Sette, cuori.

172 13 1
                                    

Le sue dita affusolate sfiorano velocemente i tasti neri rappresentanti lettere della tastiera, la fronte appena corrugata, gli occhi fissi nello schermo e le labbra schiuse di due millimetri fanno sì che nella mia camera, per la prima volta, comincia a mancarmi l'aria. Le mie gambe fanno fatica ad alzarsi, vorrebbero rimanere lì a guardare questo scenario per ancora molto molto tempo.

Ma davvero la mia temperatura corporea si sta ribellando, è quindi con un po' di sforzo che mi alzo ad aprire la finestra quel che basta per non sentire freddo e allo stesso tempo far calmare quello che avverto dentro. Ho dei dubbi, sul fatto che possa funzionare e quando le mie gambe tornano sedute nella sedia vicina alla sua mi rendo conto che no, proprio non funzionerà. Soprattutto se rimango a guardarlo come se fosse la cosa più bella che io abbia mai visto, anzi correggo guardarlo palesando che sia la cosa più bella che i miei occhi abbiano mai visto.
Ecco, sì, così va decisamente meglio.

-"Questa? Che te ne pare?"
Gli occhi seguono i suoi per vedere ciò di cui mi sta parlando. Foto di una università che poi così tanto non convince la mia mente.
Deve averlo capito guardandomi, perché subito dopo aggiunge
-"Dai, è quì vicino e non mi sembra tanto male, no?"
Ora gli occhi si incontrano e ciò che ho in pancia scalpita di uscire. Ci impiego qualche secondo per farlo restare dentro, che è troppo presto ma soprattutto è troppo fidanzato.

Sì, ma è anche troppo bello.

-"Hmm sì cioè...preferisco una che sia lontana da casa"
La sua fronte si aggrotta ancora, solo per qualche secondo e questa volta non per la concentrazione ma forse stupore o curiosità
-"Come mai? Non ti piace stare quì?"
-"Si, però io ho la necessità di vedere come me la cavo fuori da qua. Con solo me stesso, nel bene e nel male"
Abbassa lo sguardo, quasi impercettibilmente scuote la testa. Poi i suoi occhi si posano nuovamente su di me, fatico a reggerli senza far trasparire sentimenti dai miei
-"Io non credo che qualcuno possa mai essere solo, forse fisicamente ma non sentimentalmente. Avrai sempre chi camminerà con il cuore vicino al tuo e non importerà se non potrai vederlo, perché batterà comunque i tuoi stessi battiti al tuo stesso ritmo"

La mia pancia fa due capriole, i miei pensieri più nascosti temono di essere stati trovati, gli occhi imprimono forte questo momento strizzandosi appena e le mani si torturano in un rincorrersi senza fine, si fanno quasi male.

Il suono che esce dalle mie labbra pare un sussurro
-"E per te Luigi è questo?"
lo noto subito, il cambio del tuo corpo da rilassato a un pizzico teso, la tua testa che si muove a destra ed il tuo sguardo che osserva la finestra.
Forse stai cercando, attraverso il vento che c'è fuori, le parole giuste per far arrivare lo stesso vento dentro di me.
O forse stai cercando una risposta che non sai nemmeno tu.
Il cuore spera la seconda, anche se sa che non dovrebbe.
-"Più o meno" dici, continuando a guardare un punto fisso fuori.
Vorrei sapere che cosa ci vedi, proprio lì, in quel punto
-"Che significa più o meno?"
sembra che ti scuoti da solo, la testa si raddrizza ed ora stai fissando me. I lineamenti del viso però, quelli sono rimasti un po' più rigidi, sei teso ed è assurdo che in così poco tempo che scruto, conosco e studio il tuo volto riesco ormai a riconoscerlo.
Forse ho iniziato a farci conoscenza dal primo istante che ti ho visto o forse l'ho sempre fatto, anche prima di incontrarti.
Penso questo, ed è sempre questo che non potrò mai dirti.
-"A volte lo sento, altre no. Tutto quì, è normale, sarà ancora presto"

E vorrei dirti che no, non è tutto quì.
Che meriti di sentirlo ogni giorno, che fosse per me non passerebbe un secondo in cui il mio cuore ballerebbe una musica diversa dalla tua.
Che voglio avere il privilegio di sapere su che note viaggia, questa canzone.
Voglio farla mia, mischiarla alla mia e creare un'unica melodia.

E poi no, non è normale.
Non è normale perché, se so una cosa con certezza, è che l'amore non va a tempo, se deve prendere ti prende tutto subito. Arriva e ti ruba persino i secondi. Non te lo chiede mica, il permesso.

-"Io credo più nel tanto in poco, che nel poco in tanto, Manu"
quel tanto in poco siamo noi, ma non te lo dico.
Lo tengo per me, me lo sussurro nella parte più nascosta di me.
Sembri pensarci, come se stessi parlando con te stesso e dovessi decidere cosa ti convince di più. Lo sguardo basso si rialza solo quando sei arrivato alla soluzione e con uno sbuffo dici
-"Sì, però il tanto in poco c'è anche il rischio che si trasformi in poco"
i tuoi occhi mi mandano un messaggio, come a voler dire: ho capito, che cosa intendevi
-"Cioè?"
ed ora sembrano comunicare: non può essere, ho sbandato solo un attimo
-"Niente Simò, si è fatto tardi"
ed effettivamente è ormai ora di cena, fuori il cielo comincia a colorarsi di una tinta più scura.
Fa compagnia alla mia confusione.
Confusione che, comunque, non mi frena dal dirti
-"Rimani a cena, dai"
ti alzi dalla sedia così velocemente da sembrare che scotti, scuoti il capo
-"Nono, meglio di no"
non rinuncio facilmente, voglio ancora la tua figura in giro per casa a colorarmi ogni mattonella dove i tuoi piedi si posano
-"Dai, non abbiamo ancora trovato l'università. E poi se non ti fermi domani a lavoro ti do fastidio tutto il tempo"
che vorrei farlo ogni giorno e che fastidio vorrei si trasformasse in baciarti , non lo aggiungo.
Ti agiti un po', aspetto paziente. Spero che la risposta sia affermativa.
Dopo poco alzi le mani in segno di resa
-"No ti prego, almeno pace a lavoro"
-"È un sì?"
le mie labbra si incurvano in un sorriso, è vero che lo desideravo ma non credevo lo avresti detto, soprattutto perché di tempo per pensarci ne hai fatto passare poco. Che a convincerti ci ho messo meno di un minuto
-"È un sì, se non cucini tu però"
-"Così mi offendi, sono un ottimo cuoco"
Fingo di essermela presa, lo sguardo che si sforza di chiudersi in una fessura e tu che rimani a guardarmi, la testa ti pesa appena un po' di più da un lato e sorridi
-"Allora, dato che non mi fido, cuciniamo insieme"
E allora, dato che per me insieme possiamo fare anche altro, accetto e usciamo dalla camera.

Chiudo dietro di me la porta, lasciando dentro anche un po' di te e del tuo profumo.

Promettimi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora