capitolo otto

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«Brava» mi disse la Celentano una volta che finii la coreografia «Ora puoi andare, ci vediamo questo pomeriggio per la lezione di classico» annuii bevendo un po' d'acqua e salutai lei e Giulietta, con cui in questi giorni avevo stretto quasi un rapporto di amicizia, dovendo provare la coreografia con lei, visto che non era di classico.

Entrai in sala relax e trovai Christian, mi misi le cuffiette collegate all'mp3, in modo da far finta di non sentirlo nel caso mi avesse chiamato. Lo so che questo comportamento può sempre infantile ma è l'unica soluzione che ero riuscita a trovare per stargli lontano e per non far si che la sua presenza mi influenzasse.

Presi le mie cose e corsi via «Asia» mi disse quando stavo per uscire, mi bloccai per un momento rabbrividendo solo a sentire la sua voce, ma poi corsi via scuotendo la testa.

Andai a sbattere contro qualcuno e chiesi scusa non guardandolo in faccia «Ora non mi saluti neanche più?» chiusi gli occhi al suono della voce di Mattia, e poi corsi via rischiando di scoppiare a piangere da un momento all'altro.

Tornai in casetta con l'umore più che sotto terra e le lacrime agli occhi, corsi in camera e lanciai il borsone sulla sedia nell'angolo della stanza, buttandomi sul letto e scoppiando a piangere. No ne potevo più di quella situazione, era quasi una settimana che evitavo sia Mattia che Christian, per evitare di ferire il primo e per evitare di far pensare cose false al secondo.

Appena sentii che i due ragazzi erano rientrati mi chiusi in bagno, cercando di smettere di piangere come una cretina.

Uscii dalla doccia e andai nel cortile sul retro, mettendomi a provare, avrei potuto chiedere alla produzione se c'era una sala libera ma avevo paura di andare in salotto.

«È pronto da mangiare» mi venne a chiamare Carola ma continuai a provare «Me lo porti per favore?» chiesi tra un passo e l'altro «Sai che non puoi continuare così vero?» mi fermai e mi sedetti sui divanetti per riprendere fiato, la ballerina si mise vicino a me.

«Non so come fare altrimenti» confessai iniziando a torturarmi le mani «E poi dovrebbero pensare solo alla danza anche loro» Carola annuì capendo che per una volta non avevo voglia di parlare e si alzò, tornando dopo con due piatti di pasta.

«Guarda che io non mangio mica tutta quella roba eh».

«Uno è per me» mi porse un piatto e le sorrisi, iniziando a mangiare.

Consumammo il nostro pasto ridendo e scherzando, siccome avevamo lezione di classico insieme ci preparammo e raggiugnemmo la sala correndo perché lei aveva fatto ritardo, come sempre.

Fortunatamente arrivammo in orario e la maestra non ci sgridò.

Una volta finito classico avevo di nuovo lezione con Giulietta per la coreografia della puntata, ma appena entrai in sala mi ritrovai Raimondo, Umberto, Francesca e Mattia, il quale mi rivolse un sorriso che ricambiai debolmente «Ho sbagliato sala?» chiesi sperando veramente di averlo fatto «Nono tranquilla, vieni pure» mi disse Raimondo sorridendo, presi un respiro profondo e posai la borsa, affiancando Mattia ma mantenendo comunque le distanze.

«Allora, Asia, ti ho fatto venire qui perché volevo proporti un passo a due, non sarai valutata quindi non è un compito, solo per dare a Mattia la possibilità di ballare con una ballerina visto che è impossibile per lui ballare con le professioniste, e tu ci sei sembrata la più idonea» rimasi paralizzata dalle sue parole, un passo a due? Con Mattia?

Ci riflettei un momento, avevo sempre sognato di provare qualcosa che somigliasse anche lontanamente al latinoamericano e devo dire che la proposta di un passo a due mi allettava molto, il problema era Mattia. Mi passai le mani tra i capelli, tutti stavamo aspettando una mia risposta e questa cosa mi metteva in soggezione «Okay» dissi dopo averci riflettuto ancora, non avrei dovuto parlarci per forza no?

Shadows - Christian Stefanelli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora