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Dakota è stata trasferita nel reparto di degenza da circa una settimana. Secondo un'analisi superficiale, potrebbe essere dimessa, ma credo che John voglia tenerla qui per un altro po'.

Bussano alla porta del mio studio. È Abby
-Ciao!
Dice lei
-Ciao...
-Ti ho portato un caffè!
Dice
-Grazie...
-Ti volevo parlare di una cosa.
Dice
-Dimmi!
Dico
-Si tratta di Dylan.
La guardo
-Lui è innamorato di Dakota. Era pronto a sposarla...
Non dico niente
-...ma tu gli piaci, Beth!
Sorrido
-Non l'ho mai visto comportarsi così con una ragazza...non per come è con te.
-Grazie Abby, ma lui vuole un po' di spazio e io glielo lascerò.
Dico
-Dottoresse, c'è un'emergenza!
Dice Joey entrando nello studio.

-Donna, 80 anni, la figlia l'ha trovata svenuta in camera. Segni vitali stabili. Ha ripreso conoscenza in ambulanza.
Guardo il paramedico che mi informa delle condizioni della donna
-Scusa...
Dico
-Quale sarebbe l'emergenza, se la donna sta bene?
Chiedo.
Il paramedico mi guarda
-La donna poco prima di svenire, ha acceso una sigaretta. Quando si è sentita male, la sigaretta è caduta a terra e ha incendiato la moquette. La figlia è rimasta gravemente ustionata.
Dice
-L'ha presa in cura il dottor Spencer.

Sam viene verso di me
-Dylan vuole che l'assista!
Dice.
Senza dire niente vado nella sala trauma in cui c'è Dylan
-Ha ustioni sul 50% del corpo. Le gambe sono gravemente ustionate, dovrò probabilmente portarla in sala operatoria per occuparmi delle bruciature.
Dice
-Vieni con me?
Chiede.
Infermieri e tirocinanti mi guardano
-Ci vediamo in sala operatoria.
Dico.

In sala operatoria nessuno dei due parla.
La donna si riprenderà senza conseguenze.
Finito l'intervento lo seguo nel suo studio
-Ceni da me questa sera?
Chiede
-Non sei impegnato con...Dakota?
Chiedo.
Lui mi guarda e mi accarezza il viso
-Dakota, Dakota!
Dice
-Io voglio te!
Dice
-Ma io non so più cosa voglio! Era iniziato tutto come una cosa casual e poi...
Dico
-...poi?
Chiede
-Poi non so cosa hai tu che mi confonde, mi distrae, mi attrae!
Lo bacio.

John entra nella stanza senza bussare
-Ragazzi!
Dice
-Ho bisogno di una cosa...
Chiude la porta
-Stai bene?
Chiedo
-Non credo...
Guardo Dylan
-Questa mattina mentre facevo la doccia, ho notato una macchia sul braccio. La macchia si è espansa fino al torace...
Dice mentre si sfila il maglione.
Si siede sul lettino e avvicino la lampada al suo braccio.

Il braccio di John e colorato da una macchina rossa che parte dal polso e arriva fino al petto
-Ti fa male?
Chiedo
-No.
-Ti prude?
Chiede Dylan
-No...
-Potrebbe essere una reazione allergica.
Dico
-Hai altri sintomi?
Chiedo
-Ho il fiato corto...
-Hai la febbre?
Chiede Dylan
-Non lo so...
Dice
-Facciamo un emocromo...
Dico.
Dylan effettua il prelievo
-Lo porto in laboratorio!
Dice uscendo dalla stanza.

Guardo John seduto sul lettino
-Non sarà niente...
Dico.
Sorride
-Hai parlato con Dylan?
-Si...
Dico
-Cosa avete deciso?
Chiede.
Sorrido
-Ci vediamo questa sera...
Mi guarda
-...per parlare...
Sorride
-Sai che non sarà così!
Dice
-Che succede John?
Chiedo
-Niente...
Dice lui. Mi abbraccia e mi accarezza il viso.
Sorrido.

I risultati delle analisi di John arrivano nel primo pomeriggio.
Entro nello studio di John
-Allora?
Chiedo
-Quasi sicuramente è stato punto da una zecca...
Dice Dylan
-Ma come ho spiegato a Dylan, non sono andato a fare nessun safari in Africa!
Dice lui
-Potresti essere stato punto anche un paio di settimane fa e non aver avuto reazioni...
Dico
-Iniziamo con una terapia antibiotica e per sicurezza cerchiamo il morso dell'insetto.
Dico
-Scusate, ma ho un'emergenza!
Dice Dylan correndo via.

Inizio una salina nella quale aggiungo una fiala di antibiotici a largo spettro
-Mi vuoi spogliare?
Chiede John ridendo.
Sorrido
-Facciamo che ti spogli da solo e poi ti controllo...
Dico.

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