Bip.
Bip.
Bip.
Un letto morbido. Una coperta leggera la copre fino al petto. Dell'aria fresca le solletica il viso e il corpo in modo delicato, dandole conforto in quell'estate afosa. Queste sono le prime sensazioni che Izabel riesce a inquadrare dopo aver ripreso conoscenza, ancor prima di aprire gli occhi. Decide di tenerli chiusi per qualche altro momento, assaporando la quiete che la circonda.
Subito dopo qualcuno spalanca la porta e urla: <<quel bastardo di un dottore, mi ha fatto fare il giro di tutto il reparto inutilmente!>>
Si tratta di Max che in pochi passi raggiunge il letto, fa il giro e si siede lì vicino. Prende delicatamente la mano sinistra di Izabel e inizia ad accarezzarla con dei movimenti circolari delle dita. Lei ha ancora gli occhi chiusi. Max è l'ultima persona che vorrebbe vedere e sinceramente non capisce neanche cosa ci faccia lì visto che si saranno parlati si e no un paio di volte in quei mesi. Aveva deciso di invitarlo al suo compleanno in spiaggia solo per cortesia e perché sua sorella aveva insistito fino a farla esasperare, non perché gliene importasse qualcosa.
<<Ti starai sicuramente chiedendo perché sono venuto a trovarti...>> continua accarezzandole la mano. Lei vorrebbe sottrarsi al suo tocco ma così finirebbe per svegliarsi e non ha nessuna voglia di rispondere alle sue domande.
<<Ci conosciamo dalla serata di capodanno organizzata a casa di Giusi, ci siamo parlati ogni tanto in facoltà e siamo anche usciti insieme un paio di volte.>> la sua voce è bassa, profonda. <<Eppure sento come se non sapessi nulla di te. Ho provato diverse volte a farti delle domande personali che tu hai prontamente evitato. Quelle stesse domande ho provato a rivolgerle ai tuoi amici e loro hanno alzato le spalle dicendo che effettivamente non sanno come rispondere...>>
Izabel stava trattenendo il fiato. Nessuno aveva mai provato a conoscerla veramente e in ogni caso lei non aveva intenzione di far entrare qualcuno nella sua vita.
<<Quindi, chi sei veramente?>> lui finalmente allontana la mano e Izabel torna a respirare.
<<Perché nessuno ti conosce veramente, cosa nascondi? Cos'è successo la sera del tuo compleanno in spiaggia? Hai tentato il suicidio? >>
Lei è pronta ad aprire gli occhi e urlargli di farsi i cavoli suoi e andarsene quando un'altra voce la precede: << Max, tu cosa ci fai qui?>> la sua sorellina Tania.
<<Non si vede? Sono venuto a trovarla.>> dice lui con una punta di sarcasmo. <<Pensavo di trovare la fila fuori dalla porta per poterla vedere, visto che conosce mezzo mondo, invece arrivo e la trovo completamente sola. Inoltre le infermiere erano molto sorprese vedendomi e mi hanno detto che da quando l'hanno ricoverata nessuno si è fatto vivo. Si può sapere dove diavolo sono tutti?>> stava quasi urlando. Ad Izabel non serve guardare sua sorella per capire che lei sta fissando Max con uno sguardo glaciale. Quello sguardo sarebbe capace di far ammutolire qualsiasi dittatore.
<<Avevo dei "problemi" da risolvere prima di poter venire, problemi che non ti riguardano e poi, sinceramente, non credo di dover render conto a te di ciò che faccio per mia sorella.>>
<<Si certo, come no>>, silenzio.
Si respira un'aria di tensione in camera quasi soffocante. Tania prosegue: << se hai finito con le tue stupidaggini, vorrei rimanere un pò sola con mia sorella>>. Altri secondi interminabili di silenzio poi Izabel sente Max sospirare e alzarsi lentamente per raggiungere la sorella. Si scambiano qualche parola a voce così bassa che le è impossibile capire cosa si stiano dicendo poi la porta della camera viene chiusa. Tania si avvicina al letto per poi prendere il posto sulla sedia che fino a poco fa era di Max.
<<Avanti, smettila di fingere. So che sei sveglia quindi apri gli occhi.>>
Izabel sente le palpebre incollate e alzarle le costa una fatica immensa. Prova a mettere a fuoco ciò che la circonda e quando lo sguardo ancora offuscato si posa su sua sorella vede che sta piangendo.
Con la voce roca e impastata, quasi irriconoscibile, finalmente dice: <<Si può sapere perché piangi? Risparmiati le lacrime per quando morirò veramente.>>
Altre lacrime rigano il viso delicato di Tania finché non le si butta addosso e la abbraccia, dicendole tra i capelli: << sono quasi tentata di ucciderti io così mi risparmio l'infarto dopo aver ricevuto la notizia che ti hanno ricoverato per l'ennesima volta.>>
Scoppiano a ridere entrambe, come solo sua sorella riesce a farla ridere. Mentre si staccano dall'abbraccio Tania le chiede: << vuoi dirmi cosa è successo questa volta?>>
Izabel sospira e, mentre guarda fuori dalla finestra della sua stanza con uno sguardo vuoto, mormora: <<magari un'altra volta...>>
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The Lost Me
General FictionE' mai capitato di fare lo stesso incubo per diverse notti di fila? Ci si sveglia urlando, in un bagno di sudore, spesso senza avere qualcuno a cui importi cosa sia successo. Questa è una storia come tante, di una ragazza che ha vissuti traumi i qu...