18 - La lunga notte (ATTO TERZO)

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È rimasto ad aspettare suo padre per oltre un'ora

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È rimasto ad aspettare suo padre per oltre un'ora. Inizia a tremare dal freddo e dai nervi.

Lui non tornerà, non verrà più qui, l'ho perso di nuovo... e stavolta per sempre!

Vorrebbe darsi un colpo in testa e farla finita, ma qualcosa lo trattiene: il pensiero di lei. Anna. La sua dea che adesso si starà chiedendo che fine abbia fatto.

Un momento: se lo starà chiedendo... o lo starà cercando?

La sola idea lo fa vibrare nell'anima: lei ne sarebbe capace. Quella ragazza è un'incosciente, convinta che i numeri siano in grado di risolvere anche un dramma famigliare come il suo. Si mette in piedi, e consapevole che i tunnel sono ora gremiti di vedette che spostano carichi di coca, non torna verso i cunicoli, e intraprende il passaggio segreto verso l'uscita che sbuca sulla muraglia, stando attento alle tre tagliole che ha già individuato all'andata. Sull'uscio molla bombola e mazza, stavolta non commetterà lo stesso errore, c'è troppa polizia, qua fuori, per pensare di cavarsela con la balla della festa mascherata.

Una volta all'esterno, richiude in rapidità la parola amore, e Raffaella Carrà torna a essere intatta.

Due guardie fanno la ronda, ma sono distratte, così David riesce a sgusciare via, e corre forsennato fino all'ingresso al Quadrilatero.

Si mischia subito tra la folla. Nell'aria uno stornello romano cantato da un coro di uomini stonati, e nelle narici due contrapposti aromi nauseabondi: pollo alla diavola e tacchino ripieno. Si stanno sfidando, la nord e la sud fanno a gara a chi vende più porzioni.

Al banco dei dolci, che ora oltrepassa mesto, c'è Laura, da sola. Perché è sola? Dov'è finita Anna? Vorrebbe avvicinarla e domandarlo a lei, c'è la tregua, può farlo, ma sa che Laura mentirà, come ha mentito sempre, per questo ha rinunciato alla loro amicizia. Prosegue evitando spallate, banchetti di cianfrusaglie e maiali appesi che rosolano, finché a poca distanza, nota le spalle di Claudio Gelsi, che cammina accanto a tre donne, una delle quali alta e con capelli molto crespi, vestita da odalisca. Infiltrati. Deve evitare che Gelsi lo riconosca, e non ha nulla per coprirsi il viso, nemmeno il suo berretto da baseball; così fa il giro largo, e intanto si domanda cosa stiano facendo: cosa sperano di trovare in piazza, che dovrebbero invece cercare sottoterra.

A pochi passi dal suo banco dei libri, frena la marcia, intorno al tavolo nota con sorpresa due uomini che parlano sbracciandosi, e non due qualunque: Romano, lo zio di Anna, e Alberti, quello dei servizi segreti. Che ci fanno lì? Di cosa parlano? Ha come l'impressione che stiano aspettando lui. Fa per avvicinarsi, superando due gruppi di idioti ubriachi che ballano spingendosi, quando Gelsi e la riccia raggiungono anche loro il suo banco. Si ferma nella folla, e osserva i quattro, che adesso sembrano discutere tra loro animatamente. Prova ad avvicinarsi più possibile, lasciandosi impallare da persone che passano o stazionano a bocca piena sul suo percorso. Vorrebbe essere bravo come Anna a leggere il labiale, non starebbe correndo il rischio di farsi beccare. Ormai è vicinissimo, se le due schiene dietro cui si nasconde, si muoveranno, sarà scoperto.

NON SIAMO FATTI PER LA PIOGGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora