Sei, casa.

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-"Quindi nonna poi cosa è successo?"
Sono fuori in giardino con la nonna che mentre si prende cura delle piante mi racconta delle cose successe anni fa, nella sua carriera professionale
-"Gli ho detto che mi licenziavo"
-"Noo non è vero!"
nonna Virginia annuisce con la testa
-"Eccome se è vero, gli ho lasciato lì le scarpine da ballo e me ne sono andata sbattendo la porta"
segue una sua risata che per me è contagiosa
-"Sei il mio idolo nonna, è ufficiale!"
-"Però poi lui venne a cercarmi"
-"Me lo immaginavo, e che ti disse?"
-"Che mi aveva dato abbastanza giorni per ritornare e dato che non lo avevo fatto mi era venuto a prendere lui. Ma io mi rifiutai nuovamente e lui lì mi guardò, per quella che a me sembrò un'eternità, dicendomi che poteva accettare di non rivedermi più a lavoro ma mai avrebbe accettato di non poter rivedere più il mio viso"
Questo colpo di scena è inaspettato perché la nonna non mi ha mai parlato dei suoi amori passati.
Mi immobilizzo per un momento, la guardo e lei fa lo stesso, con l'annaffiatoio a mezz'aria e lo sguardo rivolto verso un passato. Si perde tra i ricordi di un amore che porta dentro di lei da tanti anni.
-"E tu, che cosa hai risposto?"
-"Niente" e un po' ride "non ho avuto tempo perché due secondi dopo lo stavo già baciando"
riprende ad occuparsi delle piante, io provo a vivere il suo racconto immaginandomi la scena.
Il vento soffia senza prepotenza, porta quasi a rilassarsi.

Il mio telefono riproduce un suono corto, pigramente lo tiro fuori dalla tasca della tuta e osservo il motivo di tale rumore. Gli occhi quasi si sgranano e la testa ha bisogno di leggere due volte per accertarsi che sia vero. Lo é: l'emittente é proprio Manuel.
"Ti ricordo il tuo promemoria: cercare siti per l'università"
altro suono corto proveniente dal telefono che reggo tra le mani, ancora incredulo
"E poi parlarne con Manuel, così sarà sicuro che l'ho fatto davvero"

-"Simone, amore mi passi le tronchesi?"
nessuna risposta da me che ancora fisso questo schermo
-"Chi ha questo potere di far sorridere con tutti gli occhi il mio nipotino?"
la mia faccia da sorridente si trasforma in imbarazzata ed in un attimo afferro le tronchesi vicino a me
-"Cosa? Nonna ma ti pare, che ragazzo e ragazzo"
il tempo che ci impiego per rendermi conto di cosa ho detto è un piccolissimo secondo, ma ormai è troppo tardi per camuffare perché
-"ma io non ho detto la parola ragazzo, amore"
mi prende le tronchesi dalle mani e sorride, io vorrei quasi eclissarmi
-"Quindi è un ragazzo, eh. Come si chiama?"
-"No nonna guarda lascia stare, non è nessuno"
-"A lavoro. Secondo me lo hai conosciuto lì"
ecco, fantastico il potere della nonna ma spero che non arrivi anche a sapere che è fidanzato e non ho alcuna possibilità. Schiarisco la voce
-"Uhm...nonna io vado in camera a leggere, okkei?"
ah perché, leggo libri? E da quando?. Lei ride e probabilmente se non mi sentissi le guance andare a fuoco, farei la stessa cosa
-"Va bene amore ho capito ho capito...vai, quando vorrai sarò quì".

****

A cercare le università dal pc ci vado davvero, anche se al messaggio non ho risposto.
Cosa avrei dovuto dire? "grazie ma tu non sei in questo momento con Luigi?" non avrei potuto, quindi ho preferito evitare.
Ma lo penso. E penso anche che sono stato nella sua testa, altrimenti non mi avrebbe scritto mai.

Sto provando felicità per una persona fidanzata, che per un attimo mi ha avuto tra le mille cose nella sua mente e che si preoccupa del mio futuro.
Ottimo devo dire.
Mi sarei già fatto probabilmente 8 film mentali, se non di più, su noi come coppia se non fosse per quel piccolo particolare che smonta tutto quanto.

Sento l'arrivo di una chiamata dal mio telefono e rispondo in automatico senza guardare
-"Pronto?"
-"Balestra voglio gli aggiornamenti sul suo compito di oggi"
il cuore perde mille battiti solo a sentire la sua voce così, da un apparecchio tecnologico
-"Ferro, che modi irruenti. Stanno continuando le ricerche"
-"Dimmi il tuo indirizzo"
ho sentito bene?
-"Cosa?"
-"Dimmi il tuo indirizzo che tra 5 minuti sono lì. Tu sei una pippa a fa le ricerche"
e io l'indirizzo glielo dico e un po' il cuore felice vuol credere che questa sia solo una scusa per vedermi.

****

Il mio corpo si muove agitato per casa, provo davanti allo specchio la presentazione che dovrò fare alla nonna in caso si incrociassero.
Dio, ti vuoi calmare Simone mica ci sei fidanzato.
Purtroppo, aggiunge la voce del mio cuore.

Il campanello suona prima ancora che possa cambiarmi e okkei, o io ho perso troppo tempo tra le paranoie o lui è venuto volando, altrimenti non si spiega.
Le scale nemmeno le vedo mentre corro per andare ad aprire. Nel momento in cui la porta lascia vedere il viso, i ricci e la figura intera di Manuel, il mio cuore fa le capriole.
-"Beh, carino il pigiamino"
sento i suoi occhi da tutte le parti,
le guance si colorano di un leggero rossore
-"Ma é una tuta!"
sorride
-"Si okkei me fai entrà?"
mi sposto facendo cenno con il capo di venire.
Manuel si guarda intorno mentre si toglie il bomber che aveva addosso
-"Bella casa tua, è così ordinata"
-"Si, aspetta di vedere camera mia"
ride e mi segue per le scale
-"Ah me porti subito in camera tua, de botto. Senza manco offrirmi niente"
in quella frase un po' di doppio senso lo sto leggendo ma sarà, anzi sicuramente é, solo il cuore felice che confonde
-"Hai detto famo la ricerca, prima la famo e dopo mangiamo"
-"Agli ordini capo!"
-"Guarda che non so Chicca io"
Scoppiamo in una risata e la porta della camera si apre.

Entra aggirandosi piano nella stanza e fa un effetto così strano vederci lui, quì, tra le mie cose e il mio mondo.
Siede sopra il letto e gli occhi curiosano tra tutte le cose della camera
-"Dai, pensavo peggio"
-"Cosa?"
Sì, cosa? Perché mi sono perso a guardare te seduto nel mio letto con quel sorriso. Non sto pensando a niente di cauto, lo devo ammettere.
-"Non è così disordinata"
Ah, ecco che intendevi. L'ordine. Parola che in questo momento, con tutto quello che ho in pancia e nel cuore, non so nemmeno cosa significhi.
Passa una mano tra i ricci che diventano scompigliati e io davvero, davanti a una visione così, ho il bisogno fondamentale di sedermi se non voglio finire nel fare cose che potrebbero rovinare tutto.

Un fugace sguardo alle tue labbra però glielo do, perdonamelo. Ma come si potrebbe resistere avendo davanti uno spettacolo simile.
E che vorrei andare oltre lo sguardo, questo non te lo dico e non lo ammetto.

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