Settimane in cui mi limito ad avere solo lo stretto contatto necessario con te.
Mentre ti guardo muovere passi frenetici nel tuo lavoro, parlare con Chicca e ridere, posso solo ammirare senza dire nulla.
E nemmeno quello potrei fare, lo so.
Ho i nervi tesi perché non lo accetto che tu, con questi ricci e questi occhi, sei riuscito a farmi cadere come mai prima mi era successo.E non so come rialzarmi, lo capisci?
Io non lo so come smettere di vederti come ti vedo e sentirti come ti sento.
Brividi e vertigini.
Sei la mia montagna russa, Manuel.
Ma devo accettare che non sono io che ci posso salire sopra.Ho trovato un unico metodo: ignorare e allontanare, tanto è poco meno di un anno dopodiché comincia l'università, comincia la mia vita.
Che vorrei fosse mischiata con la tua.
No, così non ci siamo Simò.
Non puoi dare ad una persona che sai per certo che non ti darà,
non puoi avvicinarti se sai che l'altra persona metterà distanza,
non puo-
-"Hey"
stupido cuore che al solo sentire la tua voce reagisce.
Un secondo, è la durata dello sguardo scambiato.
-"Ciao"
Un braccio trova luogo attorno alla mia schiena e stringe.
Fatico respiri irregolari nascosti.
Mi impongo di rimanere fermo il più possibile, di non tradirmi.
Ma è difficile quando per me questo contatto significa aria.
-"Ce ne andiamo a cena, io e te stasera"
il dubbio di aver sentito bene è fortissimo
-"Cosa?"
-"Hai capito, io e te stasera a cena. Non è una proposta"
-"Ah no? E che cos'è?"
-"È noi che stacchiamo da lavoro e andiamo a mangiare qualcosa da soli, è questo"
-"E se non mi andasse?"
-"So essere molto persuasivo, lo sai"
le parole le trascina e i miei occhi per un millesimo di secondo si posano sul movimento delle sue labbra, così perfette da volerle disegnare e poi esporle in tutti i musei di Roma.
-"No, in realtà non lo so"
Stiamo giocando? Non lo so, ma nel dubbio
-"E allora fidati sulla parola, a dopo!"
se ne va così, lasciandomi un mare dentro lo stomaco e una tempesta dentro la testa.*
Non ho mai contato le ore che mi separano alla fine del turno come stasera, mai una volta ho avuto fretta di abbassare quella serranda se non stasera, che so che dietro ad essa c'è qualcuno che mi aspetta.
E non è un qualcuno qualunque, è quel qualcuno.Finalmente è ora, luci spente e cuori accesi.
Mi sorride e con solo le luci a illuminargli parte del viso, mi accorgo di tutti i minimi dettagli: un neo, un pelo di barba in più, la pelle liscia, gli zigomi pronunciati.
Ed è in questo esatto momento, fuori da questo negozio dove ti ho visto per la prima volta e con la luce della luna unita a quella dei pochi lampioni, che mi arrendo e ammetto che mi sto innamorando di te.
E se, per favore, smetti di sorridere, posso continuare a dire che lo sto facendo e non che lo sono già.Ti raggiungo a passo svelto, che dopo tutto questo tempo separati, anche un solo minuto ne vale cento.
-"Che ti va di mangiare?"
-"Sushi"
-"Simò, che schifo"
-"Tu schifo al mio sushi non lo dici, vié che ti porto io".
Vié, che ti do la mano
per percorrere la strada
dentro di me.
Avrei voluto dirti.*
-"Ti giuro Simò che se hai qualcosa da ridire sulla mia guida ti faccio scendere e vai a piedi"
mi scappa una risata
-"Guarda io non sto dicendo proprio niente"
non sto dicendo proprio niente perché il modo in cui sei concentrato a guidare mi manda fuori di testa,
le tue mani sul cambio e sul volante ed io vorrei solo posarci la mia, sopra la tua, su quel cambio
"anzi.."
Non controllo ciò che esce ma nemmeno, soprattutto, il tono con cui mi esce
-"Che vuoi dire con quel anzi?"
mi guardi dallo specchio
-"Niente, siamo arrivati Manu".*
A guardarci da fuori, direbbero che siamo due complici che ridono sull'utilizzo sbagliato delle bacchette, sui gusti di uno dei due perché "il pesce crudo come fai a mangiarlo" "a Simò dovrebbe piacere pure a te visto che te piace il sushi" "sì ma solo quello cotto" "certo che sei strano" e su un po' tutto. Qualsiasi frase pronunciata è giusta per ridere.
Finché.Finché il telefono di uno dei due vibra e sullo schermo si legge "Lù".
Certo, sarebbe stato bello illudermi ancora un po', invece i miei piedi ora si ancorano al pavimento di questo ristorante, la voglia di ridere improvvisamente passa.
Esce fuori una tosse, più per spezzare questa bolla che per vero bisogno.-"Non rispondi?"
Mi guardi fisso negli occhi, sembri voler cercare qualcosa nei miei
-"No, gli scrivo un messaggio e gli dico che sono fuori"
faccio spallucce, riprendo a mangiare.
Il silenzio è entrato tra di noi come la folata di vento dalla finestra di questo ristorante.
-"Senti Simò.."
non lo voglio alzare lo sguardo dal mio piatto, non ci voglio cadere nei tuoi occhi in questo momento
"che hai in sti giorni? Sembra che mi eviti"
quasi mi strozzo con il gambero fritto che sto mangiando
-"Ma che dici, perché dovrei"
-"Non ti è piaciuto Luigi, vero?. È che lui a primo impatto sembra un po' maleducato, ma fidati che poi ti piacerà"
Mi viene da ridere istericamente, il problema é che l'unico che mi piace quì sei tu
"è espansivo, lo so, infatti glielo dico sempre...però davvero, mi dispiace"
ti dispiace del fatto che si espande dove io mi vorrei espandere? Che cosa ti dispiace, Manuel?
ti dispiace del fatto che il giorno prima c'eravamo io e te, mentre quello dopo c'eravate tu e lui?
-"Tranquillo, davvero. Non ho nulla contro nessuno"
-"Okkei, allora stasera vengo a dormire da te"
I miei occhi saettano sui suoi
-"Come hai detto scusa? Non credo proprio"
-"E dai, ho casa allagata e non vorrai mica farmi dormire fuori"
-"Non voglio farti dormire fuori, voglio farti dormire da...com'era?...ah sì Lù"
Ridacchia
-"Eddai, lui ha casa piena perché ha i coinquilini.
Solo per stasera, te lo prometto"
-"Perché dovrei dirti sì?"
-"Perché tu un amico da solo non lo lasceresti mai"
Un amico, appunto.
"e perché odi guidare, domani ti porto a lavoro io"
-"Non ne sono ancora convinto"
é una bugia, al solo pensiero mi viene da sorridere
-"Ti offro la colazione"
Mi alzo dal tavolo, metto il giubbino e faccio due passi prima di
-"Ma dove vai?"
-"Non andiamo a casa insieme?"
ride e scuote la testa
-"Sì, andiamo insieme".
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Promettimi.
Fanfiction"Promettimi che non te ne vai. Che non importa quanti km ci separano tu per me sarai sempre tu ed io per te sarò sempre io. Promettimelo Manu"