2 - Un traditore e un principe

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Leopoldo è legato a una sedia di paglia come un tacchino, e si lamenta

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Leopoldo è legato a una sedia di paglia come un tacchino, e si lamenta.

Stasera Donna Iolanda non ha pazienza, ringhia: «Hai sbagliato a fare i conti, Leo, o devo pensare che hai venduto alla concorrenza?». I panetti di coca sistemati sul tavolo sono dispari e si vede a un miglio.

Leopoldo frigna, è un lamento insopportabile. «Non ho fatto niente, Donna Iolanda.»

Lo avvicina torva e insinua con la voce sottile: «Allora vuol dire che non sai contare, e a me serve un contabile».

Leopoldo sbianca, terrorizzato, la bocca aperta, la saliva asciutta.

Con un cenno del capo Iolanda ordina a Ciro di prenderlo a mazzate, e subito il pugile che lei paga per mettere in riga chi sbaglia, si fa avanti pronto a colpire duro.

Leopoldo urla disperato: «Se mi risparmiate, donna Iolanda, vi do un'informazione!».

La marcia verso l'uscita si interrompe. «Sentiamo» sibila lei, osservandolo di lato.

Due colpi di tosse e poi Leopoldo tira fuori un singhiozzato: «Al Quadrilatero c'è una talpa...»

La saliva va di traverso pure a lei, che subito lo sfotte: «Vuoi dire un roditore?».

«Voglio dire un traditore.»

La notizia si fa interessante. Donna Iolanda si avvicina alla sedia e alle corde che stringono i polsi e le caviglie di Leopoldo, e sussurra: «Nome?».

Leopoldo strizza gli occhi e scuote la testa, gli costa fatica fare il nome, ma poi pronuncia: «Uno dei figli di Tina.»

Donna Iolanda va indietro e resta per un momento turbata. Ci riflette. Il più grande dei figli di Tina, Alfredo, è un criminale, non andrebbe mai a fare la spia alle guardie, otterrebbe al massimo uno sconto di pena, che con la galera che rischia sarebbe irrisorio; il più giovane dei figli di Tina, Gianni, è troppo tossico per fare il buon samaritano, quello non si ricorda nemmeno che giorno è, rimane solo il secondogenito... David. Il letterato? Impossibile. Dei figli di Tina è l'unico di cui non si è mai dovuta preoccupare, gli altri due sono criminali pesanti ma David sembra uscito da un romanzo, non può essere lui la talpa. Ma non fa cenno dei suoi pensieri con Leopoldo, decide invece di usarlo a suo vantaggio.

«Ascoltami bene, Leo, visto che non sei buono come contabile, ti cambio mansione: tu da questo momento diventerai la mia spia. Portami le prove che uno di loro è un traditore e io ti risparmierò la vita. Se però scopro che hai mentito, giuro che ti affogo nella marrana.»

Leopoldo piagnucola: «Lo farò, donna Iolanda, lo giuro, diventerò la loro ombra, Alfredo, Gianni e David non avranno più segreti per me!»

«Voglio proprio vedere» Iolanda va verso la saracinesca del garage e s'infila sotto alla serranda semiaperta. Sbuca con difficoltà sul marciapiede, sbuffa, si sistema la grossa gonna e sospira tra sé, Se è vero che uno di loro ha tradito, lo ucciderò con le mie mani.

NON SIAMO FATTI PER LA PIOGGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora