capitolo nove

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Dicembre, mese del Natale, tutti dovremmo essere più buoni durante il periodo natalizio no? Ecco, scordatevi che questo influenzi le lezioni di Alessandra Celentano.

Ero appena tornata da una di queste ed ero a dir poco a pezzi. Appena entrai in sala relax trovai Aisha e Sissi a parlare e mi unii a loro, lamentandomi del dolore alle gambe.

«Io e Aisha abbiamo pensato di dare dei soprannomi ai due polli così non rischiamo di spiattellare tutto a tutti, che ne dici?» sorrisi all'idea, sarebbe stato divertente parlare in codice senza che gli altri capissero «Okay Christian lo chiamiamo Occhi d'oro» esordii entusiasta facendo scoppiare a ridere le due ragazze, sapevano dell'ossessione che avevo per gli occhi del ballerino, o se la vogliamo far breve per il ballerino in generale. A dir la verità erano praticamente solo lui e il suo amico a non saperlo.

«Va bene e Mattia?» chiese Aisha.

«Girella» conclusi ridendo dopo averci pensato un po' «Girella?» ripetè Sissi, scoppiando in una risata rumorosa «Siii Girella, perché gira sempreee» Christian interruppe la nostra risata entrando nella stanza, catturando immediatamente la mia attenzione.

«Ehiii Chrii» mi alzai ignorando il dolore lancinante alle gambe «Ciao?!» rispose un po' perplesso, evidentemente non si aspettava un mio riavvicinamento così repentino.

«Ti va se torniamo in casetta insieme?» mi squadrò per qualche secondo e poi annuì, battei le mani contenta e corsi a prendere le mie cose. Prendendolo a braccetto lo trascinai fuori.

«Sai che non sono bravo con le parole» cominciò mentre camminavamo nel corridoio «Lo so» gli sorrisi e lui ricambiò timidamente «Ma ci tengo a parlare con te...quando hai un minuto...se vuoi» le sue guance diventarono due macchie rosse e sembrava trovare tutto a un tratto il pavimento molto interessante. Gli accarezzai la spalla dolcemente «Certo, torniamo in casetta, ci sistemiamo e parliamo okay?» lui annuì e continuammo a camminare in silenzio.

Tornata in casetta mi precipitai in doccia e nonostante stessi fremendo per parlare da sola con il ballerino mi presi una bella mezz'oretta per preparami psicologicamente. Avevo paura di lasciarmi troppo andare e fargli intendere qualcosa, non credevo che uno come lui potesse anche solamente guardare una come me. Lui era gentile, un po' testardo, riservato, educato, rispettoso, ed era più che bellissimo. Avete presente quella persona che pur non facendo niente di interessante cattura l'attenzione e non riesci più a staccargli gli occhi di dosso? Ecco, quello era Christian, ti rapiva con i suoi modi di fare, era così delicato e silenzioso nei suoi gesti che sembrava quasi un fantasma. Ed io ero, beh io ero solo io.

«Chri» mi sporsi in camera sua, era sdraiato sul letto a pancia in su, con le mani incrociate dietro la testa e lo sguardo perso «Ehi Chri» ripetei chiudendomi la porta alle spalle e lui sembrò cadere dalle nuvole «Scusami, ero nel mio mondo, vieni» mi fece segno di raggiungerlo e mi stesi vicino a lui.

Le nostre braccia si toccavano, mi avvicinai di più, sentire la sua pelle a contatto con la mia era diventato un desiderio quasi viscerale, una rassicurazione, che lui era lì, non era un sogno o un ricordo, era lì e potevo toccarlo, potevo sentirlo.

Non parlammo per un po', entrambi eravamo persi nei nostri pensieri. Lentamente intrecciò la sua mano con la mia accarezzandola con il pollice «Perché?» sapevo a cosa si riferiva, e i sensi di colpa si impossessarono completamente di me. Avevo reagito d'impulso, pensando di ferire solo me evitando sia lui che Mattia, non avevo ragionato sul fatto che avrebbero potuto starci male anche loro e mi sentii una stupida, se veramente eravamo amici voleva dire che anche loro ci tenevano a me. Il problema era che io non volevo essere solo amica di Christian, volevo essere di più. Volevo essere la spalla su cui avrebbe potuto piangere, volevo essere la luce nei momenti bui, volevo essere l'áncora nel mare in tempesta e volevo essere le stelle in un cielo limpido, ma più di tutto volevo essere la prima persona a cui pensava quando si svegliava la mattina e l'ultima quando andava a dormire. Per lui sarei potuta essere, amante, madre, sorella e un'infinità di altri 'ruoli' se vogliamo chiamarli così, sarei stata qualsiasi cosa mi avesse chiesto di essere, ma non amica, era troppo poco.

Shadows - Christian Stefanelli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora