CAPITOLO 7

513 17 4
                                    


Pov EDOARDO

Arrivati  all uficio della direttrice bussiamo "entrate"

"buon giorno diretri' siamo qui per parlavi di una cosa"
"accomodatevi, ditemi"
"volavano sapere se potevamo crescere ciro qui insieme, la madre non vuole sapere più niente di me"
"certo ma come farete in due celle diverse"
"volevamo anche chiederle di metterci nella stessa cella"
"purché non mi verrete a chiedere di crescere un'altro bambino"
Ridiamo insieme

"arrivederci diretri" "arrivederci ragazzi" la diretri è ci ha dato un foglio da dare al comandante così che ci possa mettere nella stessa cella, arrivati dal comandante accompagnati da Beppe gli spieghiamo il tutto in una velocità tale da far paura a flash e infatti il comandante non ha capito un cazzo quindi siamo stati crostetti a rispiegare il tutto

"allora comanda in poche parole sa cos'è successo prima hai colloqui?" chiede Lea cercando di calmare ciro che piangeva allora decido di tenerlo io e cullarlo, il comandante annui "ecco siamo andati dalla diretri e che ci ha dato il permesso di crescere ciro qui è di stare nella stessa cella" rispiega la ragazza "ok quindi chi va da chi?" chiede il comandate "viene Lea nella mia cella, nella sua un'altra persona la dentro è esplode la cella" rispondo io "vabbè Lea andiamo a prendere le tue cose, Beppe accompagna Edoardo e Ciro in cella" risponde allora il comandante prima di portare con sé la ragazzina e io vado in cella metto Ciro sul mio letto avvolto dai cuscini e faccio spazio alla ragazza

*Pov LEA*

"Lea che fai?" mi chiede nad scioccata come Silvia è gemma "amo non ti procurare cambio solo cella" dico io sorridendo sono felice dopo davvero tanto tempo
"non ti trovi bene con noi amo?" si affretta a chiedere Silvia "amo io starei qui tutta la vita, ma mi hanno affidato il compito di mamma" dico tutta contenta "amo s incint?" grida nad "ma che amo è il figlio di Edo, se lassat cu Carmel e a diretrice ci ha rat ho permess p sta ind a stessa cell" chiarisco io finendo di raccogliere le mie cose

Dopo aver salutato le ragazze vengo accompagnata da Beppe nella mia nuova cella, i ragazzi mi guardavano stranita mentre attraversavo il corridoio delle celle, io non li ho pensati mi sono avvicinata alla cella di Edoardo è ho sorriso vedendo la scena di lui che faceva spazio tra le sue cose e ciro che rideva vedendo la disperazione del padre

"ehi" saluto avvicinandomi a Ciro è mettendo la mia borsa a terra
"ci hai messo più di mezz'ora per prendere tutto" rise Edoardo all'espressione del figlio appena gli levai il ciuccio da bocca
"Eduà è capi ca teng na cos comm mezz armadij apress" guardai Edoardo prendendo ciro e facendolo dormire

Una volta che il baby-tigre si è addormentato io e Edo abbiamo sistemato tutto facendo spazio anche per le cose del bambino, stavamo fumando vicino alla finestra quanto entrano totò, cardio, Milos e Tano

"we fucchero filato che ci fai qui?" chiede Totò, alzo gli occhi al cielo
"totò stong ca p fa a mamm" indico Ciro che sentendo la voce di totò si è svegliato
"ma è figlit eduà?"chiede o purucchio
" si è figlim, bell è?"si vanta il cretino
" comm a te" rispondono in coro totò e cardio, mentre io arrivo difronte a Ciro che allunga le braccia per essere preso in braccio, lo prendo è lui mi tocca il seno facendo capire che a fame
"figlit ten buon gust eduà" dice un nero riferendosi a me
"nun t prmetr mai chiu strunz" urla Edo dalla cella

"ciru i nun t pozz allatà" gli dico dopo la millesima volta che allontano il baby-tigre dal mio seno
"A CENA" le urla di lino risuonano nelle celle facendo piangere il bambino

"stu cretur m la buffat, tie eduà è figl a te viratel tu" esclamo facendo la finta incazzzata "ja Lea Liev stu miss è iamm a magna, vrimm pur s c sta coccos po cretur ja" mi rispose lui ridendo sotto i baffi, gli feci la linguaccia è andammo a mangiare

*Pov CARMELA*

Mi ha distrutta non avrei mai voluto lasciargli ciro ma mi sono fatta prendere dalla rabbia ma ora non posso tornare piu indietro già ho firmato tutte le carte, mi serve solo la sua e quella di qualcuno che cresca ciro con lui

"vita mi, s site tutt cos vir" è la frase che mi ripete mia madre da tutto il giorno
"NO MAMMÀ, NUN GIÀ FACC BAST STA VOT È FURNUT NUN VOGL SAPE CHIU NU CAZZ E ISS RIMAN PIETRO VIENE A CARICARE TUTTO E CIO PORT" urlo in preda alle lacrime, io lo amavo davvero

Un bussare frenetico ci fa sussultare mi alzo e vado a vedere chi è
"Pietro tras, ma non dovevi passare domani" il ragazzo entra e mi abbraccia "papà ma itt tutt cos, pens ca sarà sorm a crescir o cretur" dice dopo che si è staccato "sono passato oggi perché domani per le 10 devo portare tutto all'ipm" finisce la frase
"ok, la c'è tutto" indico sai scatole davanti alla porta che contengono : il passeggino completo di navicella e ovetto, la culla, la sedia per la macchina, tutti i panni, lenzuola, coperte e il resto

"solo questo?" chiede Pietro una volta caricato il furgone
"no ci sarebbe pure quella ma è tutto da buttare poi se lui le vuole non lo so" indico la valigia dove dentro ci sono tutti i suoi regali, le lettere e le foto
"domani gli chiedo se la vuole, buonanotte" se ne va chiudendo la porta alle sue spalle

Sono contenta che sia la figlia di don Salvatore a crescere ciro almeno in caso voglia sapere come stia posso chiedere o a Pietro o a don salvatore

"carme a mammà magn ja" mi invita mia madre "nun teng fa mà, fangel mangià ho can" mi alzo è mi recò nella mia camera, mi metto il pigiama e mi metto nel letto inizio a piangere di nuovo fino ad adormentarmi 

*nel mentre a casa di salvo*

*spazio autrice*

Ovviamente quanto nella storia dico nero o gualsiasi altra cosa non intendo offendere nessuno solo che cerco di entrare in più è possibile nel personaggio c'è "narra" diciamo così.
Ditemi se la storia vi sta piacendo a me sinceramente non molto non ne sono convinta so per certo di poter far di meglio

A Panter Ca Sa Nascond// Mare Fuori Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora