CAPITOLO 16: COME UN TOPO IN TRAPPOLA

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Entrai in quella casa irrimediabilmente devastata dalle macerie del palazzo distrutto dall'enorme mostro metallico. Avanzavo dentro la casa cercando di attraversare la casa il più velocemente possibile attraverso tutti i buchi presenti nei muri, sgusciavo attraverso le fessure nei muri come una lucertola cerca di raggiungere le sue prede scalando un muro, si sentiva un odore forte e fastidioso, come se qualcosa fosse andata a male, infatti a pochi metri da me si trovava un frigo caduto con il contenuto riversato in terra.

Mentre avanzavo rapidamente tra le macerie dell'abitazione e suoi mobili sparsi per le stanze della casa, notai qualcosa di strano, non avevo avvertito nessun rumore fino ad ora, apparte lo scricchiolio continuo del solaio che dava segni di cedimento ad ogni mio passo. L'enorme robot non accennava a muovere neanche una sua fibra metallica, restando in silenzio, e causando su di me una paura incombente che aumentava ad ogni mio passo.

Non sapevo cosa fare, dovevo scappare il più velocemente possibile, oppure dovevo utilizzare un approccio più furtivo alla situazione in cui mi trovavo. Sapevo solo che dovevo uscire da lì, e in fretta. Il solaio sopra di me iniziava a dare i suoi primi segni di cedimento e i muri della casa presentavano delle crepe preoccupanti. Inizia a muovermi con una camminata veloce ma leggera, mentre cercavo di riuscire a raggiungere l'uscita per accedere all'altra parte della via irrimediabilmente bloccata dalle macerie del palazzo.

Passo dopo passo continuavo a camminare cercando di percepire qualche segno di vita del robot attraverso il mio udito, e finalmente dopo svariati minuti riuscì a raggiungere l'altra parte della via. E lì avvistai la creatura metallica che giaceva esanime sotto un'enorme pila di macerie, appena la vidi mi spaventai, non sapevo se si sarebbe rianimata dopo pochi minuti o se fosse passata definitivamente dall'altra parte, sempre se esisteva un'altra parte.

Camminai lungo quella strada facendo attenzione a non colpire niente durante il tragitto, appena arrivai alla fine di essa mi voltai per un'ultima volta verso la misteriosa creatura che ci aveva attaccato e non notando nessun movimento, mi rigirai su me stesso per continuare il mio viaggio verso la nostra base, ma c'era solo un problema, un grave problema.

Non sapevo dove andare, poiché non avevo mai avuto l'opportunità di camminare per le strade di quella zona, allora decisi di provare con una tattica, il mio nuovo obbiettivo era di recarmi il più in alto possibile attraverso un palazzo nella zona.

Camminai tra il buio dalla notte rossa mentre osservavo il cielo per notare se qualche cambiamento, avesse alterato l'equilibrio perenne che si era formato dopo quel giorno, e lì lo notai, un palazzo alto poco più di una decina di piani che si evidenziava in un modo particolare dall'altra fauna cittadina.

Quello sarebbe stato il mio nuovo obbiettivo.

Come una fiaccola luminescente nel buio della notte.

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