capitolo 8.

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Pov.Ally
É straziante starsene chiusi in casa da soli, non ci sono nemmeno i genitori di Sarah con cui parlare perché stanno via dei mesi per lavoro..
Decido quindi di andare a trovare Luke.
Mi dirigo in bagno e mi faccio una doccia rigenerante, frizionando i capelli con lo shampoo alla pesca e passandomi con forza la spugna insaponata sul corpo, forse per togliermi di dosso la costante sensazione di malinconia che mi sovrasta da più di due settimane a questa parte; la doccia sembra funzionare perché quando esco mi sento una persona nuova, con meno ansia e," felice" oserei dire.
Mi vesto semplice ,con un jeans e una maglietta grigia, legando i capelli ancora umidi in uno chignon spettinato,infilo il giubbotto, mi armo di telefono e auricolari e mi avvio verso la fermata degli autobus.

L'autobus è vuoto e prendo posto vicino al finestrino, ammirando il paesaggio invernale sotto le note di nuvole bianche di Ludovico Einaudi; e una sensazione strana mi pervade, come la calma che precede la tempesta.

Luke É ancora lá. disteso immobile sul lettino, la sua pelle impallidisce sempre di più e dimagrisce a vista d'occhio. Sento come una pugnalata al petto a vederlo così, non riesco a trattenere le lacrime mentre gli accarezzo il viso e queste cadono bagnandolo leggermente. Alcuni macchinari a lui collegati iniziano ad emettere "bip" più velocemente; preoccupata chiamo un'infermiera ma questa mi sorride e dandomi una pacca sulla spalla mi dice "no tesoro, tuo fratello sta benone, e sa che sei qui,quello schermo che vedi indica la sua attività cerebrale, che è al massimo. Tuo fratello é fuori pericolo piccola, dobbiamo solo avere pazienza che si svegli." Detto questo se ne va lasciandomi singhiozzare abbracciando Luke. Non so se é tutto un miraggio, ma sono sicura di aver visto delle lacrime scendere dai suoi occhi.
**
Sono passate due ore ed è giunto il momento di tornare a casa. Non appena penso alla parola casa mi spunta nella mente l'immagine di due occhi argentei che mi guardano; decido quindi di andare nel bosco.
Arrivata davanti alla casa mi fermo lá, di fronte alla porta, con la mano sulla maniglia Come il primo giorno in cui sono finita in questo posto; chiedendomi se è la cosa migliore da fare, se può essere rischioso..quindi chiudo gli occhi e mi concentro su ogni rumore, bene, niente di sospetto. Prendo un profondo respiro e apro la porta.
Noto che é rimasto tutto come nella mia ultima visita, niente è stato spostato.
Cautamente controllo ogni stanza, sperando in cuor mio di riincontrare quel ragazzo misterioso.

Pov. X
Sto dondolando i piedi nel vuoto, seduto su uno dei rami più alti dell'albero più vicino a casa mia; quando sento dei passi lenti venire da questa parte.
Spero che non sia nessuno che vuole entrare in casa, trovo fastidioso quando la gente va a curiosare in casa mia. Infatti la maggior parte di questi non sopravvive , a parte...
La ragazza.
La vedo davanti alla porta indecisa se varcare la soglia o meno, sembra valutarne ogni pro e contro.
quando entra scendo di qualche ramo, non molto, solo per poterla vedere più da vicino senza farmi notare.
Infatti rimango immobile tutto il tempo per non destare sospetti.
Quando la vedo uscire più tranquilla, decido di seguirla;Cautamente scendo dall'albero e, sempre rimanendo ben nascosto cammino dietro di lei. La vedo superare il confine che separa il bosco, che non lascio da decenni, alla città. Faccio un passo e sono fuori dal bosco e a grandi falcate mi mimetizzo tra le persone, quindi, la seguo fino a casa sua.
Durante il tragitto avevo pensato di presentarmi o Comunque di chiederle qualcosa in modo da potermi avvicinare a lei; ma i miei piani vanno in fumo poiché vedo l'amica che l'abbraccia di slancio appena apre la porta.
Noto con dispiacere che il cielo sta iniziando ad oscurarsi; sarà meglio ritornare il più veloce possibile nel bosco prima che..che succeda.

The darkest houseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora