«Al mio paparino faresti davvero comodo.» sputa lui glaciale.
«Vattene e sta lontano da lei prima che io-» cerca di mettersi in mezzo Jaxon prima che lui lo interrompe.
«Prima che tu cosa?»
«Prima che io ti uccida.»
«Sto tremando di paura.» risponde con una risata diabolica mentre si prende gioco di Jaxon «Potrei scaraventarti dall'altra parte della strada con un solo gesto della mano stupido ragazzino, non so quanto ti convenga tentare di uccidermi.»
È arrogante, presuntuoso, cattivo.
«Non gli torcerai nemmeno un capello finché ci sarò io.»
«Giusto, c'è la streghetta che ha pieno controllo dei suoi poteri a proteggerti.» sputa con una certa ironia e un tono di sfida.
«Non te lo chiederò di nuovo, che cosa vuoi?»
«Sono venuto a vedere come te la cavi.»
Il mio sguardo confuso si posa sul suo tenebroso e nero come la pece, ma in un attimo ricevo la risposta ai miei dubbi.
Solleva le mani che in pochi secondi sono circondati da una nube nera, forma una sfera di oscurità che si abbatte su di noi. Non trovo il tempo di realizzare quello che sta accadendo, e l'unica cosa che riesco a pensare di fare è di spingere via Jaxon mentre il suo incantesimo mi colpisce facendomi cadere al suolo.
«Edith!»
«Sta lì dove sei Jaxon!» gli ordino mentre tenta di venire verso di me.
«Come immaginavo non te la cavi proprio bene.» continua Elijah mentre cerco di rialzarmi.
«Attaccarmi così in mezzo alla strada, non ti preoccupa che qualcuno possa vederti?»
«Oh non preoccuparti, ho fatto un incantesimo di occultamento mentre il tuo nuovo fidanzatino tentava di fare l'eroe, siamo solo io e te bambolina.» guardo preoccupata verso Jaxon «Ah giusto, io, te e l'umano.»
«Che cosa hai intenzione di fare adesso che nessuno ci sente e ci vede?»
«Voglio farti capire quanto tu hai bisogno del mio aiuto.»
Fa un altro incantesimo contro di me. Questa volta sono pronta, sono più veloce e riesco a creare uno scudo protettivo, ma quando il suo incantesimo si scontra con il mio, la protezione cede e mi colpisce il polso. Gemo di dolore e mi massaggio il punto colpito mentre nella mente si fa spazio il ricordo di un altro scontro.
«Eri tu non è vero?» alla mia domanda aggrotta le scure sopracciglia «Nel bosco, mi hai attaccata tu non è vero?»
«Sei una ragazza sveglia bisogna ammetterlo.» risponde insolente «Dovevo immaginarmelo, dopotutto le persone prive di intelletto non mi sono mai piaciute.»
Un altro incantesimo mi colpisce sulla spalla, poi un altro nello stomaco, poi un altro ancora sulle gambe che mi fa finire di nuovo a terra.
Sento il rumore dei suoi passi venire verso di me, mentre cerco di alzarmi lui me lo impedisce con un solo gesto della mano e mi ritrovo il collo, le caviglie e i polsi immobilizzati da piccoli cerchi neri simili a delle corde.
«Lasciala andare!» urla Jaxon con disperazione cercando di venire verso di me, ma viene bloccato pochi secondi dopo dallo stesso incantesimo che blocca me.
«Jaxon!»
Mi dimeno, cerco di muovere le gambe e di sfilare in qualche modo i polsi da quella stretta infernale, ma tutti i miei tentativi sfumano tra quella morsa che si fa sempre più stretta.
«Possiedi un tale potere eppure sei debole, fragile, i tuoi riflessi sono lenti e non riesci nemmeno a proteggere te stessa e le persone che ti circondano.»
«Smettila.» sussurro con rabbia.
«Ti credevi tanto forte e indipendente mentre rifiutavi il mio aiuto pochi giorni fa, dov'è finita tutta quella forza adesso che ne hai bisogno?»
«Smettila.»
«Tu hai bisogno di me.»
«Ho detto: smettila!»
Sento la rabbia impossessarsi di ogni fibra del mio corpo mentre sento la forza e il potere scorrermi nelle vene.
«Oh eccoli qua i tuoi meravigliosi occhi viola.» sulle sue labbra si dipinge un sadico ghigno.
«Lasciami andare.»
«Perché dovrei farlo? È così eccitante vederti lì inerme, completamente immobilizzata e sotto il mio pieno controllo.» flette le sue dita e la presa sul mio corpo si stringe ancora di più.
«Lasciaci andare!»
«Oh giusto c'è anche l'eroe, mi scordo sempre di te parassita.» pronuncia con odio guardando il mio amico dallo sguardo impaurito «Potrei ucciderti, almeno mi libererei di te una volta per tutte.»
«No!»
La mano di Elijah si stringe sempre di più mentre la presa sul collo di Jaxon si fa sempre più forte togliendogli a poco a poco il respiro. Il suo viso è paonazzo, le vene alle tempie sono sempre più gonfie mentre boccheggia in cerca di aria.
«Lascialo andare!»
Non so se per la rabbia o per la paura di perdere Jaxon, ma il mio potere prende il sopravvento e lo sento pervadere il mio corpo come una scossa elettrica. Una potente onda abbandona il mio esile corpo sprigionando in me una tale forza che non ho mai provato, ma con l'intento di colpire Elijah, che con le sue mani crea un potente scudo per proteggersi lasciandoci liberi, senza volerlo quell'incantesimo colpisce anche il povero Jaxon. Il corpo ormai senza sensi del ragazzo dai bellissimi occhi verdi finisce con violenza contro un albero per poi accasciarsi a terra, mentre Elijah abbassa le braccia rimuovendo la sua protezione non appena il mio incantesimo svanisce. Corro da Jaxon mentre Elijah alle mie spalle si sistema l'elegante giacca nera incolume e senza alcuna ferita.
«Jaxon svegliati ti prego, mi dispiace tanto non avrei mai voluto colpire te.»
Prendo la sua testa nelle mie mani e la appoggia delicatamente sulle mie gambe. Appoggio due dita sul suo collo per sentire il battito e scopro con mio grande sollievo che è ancora vivo.
«È questo che succede alle persone che non usano il loro potere, non puoi reprimerlo per sempre Edith. Ucciderà te e tutte le persone che ti stanno accanto, hai bisogno di me e lo sai.»
Mi volto verso di lui e incastro nuovamente i miei occhi ricolmi di lacrime nei suoi freddo e distaccati, non si è nemmeno scomposto, è sempre lì in posizione eretta e composta a studiare ogni mio singolo movimento.
«Dovrei farmi aiutare da un essere spregevole come te che ha tentato di ucciderci?»
«Non sono il mostro che credi. Se avessi davvero voluto uccidervi non sareste vivi adesso, volevo solo farti capire quanto necessiti il mio aiuto e per dirti che la mia offerta non sarà per sempre valida.» con le lacrime che ormai solcano le mie guance accarezzo dolcemente i capelli di Jaxon mentre quello che ormai sembra essere diventato il mio nemico torna nella sua casa «Se e quando rinsavisci e cambi idea sai dove trovarmi bambolina.»
Mentre cullo il ragazzo privo di sensi tra le mie braccia mi volto verso l'uomo che credevo mi amasse per scoprire che si è già dileguato nel nulla, non c'è più traccia di lui o dei suoi eleganti quanti spietati modi di fare. In compenso vedo mia madre e mio padre correre verso di me con espressione ansiosa e preoccupata dipinta in volto nel vedere la loro figlia in lacrime immersa nel buio della notte con un ragazzo privo di sensi accasciato sul marciapiede.
Mio padre prende Jaxon tra le sue braccia e lo porta dentro casa prima che ci veda qualcuno, mentre mia madre mi avvolge in uno dei suoi abbracci e mi trascina imitando mio padre.
Solo una volta al sicuro da occhi indiscreti nel mio salotto iniziano a riempirmi di domande, racconto quello che è successo per filo e per segno mentre mia madre posa una borsa con del ghiaccio sulla testa di Jaxon.
«L'ho colpito io mamma, volevo salvarlo e invece l'unica cosa che sono riuscita a fare è stato fargli del male.»
«Andrà tutto bene tesoro, fortunatamente non ha alcuna ferita ha solo perso i sensi per l'impatto, non appena si sveglia gli farò un incantesimo per capire se ha delle ferite interne.»
«Com'è possibile che io riesca a combinare solo guai?»
«Tu volevi salvarlo, non sei cattiva bambina mia.» mi rassicura mio padre.
«Lui ha ragione.»
«Di cosa parli?»
«Il suo attacco di stasera non era per farci del male, voleva farmi capire che sono come una bomba pronta ad esplodere. Non lo controllo e potrei fare del male a qualcuno in qualsiasi momento.» li guardo affranta «Lui ha ragione ho bisogno di aiuto, del suo aiuto. Non posso continuare così.»
«Tesoro io non sono sicura che accettare il suo aiuto sia la scelta migliore, ma è l'unica possibilità che abbiamo.»
«Non conosciamo i loro piani mamma, accettare la sua proposta significherebbe fidarmi di nuovo di lui e sinceramente non sono pronta a farlo.»
«Non puoi continuare in questo modo, diventerà sempre più difficile gestire il tuo potere. Più lo reprimi e più aumenta, se non impari a controllarlo adesso finirai per esserne sopraffatta, il tuo corpo non reggerà quel potere tutto insieme.»
«Lo so papà, non mi stai dicendo nulla di nuovo. Ma deve esserci un'altra possibilità.»
«Purtroppo no, temo che al momento sia la nostra unica soluzione.»

Il suono della campanella che segna la fine delle lezioni mi riporta alla realtà, mi sembra che questa giornata sia infinita. Le lezioni sembrano sempre più intense man mano che ci avviciniamo alla fine dell'anno, e il fatto che io sia distratta e abbia la testa fra le nuvole non aiuta di certo. Durante la pausa pranzo ho raccontato agli altri quelli che è accaduto ieri sera con Jaxon ed Elijah e ne erano molto scossi. Dopo che Jaxon ha ripreso conoscenza mia madre l'ha esaminato con degli incantesimi e fortunatamente sta bene senza aver riportato alcuna ferita esterna o interna, ovviamente gli ha consigliato di stare a riposo, motivo della sua assenza alle lezioni di oggi dopo essersi inventato una finta influenza con i suoi genitori. Mi domando più volte quando finirà tutto questo, le bugie e gli inganni diventano sempre più frequenti come il pericolo a cui siamo esposti.
Esco dall'aula e percorro il corridoio verso il mio armadietto mentre penso all'offerta di Elijah, in verità è da ieri sera che ci penso. Per colpa di questi pensieri non sono riuscita a chiudere occhio la scorsa notte, e questa brutta insonnia mi provoca un gran malessere oltre a delle pessime occhiaie. Sono davvero preoccupata e non posso negarlo: per me, per i miei amici e per la mia famiglia. Sono anche combattuta, so che se accettassi la proposta del mio vicino di casa risolverei la maggior parte dei miei problemi, ma secondo Cheryl, se mi ha ingannata una volta potrebbe rifarlo di nuovo.
Chi mi assicura che questa volta è sincero?
Chi mi assicura che tutto questo non faccia parte di un altro piano?
Sono così assorta nei meandri dei miei pensieri che mi accorgo solo ora di aver sorpassato il mio armadietto, torno indietro e una volta raggiunto prendo le mie cose ed esco dall'edificio dove incontro il mio gruppo.
«Eccoti finalmente, iniziavo a pensare che ti fossi persa.»
«Scusa Cheryl, mi stavo dimenticando delle mie cose nell'armadietto, sono tornata indietro a recuperarle.»
«Bene ora che ci siamo tutti possiamo andare.»
Iniziamo a camminare insieme fino ad arrivare alla casa di Jaxon. Abbiamo deciso tutti insieme di fargli visita e di passare il pomeriggio a fargli un po' di compagnia. Spero solo che stia bene, il senso di colpa ancora mi affligge per averlo colpito.
«È proprio vero che l'erba cattiva non muore mai.» esclama con ironia Killian appena entra nella camera di Jaxon.
«Quando sei idiota.» gli risponde divertito «Che cosa ci fate tutti qui?»
«Edith ci ha raccontato quello che è successo ieri sera e abbiamo pensato di venire a vedere se sei ancora tutto intero.» racconta Cheryl mentre si siede al bordo del suo letto.
«Come potete ben notare sono tutto intero.»
«Mi dispiace davvero tanto Jaxon.»
«Edith va tutto bene, sto bene ed è grazie a te.»
«Non credo, sono stata io a colpirti, se non l'avessi fatto non sarebbe successo niente.»
«Se non avessi fatto quell'incantesimo probabilmente lui mi avrebbe ucciso e non sarei qui a parlare con voi adesso.»
«Non saresti morto in ogni caso. Ricordi? Abbiamo tutti l'incantesimo di protezione di mia madre.»
«Hai fatto quello che dovevi.»
«È esattamente questo il problema: io non controllo quello che faccio, e invece di proteggervi non faccio altro che continuare a mettervi in pericolo. Io sono un pericolo per voi quanto lo è Alexander e-»
«Non starai pensando di accettare la proposta di Elijah vero?» mi interrompe la rossa intuendo le mie intenzioni.
«Ci sto pensando si.»
«Non puoi dire sul serio.» esclama allibita Abbie.
«Edith no, non possiamo fidarci.» mi rimprovera il moro ancora sul suo letto.
«Nessuno sta parlando di fidarmi di nuovo di lui, ma semplicemente di accettare i suoi insegnamenti. Con lui potrò finalmente imparare a controllare i miei poteri e potrò proteggere tutti voi senza farvi del male.»
«E se lui approfittasse di questo per rapirti e consegnarti a suo padre?» domanda questa volta Emily.
«Non sappiamo nemmeno da che parte stia. Ha finto con te per tutto questo tempo spiandoti per conto di suo padre, invece adesso vuole aiutarti e collaborare con te alle sue spalle. C'è qualcosa che non quadra in tutta questa faccenda.» esclama Killian con sospetto.
«Esatto c'è qualcosa che ci sfugge e che non sappiamo in tutto questo, quale modo migliore di scoprirlo se non stare a stretto contatto con lui? Sfrutto il suo gioco a mio vantaggio, faccio esattamente quello che lui ha fatto con me. Se crede che io mi fidi di lui a tal punto da cedere ai suoi insegnamenti, lui si fiderà abbastanza da rivelarmi i suoi piani.»
«Non ne sono del tutto convinta.» dichiara Abbie preoccupata.
«Gia nemmeno io.» concorda con lei la rossa «Spero solo che questa cosa non ti si ritorca contro.»

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