POV MEDICO
Eccola di nuovo li.
Una massa di capelli ricci neri all'ingresso del pronto soccorso cattura lo sguardo del dottor Michael. Nonostante il caldo asfissiante, la ragazza indossa un lungo vestito nero che le fascia il corpo minuto e valorizza i suoi bellissimi occhi verdi. Non si aspettava di rivederla così presto dopo ciò che è successo l'ultima volta. Credeva di capirla, di comprendere le sue sofferenze basandosi sulle sue semplici supposizioni ed esperienze da medico. Si sbagliava.
La vede avvicinarsi con un'altra donna al fianco, probabilmente sua madre. Quest'ultima le parla in modo concitato, gesticolando, mentre la figlia la ignora totalmente per concentrarsi sul medico a qualche metro da lei. Il suo viso è una maschera di indifferenza perciò il dottore non riesce a decifrare le emozioni al di sotto di essa quando lei gli sbatte dei fogli sul petto chiedendo: <<cosa diavolo vuol dire tutto questo?>>
Lui confuso abbassa lo sguardo prendendo in mano i fogli di carta per capire di cosa si tratta. Le due donne rimangono in silenzio finché il medico non afferma: <<da ciò che vedo si tratta di un tumore celebrale maligno, si trova nella parte posteriore del cervello quindi parliamo del cervelletto.>>
Alza il braccio con i risultati dei raggi e della risonanza magnetica per vedere meglio e prosegue: <<la massa tumorale è troppo grande, non credo sia asportabile e gli esami del sangue non promettono bene. Non essendo il mio campo vi consiglio di rivolgervi ad un neurologo per capire se procedere con la biopsia.>>
Riconsegna i documenti a Izabel guardandola negli occhi. <<Non si tratta di un percorso semplice, la persona in questione soffrirà molto soprattutto negli ultimi mesi.>>
Lei alza le spalle, sempre con quella maschera di indifferenza stampata in viso mentre la madre porta le mani sui fianchi e con le lacrime agli occhi le dice: <<te l'avevo detto!>>
Il dottor Michael vorrebbe parlarle quando due infermiere corrono da lui urlando: <<dottore abbiamo un'emergenza con il paziente della stanza diciotto!!>>
Lui si volta verso Izabel per dirle di aspettarlo qualche minuto quando nota che si sta allontanando trascinandosi la madre dietro. Corre da lei e la prende per il polso poi, sotto il suo sguardo stupito, estrae la penna dal taschino del camice e le scrive il suo numero di telefono sulla mano. Mentre la ragazza si guarda la mano lui le dice: <<per qualsiasi cosa, che sia per dei dubbi o semplicemente per dei consigli, non esitare a chiamarmi.>>
Senza darle il tempo di replicare, le sorride e poi le volta le spalle per correre dal paziente.
Per il resto della giornata continuerà ad avere quel sorriso da ebete stampato in faccia, contento di essere riuscito a rimediare in parte al disastro dell'ultima volta.
_______
POV Izabel
<<Perché quel medico ti ha lasciato il suo numero di telefono?>>
Izabel sospira. <<Non lo so mamma e in ogni caso non credo ti riguardi>> poi le chiede: <<a proposito, Franco e Tania ne sono al corrente?>>
La madre abbassa lo sguardo sul cemento.
<<Si, lo sanno da circa una settimana.>>
Il silenzio successivo che si è creato tra le due donne viene smorzato dalla suoneria del telefono di Izabel che osservando lo schermo nota che si tratta di una chiamata da sua sorella.
<<Mamma ti accompagno alla fermata dell'autobus e poi devo lasciarti, ho delle questioni da risolvere. Per qualsiasi problema chiamami oppure fai chiamare Tania.>>
La madre la guarda come se dovesse piangere da un momento all'altro.
<<Vai pure non ti preoccupare, al momento sto bene. >>
<<Sei sicura?>>
<<Si, sono sicura. Vorrei solo chiederti scusa.>>
Izabel la guarda confusa. <<Di cosa ti stai scusando?>>
<<Di tuo padre.>>
La figlia la osserva in modo serio per qualche secondo poi afferma: <<non credo ci sia molto per cui tu debba scusarti ma lo apprezzo lo stesso.>>
La madre ricambia il suo sguardo e con occhi stanchi le dice: <<e invece si, ci sono così tante cose per cui dovrei scusarmi...>> poi senza neanche salutare la figlia, si incammina lasciandola sola con i propri pensieri.
Izabel attende qualche minuto prima di richiamare la sorella.
<<Tania scusami, ero con mamma in ospedale. Dimmi tutto.>>
<<Quindi finalmente te ne ha parlato.>>
<<Si.>>
<<Allora vorrei chiederti un favore: posso venire a vivere con te?>>
Lei sospira di nuovo alzando gli occhi al cielo.
<<Tania ne abbiamo parlato tante volte, non voglio nessuno in casa mia. Un conto è se vuoi fermarti per qualche giorno, e saresti la benvenuta, ma per il resto voglio vivere da sola. Oramai sei maggiorenne, potresti trovarti benissimo un monolocale e un lavoro mentre finisci gli studi. Senza contare che la mamma avrà sicuramente bisogno di aiuto ora che sta male.>>
Dall'altro campo del telefono si sente un silenzio assordante per qualche secondo e infine torna la voce della sorella.
<<Va bene>> poi riaggancia.
Per la decima volta dall'inizio di quella giornata soffocante, Izabel fa un respiro profondo per cercare di mantenere la calma poi registra il numero di telefono del dottor Michael.
Prima di pentirsene gli scrive un semplice messaggio: "grazie", tralasciando di specificare da chi arrivasse.
Ripone il cellulare nella borsa e si incammina per la sua strada, cercando di capire come comportarsi su questo nuovo problema che è saltato fuori.
Ripensando invece alla questione di sua sorella, una strana sensazione le stringe il petto. Sente come se dovesse succedere qualcosa di brutto.
Scuote la testa cercando di cacciare via questi pensieri.
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The Lost Me
General FictionE' mai capitato di fare lo stesso incubo per diverse notti di fila? Ci si sveglia urlando, in un bagno di sudore, spesso senza avere qualcuno a cui importi cosa sia successo. Questa è una storia come tante, di una ragazza che ha vissuti traumi i qu...