Corazza

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Prima di iniziare questo capitolo, vorrei avvisarvi cari lettori che una scena potrebbe urtare la vostra sensibilità !!

"Un bel libro per ragazzi sta distraendo Izabel dal mondo reale e la protagonista ha proprio la sua età, undici anni.  E' così immersa nella lettura che nel momento in cui dei piatti cadono a terra lei sobbalza dal letto per lo spavento. Sente il cuore palpitarle nel petto per i secondi di silenzio che precedono le urla dei suoi genitori. Sospira e si alza per andare a prendere l'MP3 e le cuffiette. Le ha appena afferrate quando la sua sorellina apre lentamente la porta della camera facendo aumentare il volume delle loro voci e si affaccia con il viso pieno di lacrime e paura. 

Le sorride dolcemente per farla tranquillizzare e la fa stendere sul letto accanto a lei. Proprio mentre è sul punto di coricarsi, sente il suo stomaco brontolare per la fame e sapendo che quella sera non ceneranno, si fa coraggio e decide di andare in salotto per prendere qualcosa da sgranocchiare.   

Percorre il tragitto cercando di essere il più silenziosa possibile, fingendo di essere la protagonista del libro. E' quasi arrivata al suo traguardo quando sente sua madre urlare a seguito dei pugni che le ha sferrato il padre. Si avvicina lentamente alla cucina e sporge leggermente la testa giusto in tempo per vederla rannicchiata a terra, vicino al forno ancora acceso, che si copre il viso cercando di trattenere i singhiozzi mentre lui continua a tirarle dei forti schiaffi sulle braccia e le spalle. 

Izabel non è inorridita, non è dispiaciuta, non è neanche spaventata davanti a quella scena. Lei è arrabbiata. Ha provato diverse volte a parlare con sua madre riguardo queste situazioni senza però menzionarle ciò che successe la notte del suo compleanno ma lei l'ha sempre liquidata definendola ancora una bambina che non può capire.

E' arrabbiata perché nessuno si preoccupa mai abbastanza da notare i suoi silenzi, la sua indifferenza verso il mondo alla sua tenera età, il ribrezzo del contatto fisico dagli estranei, i finti sorrisi che si stampa in faccia ogni giorno sia a scuola che a casa. Nessuno le pone mai le domande giuste fermandosi allo strato superficiale di quella corazza che giorno dopo giorno diventa sempre più impenetrabile. 

Izabel scuote la testa e manda giù quella rabbia verso il mondo. Volta le spalle ai suoi genitori  e si dirige silenziosamente verso la sua meta originale per prendere del cibo e poi raggiungere la sorella. Tornata nella sua camera la trova sotto le coperte con un cuscino sopra la testa per attutire i suoni. Percorre i pochi passi che la separano da lei , butta sul letto i sacchetti delle patatine e togliendole il cuscino le fa vedere le cuffiette. Ne porge una a lei mentre l'altra se la infila nell'orecchio e mette della musica col volume al massimo per distrarre entrambe da ciò che succede all'infuori da quella stanza. 

Con la musica da un lato e le urla strazianti della madre dall'altro, Izabel sente il proprio cuore indurirsi e appesantirsi sempre di più."

Izabel viene svegliata dal suono incessante di pugni sulla porta. Guarda l'ora sul telefono e nota che sono le 02:44. Fa una smorfia di sofferenza e si alza dal letto per andare ad aprire. Quando la porta si apre quel tanto che basta per mostrarle la sorella ferma col pugno a mezz'aria, Tania caccia un urlo portandosi la mano al cuore.

<<Ma sei pazza?! Per un secondo non riuscivo a distinguere il buio di casa tua con i tuoi capelli e il pigiama nero, mi sei sembrata un fantasma! Certo che almeno il pigiama potresti indossarlo di un altro colore, soprattutto d'estate.>>

Izabel la fissa ancora ferma sulla soglia della porta. 

<<Tania mi spieghi cosa cavolo ci fai qui alle tre del mattino, bussando alla mia porta come se non ci fosse un domani? Mi sorprende che non siano usciti i vicini a urlarti di smetterla.>> 

La sorella le mostra il borsone che ha tra le mani ed esclama: << pronta per un'esperienza con una coinquilina?>> poi senza darle il tempo di ribattere si precipita dentro casa spingendo lievemente Izabel che la guarda a bocca aperta.

Neanche il tempo di chiudersi la porta alle spalle che Tania accende tutte le luci di casa costringendo la sorella a portarsi un braccio davanti agli occhi per ripararsi. 

<<Tania quante volte devo ripeterti che voglio vivere da sola?>> 

<<Puoi ripeterlo finché vuoi ma il mio compito è quello di infastidirti a vita e il livello successivo richiede la mia presenza permanente in questa casa.>> 

Izabel sospira sconsolata e si dirige verso camera sua. 

<<E' inutile discuterne ora. Sistemati come sempre sul divano e domani mattina ne riparleremo con calma>> poi chiude la porta lasciando la sorella da sola nell'altra stanza. 

Si è appena buttata a faccia in giù sul letto quando il telefono vibra. Dopo diversi tentativi riesce ad afferrarlo dal comodino e vede che si tratta di un messaggio dal dottor Michael: "Speravo di esserti più d'aiuto e volevo sinceramente scusarmi per la nostra discussione. Ti andrebbe di vederci per un caffè una di queste mattine così ne parliamo?"

Izabel, ancora a faccia in giù sul materasso, emette un grugnito esasperato e butta il telefono sul comodino ignorando il messaggio. 

The Lost MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora