14 - Enigma

279 36 14
                                    


Forse non è stata una buona idea, lasciarsi convincere da lei, ma seguirla nel tunnel gli è venuto naturale, non l'avrebbe mai lasciata sola

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Forse non è stata una buona idea, lasciarsi convincere da lei, ma seguirla nel tunnel gli è venuto naturale, non l'avrebbe mai lasciata sola. Da oltre dieci minuti si stanno inoltrando lungo un cunicolo secondario che nel sottosuolo divide in due la zona nord dalla sud. Ora hanno una torcia e una mazza a testa, ma David, con la fiamma ossidrica in spalla, sospetta che Anna non sarà una buona battitrice e che dovrà coprirla, se un'orda li attaccherà. Però riconosce che ha imparato la lezione: procede nel silenzio assoluto, e nonostante questo non hanno mai smesso di comunicare. Col labiale. Lui per capirla ha bisogno di più gesti e sussurri, a lei basta un'occhiata fugace, ma è divertente. Meno lo è percorrere quel canale di scolo che, sì, è poco battuto dalle vedette perché secondo le mappe conduce a un vicolo cieco, ma è spesso infestato. Secondo alcuni, infatti, quello specifico tunnel ospita il quartier generale, il nascondiglio, in altre parole la tana dei ratti.

Nel lieve respiro emesso dai loro corpi che avanzano guardinghi, col sottile sciabordio dei passi lenti, David le sta spiegando col labiale proprio la storia della tana delle femmine, le più feroci, perché difendono i piccoli, quando vede Anna sorridere e dire in un bisbiglio: «Anche lui si chiamava David, come te.»

David si stranisce all'istante. «Stavo parlando dei ratti e tu... ma, scusa, lui chi?»

«Stiamo effettuando una specie di rotazione, fa parte del sistema di incastri del cubo di Rubik. L'inventore di questa rotazione si chiama David Singmaster, un matematico americano.»

«E cosa c'entra, adesso?»

«Grazie a lui stiamo raggiungendo il passaggio segreto» gli strizza l'occhio soddisfatta.

«Grazie a Singmaster?» la osserva scettico. «A saperlo prima!» sospira stringendo a morte e con due mani la mazza.

A un tratto si sente tirare per la maglia: Anna lo ha costretto a fermarsi. Nella semioscurità, David osserva lei e poi il buio assoluto davanti a sé.

«Hai sentito squittii?» le domanda allarmato.

«No» replica Anna, con una tale tranquillità da agghiacciarlo, «ma secondo i miei calcoli, siamo arrivati.»

David si guarda di nuovo intorno spaesato, e davvero ha davanti il niente.

Anna punta la torcia lungo la parete alla sua sinistra, e percorre una scia di metallo e sudiciume che, man mano che il cono di luce la colpisce, rivela dal buio una serie di congiunture e di bulloni ma nessun passaggio.

«Trovato» dice lei, entusiasta.

David la osserva muoversi svelta fino alla lamiera della parete, finché rassegnato si decide a seguirla, sarà pure una Dea ma potrebbe essere anche pazza. Meglio proteggerla da sé stessa.

La vede spingere una mano contro la superficie di metallo, e vorrebbe chiederle di smetterla, spiegarle che una parete è una parete, e se pensa di abbatterla con una mano, forse crede troppo nella matematica. Ma non appena le fa luce per aumentare l'intensità della sua torcia, inquadra meglio quelle congiunture e quei bulloni: disposti in modo rettangolare, come i cardini di...

NON SIAMO FATTI PER LA PIOGGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora