Capitolo 1

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CAPITOLO 1

Emma... Emma... quel nome risuona tra le sue labbra ripetutamente. Regina non riesce a fare a meno di pronunciarlo, le sembra un così bel nome, forse perché è lei a portarlo. Vaga tra i corridoi della scuola alla ricerca della sua professoressa, la chiama ma lei non c'è. Regina pensa che non può essere scappata così, non dopo quello che è successo, non dopo aver fatto l'amore con lei. Ferma la sua folle corsa contro il tempo e cade rovinosamente per terra, scoppiando in un pianto di lacrime.

«Regina?» la mora sente una mano afferrarle la spalla e come una molla si alza da letto, rimanendo seduta.

Mette a fuoco la scena davanti a sé e, per la seconda volta nel giro di poche ore, si ritrova l'espressione interrogativa e preoccupata di sua madre vicino.

«Tesoro, va tutto bene? Perché stai piangendo?» Regina è confusa, porta una mano al viso e si rende conto che è bagnato dalle lacrime.

Fa mente locale di tutto quello che è successo nelle ultime ore e, come un trailer velocizzato, tutto prende forma nella sua mente. Osserva sua madre, che ancora la guarda con aria preoccupata, e apre finalmente bocca per rimediare al casino.

«Ho-ho fatto un incubo... ho sognato che tu e papà morivate in un incidente in auto nella strada di ritorno per casa.» questa è la prima cosa che le viene in mente, dovrebbe essere abbastanza credibile come scusa.

«Oh tesoro! Noi stiamo bene, siamo tornati a casa sani e salvi. Tuo padre è sotto in cucina a mangiare qualcosa, era affamato dal viaggio in auto! Stai tranquilla, era solo un incubo.» le dice dolcemente, mentre le accarezza il viso con una mano.

Solo alle sue parole, Regina si rende conto che sua madre indossa ancora il cappotto. Devono essere arrivati poco fa... ma che diavolo di ore sono?

«Menomale... ma che ora è?» domanda subito.

«Sono le 07:30, tesoro. Io e tuo padre siamo partiti presto questa mattina, appena abbiamo finito di sbrigare le ultime cose. Mi aspettavo di trovarti giù a finire la colazione a quest'ora, ma non ti ho vista e sono salita qui.»

Regina sgrana gli occhi. Accidenti, come diavolo ha fatto a non sentire la sveglia?!

«Io... non avrò sentito la sv-»

«Cosa hai fatto alla testa?» osserva il cerotto, e Regina istintivamente porta una mano a toccarsi la ferita.

«Ieri sono sbattuta contro lo spigolo dell'armadio... è solo un piccolo taglietto e l'ho medicato.» sta diventando davvero brava a mentire, non c'è che dire.

«E perché sei nuda?»

Regina abbassa di scatto la testa verso il basso per guardarsi e si maledice mentalmente. Adesso cosa diavolo può inventarsi?!

«Io...»

«Cora? Regina è lì? Tutto ok?» sente la voce di suo padre provenire dalle scale e tira un sospiro di sollievo.

«Sì, è qui, non si è svegliata.» dice ad alta voce Cora per farsi sentire dal marito.

«Scendi giù che ti preparo la colazione, dai. Puoi sempre entrare a seconda ora, no?»

«Sì... posso entrare a seconda, non c'è problema.»

Cora si alza dal letto, afferra la borsa che aveva appoggiato sulla scrivania e si dirige verso la porta.

«Emma è andata via poco fa, l'abbiamo incontrata per strada, in auto. Tutto bene tra voi due? Lo so che è strano vederla qui tutti i giorni e poi ritrovarsela in aula come professoressa...» fa per uscire ma si volta verso la figlia, un po' impensierita.

Il cuore di Regina manca un battito al nome di Emma e la sua mente ritorna indietro di qualche ora, alle parole della bionda... "Se tua madre lo scopre mi e ci uccide".

«S-sì... va tutto bene, sto solo cercando di abituarmi alla cosa!» risponde di fretta, mettendo in chiaro le cose.

Cora annuisce ed esce definitivamente dalla stanza, mentre Regina si lascia cadere sul letto emettendo un sospiro preoccupato ma allo stesso tempo di sollievo.


Dopo aver avvisato le sue due amiche del ritardo, promettendo di raccontare tutto, si prepara e va a fare colazione.

«Ehi dormigliona!» Henry, seduto a tavola, si alza e va incontro alla figlia stringendola in un caldo abbraccio.

Regina si lascia andare, ama essere abbracciata da suo padre, si sente al sicuro fra quelle braccia.

«Tutto bene a lavoro?» domanda la mora, staccandosi dall'abbraccio e raggiungendo il tavolo per versarsi una grandissima tazza di caffè.

«Tutto bene. Oggi porzione doppia di caffeina, eh?» domanda Henry sorridendo.

«Sì, oggi sì... mi aspetta una lunga giornata. Ho il primo allenamento di pallavolo dopo le lezioni!»
«Giusto, è oggi! Spacca tutto come al solito, mi raccomando!»

Regina sorride a suo padre per poi scolarsi il liquido nero e afferrare un cornetto al volo prima di uscire di casa.


La campanella è appena suonata e tutti gli alunni escono rumorosamente dalle aule, mentre Regina si incammina verso la sua classe a incontrare le due amiche.

«Gina!» esclama Ruby vedendola.

«Ehi!» la mora si avvicina e saluta entrambe.

«Allora? Che cavolo è successo che non ti sentiamo da ieri sera??» domanda subito Mal.

«Da dove comincio?!» chiede ironicamente Regina.

«Da dove vuoi, basta che parli. Abbiamo un'ora buca prima della terza ora, il prof sta male.» dichiara Ruby.

«Oh bene... non per lui ovviamente. Allora andiamo al nostro posto e vi racconto tutto.»

Insieme si incamminano verso il giardino, in una parte nascosta che conoscono in pochi. Ormai è diventato il loro nascondiglio da anni.

«Allora, sputa il rospo!» dice la bionda.

«Ecco... non so come dirvelo quindi vado dritta al punto: siamo andate a letto insieme!»

«Coooosa?!»

«Cazzo!»

«Aspetta, aspetta, aspetta... con calma. Dicci esattamente tutti i passaggi prima di finire a rotolarvi fra le lenzuola.» chiede la rossa.

Regina spiega tutto quello che è accaduto, alle sue due migliori amiche. Racconta di quando ha chiesto ad Emma di spiegarle la sua battuta, di come si è preoccupata quando è andata a passeggiare senza avvisarla, di come si è presa cura di lei quando è andata a sbattere contro quell'armadio, di come è stato inevitabile toccarsi e di come Emma è scomparsa da quando è successo.

«Wow... quindi non la vedi da ieri sera?» domanda Ruby, dopo aver buttato una nuvola di fumo dalla bocca.

«Esattamente...» risponde Regina abbassando lo sguardo.

«Ehi... non ti preoccupare. Magari si è svegliata prima di te ed è andata via sapendo che i tuoi genitori sarebbero arrivati di mattina!» le dice dolcemente Mal, prendendole una mano fra le sue.

«Sì... l'ho pensato anche io. Non lo so, in ogni caso è una situazione strana e non facile.» afferma la mora.

«Ovvio che non lo è! Ti sei portata a letto la tua professoressa!» esclama ad alta voce Ruby.

«Ehiiii, vuoi parlare piano?! Vuoi che lo sappiano tutti entro oggi?!» Regina la rimprovera.

«Scusa!» dice mortificata la mora.

«Lo sai che la dovrai vedere tra qualche minuto, vero?» domanda subito Mal.

«Cazzo! Oggi abbiamo letteratura?»

«Sei proprio sulle nuvole, eh? Tu che ti dimentichi di letteratura?» afferma ridendo Ruby.

«Non c'è niente da ridere, da piangere piuttosto...» dice Regina, per poi afferrare la sigaretta tra le dita di Ruby e portarla alla bocca.

Dopo aver chiacchierato per tutta l'ora, le tre amiche ritornano in aula aspettando con ansia l'arrivo della loro professoressa.

Puntuale come un orologio svizzero, la professoressa Swan fa il suo ingresso in aula. Tutti gli alunni prendono posto velocemente e chi era fuori ritorna subito in aula. La bionda avanza a passo svelto e deciso verso la cattedra, posando come al solito la sua ventiquattrore e rivolgendosi ai suoi studenti.

«Buongiorno. Suppongo che tutti voi abbiate studiato l'argomento che ho spiegato la scorsa volta. Qualche volontario che spieghi la lezione di ieri a chi mancava?» la docente guarda velocemente tutta la sua classe. Nessuna mano alzata. Nessun alunno che si propone.
«Bene, vorrà dire che chiamerò io.» si volta per prendere il registro, ma viene interrotta.

«I-io...» Regina alza la mano e si propone come volontaria. Se questo è l'unico modo per farsi guardare e non essere sdegnata, ebbene sia, pensa la mora.

Emma si gira di scatto sentendo la sua voce, la osserva per qualche secondo, poi parla.

«Bene. Prego.» fa un cenno con la mano per autorizzarla ad iniziare.

Regina spiega la lezione in modo esaustivo e comprensibile a tutta la classe. Emma ne rimane ammaliata e ne ascolta ogni singola parola.

«Ringraziate la vostra compagna che ha evitato voti negativi a molti.» esclama Emma non appena Regina finisce di parlare.
«La prossima volta voglio vedere le mani alzate da parte di tutta la classe. Il mio è un consiglio, se non studiate volta per volta, non passerete mai l'anno con me. Detto questo, posso iniziare a spiegare l'argomento successivo. Aprite il libro a pagina 39.» Emma è categorica, e come al solito riesce ad intimorire tutti quanti.

La lezione finisce velocemente ma Regina vorrebbe quasi che non finisse mai. Sa che deve affrontarla ma ha paura. Emma non si è fatta né vedere né sentire con lei da ieri sera. Se ne sarà pentita? Vuole fare finta di niente? Ce l'ha con lei? Regina è assalita dalle domande, come succede spesso da un paio di giorni.

«Torni subito a casa?» Regina viene ridestata dalla domanda dell'amica.

«Sì, credo di sì. Non so nemmeno se lei sia già andata via oppure se avesse ancora lezione dopo di noi e sia ancora qui. La rivedrò direttamente a casa, dove non potremo nemmeno parlare perché ci sono i miei.» risponde Regina abbattuta.

«Beh, possiamo sempre scoprirlo! Venite.» Ruby si incammina facendo cenno alle amiche di seguirla.

«Allora... vediamo un po'. Swan, Swan, Swan... ecco, aveva lezione nella "C" all'ultima ora!» afferma la rossa guardando nel foglio esposto in bacheca.

«Vuol dire che forse sarà ancora in ufficio! Vai, Regina!» esclama Mal rivolgendosi all'amica.

Regina ci pensa qualche secondo e decide di provarci. Tanto peggio di così non può andare, no?

Cammina velocemente nei corridoi della scuola, sembra quasi un déjà-vu del sogno di stanotte ma stavolta non piange, stavolta è decisa ad avere delle risposte.

Si ritrova finalmente davanti la porta dell'ufficio di Emma e, senza indugiare ulteriormente, decide di bussare. Dopo aver sentito in lontananza un "avanti", apre la porta e si fa strada nella stanza.

«Mi dica pure.» Emma è intenta a sistemare dei fogli e invita chiunque sia entrato a parlare, senza alzare lo sguardo.

«Dobbiamo parlare.» dice Regina tassativa.

Emma alza finalmente lo sguardo e per la seconda volta nella giornata si ritrova gli occhi della sua allieva puntati addosso. Lascia cadere i fogli sul tavolo e si mette più comoda nella sedia.

«Siediti.» dice a Regina, indicando la sedia.

«Non voglio sedermi, voglio parlare.» la mora non accetta scuse, vuole delle risposte a tutte le sue domande.

«Va bene. Di cosa vuoi parlare?» chiede la bionda.

«Ah non lo so, di quello che è successo ieri sera? Di come sei sparita questa mattina? O di come non mi hai degnata di uno sguardo in aula? Vuoi fare finta che non sia successo niente?»

Emma la guarda parlare in silenzio, abbassa lo sguardo e poi si alza dalla sedia per fare il giro del tavolo. Si piazza davanti e si appoggia, incrociando le braccia al petto.

«Non voglio fare finta di niente. Entrambe sappiamo quanto sia complicata la situazione, sono la tua professoressa e tu sei ancora minorenne, nonostante io non sia così grande.» fa una pausa di qualche secondo per poi continuare.
«Quello che è successo ieri sera è stato molto bello, ma non può ripetersi. Ci ho pensato e ripensato, abbiamo fatto una stupidaggine, ci siamo fatte prendere dalla situazione non pensando alle conseguenze. Né io né tu possiamo permettercelo, per motivi diversi. Sono sicura che tu sia abbastanza grande per capire la cosa.»

Regina ha avuto proprio l'unica risposta che non voleva avere. Sente le lacrime cominciare a riempire i suoi occhi, non vuole farsi vedere così, non può permetterselo. Ricaccia indietro le lacrime e stringe i pugni.

«Bene. Facciamo finta che non sia successo niente allora. Tutto normale, come prima. Buona giornata professoressa Swan.» si volta ed esce dalla stanza.

Percorre il corridoio così velocemente che non si rende conto nemmeno di dove stia andando. Il suo viso viene invaso dalle lacrime e questa volta non è possibile ricacciarle indietro. Adesso il sogno diventa realtà.

Si precipita verso la sua auto e vi sale velocemente. Mette in moto e decide di andare nell'unico posto in cui può piangere in santa pace: il suo amato parco.


I minuti passano velocemente, Regina passeggia nervosamente da una parte all'altra cercando di calmare sé stessa. Afferra il cellulare e decide di chiedere aiuto alle uniche persone che riuscirebbero a tranquillizzarla.

Due ore più tardi Regina si ritrova a casa di Ruby, con quest'ultima e Mal che cercano di farla riprendere in qualsiasi modo.

«Non capisco... cioè capisco da una parte, rischia molto e non vuole finire nei guai, però cazzo...» dice Ruby tra il seccato e il dispiaciuto.

«Lo so che rischia e rischiamo entrambe, però non lo so... forse mi aspettavo che andasse diversamente.» dice Regina ancora in lacrime.

«Dai, tesoro, passerà...» stavolta interviene Mal, che abbraccia Regina facendola sfogare.

Il tempo in compagnia delle due amiche sembra volare e, prima che se ne renda conto, sono già le 19.

«È tardi, devo tornare a casa...» afferma la mora.

«Sicura di voler tornare? Perché non rimani a dormire qui da me?» propone la rossa.

«No Ruby, non preoccuparti, preferisco ritornare e non darle tutta questa importanza.» dice sicura di sé Regina.

«Va bene tesoro, lo sai... per qualsiasi cosa noi siamo qui!» entrambe le amiche la stringono in un affettuoso abbraccio.


Regina rientra a casa quasi per l'ora di cena. Entrambi i suoi genitori sono in cucina, indaffarati a preparare da mangiare.

«Ehi, guarda un po' chi si vede!» esclama Henry mentre taglia del pane.

«Ciao!» risponde Regina.

«Oggi sei stata fuori tutta la giornata! Com'è andato il primo allenamento? Stanca?» chiede sua madre.

Regina cade per l'ennesima volta dalle nuvole. Ha completamente dimenticato di avere l'allenamento dopo le lezioni. Si è preoccupata solo di andare da Emma e quando ne è uscita in lacrime ha dimenticato ogni cosa.

«Ehm... bene, bene. Sì, sono abbastanza stanca. Vado a fare una doccia e poi scendo per la cena.» Regina si dilegua velocemente e va in camera sua, sperando di non fare brutti incontri.


Entra in stanza e si chiude la porta alle spalle appoggiandovisi contro. Sbuffa, poi prende l'intimo e dei vestiti puliti per fare la doccia. Riapre nuovamente la porta e si dirige in bagno.

Posa i vestiti sul comodino, apre l'acqua per farla riscaldare e si spoglia dei vestiti. Finalmente dopo una giornata più che stressante, può rilassarsi sotto il getto d'acqua calda.

Una doccia rigenerante era proprio quello che ci voleva, pensa Regina, mentre tampona i capelli bagnati con un asciugamano.

Fa per togliersi il telo che avvolge il corpo quando improvvisamente la porta del bagno si apre e vi entra velocemente Emma.

Entrambe si guardano intensamente. Emma osserva Regina, si perde nell'ammirare il suo corpo bagnato e rimane senza parole.

«Emma?! Che diavolo ci fai qui?» domanda alla bionda, scuotendola dalla trance.

«Ehm... oggi sei scappata prima che finissimo di parlare.» cerca di riacquisire l'uso della parola e di concentrarsi su quello che sta dicendo.

«Credevo che ci fossimo dette tutto. Tu hai detto tutto quello che volevi dire e anche io.» risponde Regina stizzita.

«Sì... ma sei scappata in quel modo ed io-»

«E tu cosa? Hai chiarito alla perfezione il tuo pensiero, va benissimo così. Adesso potresti gentilmente uscire dal bagno e lasciarmi vestire?!» domanda la mora.

«C-certo... vado.» la bionda la osserva per l'ultima volta ed esce dalla stanza.

Emma che balbetta non è da tutti i giorni, la studentessa l'ha messa seriamente in difficoltà.

Regina finisce di vestirsi ed esce a sua volta dalla stanza giusto in tempo per essere chiamata da sua madre per la cena.


Come nei giorni precedenti sia Cora che Henry si occupano di tenere sempre attiva la conversazione, senza mai restare in silenzio. Henry è sempre stato un tipo simpatico e chiacchierone, è impossibile rimanere in silenzio con lui. Nonostante tutto, però, Regina è silenziosa e risponde di tanto in tanto.

«Tesoro, va tutto bene?» Henry chiede alla figlia.

«S-sì... tutto bene!» Regina rischia quasi di affogarsi con l'arrosto.

«Ultimamente sei molto più silenziosa del solito e ti vedo un po' stressata. C'è qualcosa che ti preoccupa? Siamo in famiglia qui, puoi dirci tutto.» dice sorridendo, indicando i presenti.

Regina guarda prima suo padre, poi sua madre e poi Emma. Che cavolo di situazione.

«Va tutto bene, è solo che devo impegnarmi molto tra lo studio e la squadra quest'anno, spero solo di farcela.» Regina devia il discorso principale egregiamente.

«Tesoro, noi siamo sempre fieri di te, qualsiasi cosa tu faccia. Non ti devi preoccupare!» risponde dolcemente Henry.

«Grazie papà.» sorride di rimando Regina.

La cena prosegue tranquillamente e Regina mette su la migliore interpretazione della sua vita. Una volta finito di cenare, saluta tutti e si chiude in camera sua.


Il cellulare squilla sul comodino indicando una chiamata in arrivo, Regina lo afferra e risponde.

"Ehi mora, io e Mal stavamo pensando di uscire stasera. Volevamo portarti in un locale, così ti svaghi un po' e non pensi a tutta la questione "Emma". Che ne dici?"

Ruby parla velocemente e Regina impiega qualche secondo a capire tutto. Riflette rapidamente sui pro e sui contro, e alla fine decide di andarci. Al diavolo, ogni tanto può permetterselo, soprattutto adesso!

Si mette d'accordo con le sue amiche ed apre l'armadio per decidere cosa mettere. Dopo qualche minuto di incertezza, decide di mettere un tubino nero con degli stivaletti dello stesso colore. Ha sempre amato il nero, ed è sempre stata convinta che sia il suo colore. Afferra gli accessori e finisce di prepararsi in bagno, con un filo di trucco e un rossetto rosso fuoco.
Avvisa i suoi genitori che sta uscendo e si avvia verso l'auto.


Ruby e Mal la portano in una specie di discoteca, non è molto grande ma ci sono tantissime persone. Le tre prendono un tavolo e si accomodano ordinando dei cocktails. Fortunatamente nessuno chiede i loro documenti, da fuori non si direbbe che siano ancora delle minorenni. Ancora per poco in effetti. Aspettano le consumazioni e cominciano a chiacchierare del più e del meno.

La serata prosegue velocemente e tra un paio di cocktail, gli shot e qualche ballo in pista, Regina si ritrova ubriaca senza nemmeno accorgersene. Ha decisamente alzato il gomito, e l'ha fatto per evitare di essere sommersa da tutti i pensieri e le preoccupazioni.

Le sue due amiche, che nonostante abbiano bevuto non sono ubriache come Regina, cercano di aiutarla a uscire fuori per farle prendere dell'aria fresca.

«Regina? Come ti senti?» domanda Mal.

«Io lo dicevo che stava bevendo troppo. Te l'ho detto!» esclama la rossa, alzando la voce verso Regina.

«Andiamo a b-ballare?! Dai, dai, daiiiii!» chiede la mora alle amiche, evidentemente in uno stato non proprio sobrio.

«Regina, devi riprenderti. Tieni, bevi un po' d'acqua che ti fa bene.»

«Non voglio acqua. Voglio altro alcool!» cerca di divincolarsi dalla presa di Mal per rientrare nel locale, ma lei è più forte e riesce a tenerla lì.

«Come facciamo? È già tardi e non può tornare a casa in questo stato, i suoi la ucciderebbero!» chiede Mal a Ruby.

«Non ne ho la minima idea... se chiamassimo Emma?!» propone la rossa.

«Sei uscita fuori di testa? È per lei che è in questo stato!»

«E-Emmah? C'è Emmah? Dov'è Emmah?» biascica Regina guardandosi intorno.

«Non c'è nessuna Emma, continua a bere.» le dice Mal per poi rivolgersi a Ruby.
«Visto? Non possiamo chiamare Emma!»

«Sì, però lei potrebbe farla entrare in casa e metterla a letto senza che se ne accorga nessuno!»

«Sì e magari ci finisce pure lei nel letto! Ruby, vuoi sul serio chiamare la nostra professoressa e parlarci?!» chiede la bionda.

«No, ci parleresti tu infatti!»

«Certo, grazie mille! A parte il fatto che non abbiamo neanche il suo numero...» risponde Mal mentre cerca di tenere a bada Regina.

«Quello non è un problema, dammi 2 minuti e te lo trovo!»

«Troviamo una soluzione alternativa piuttosto!»

«Emma... voglio Emma. Perché mi ha abbandonata? Io non sono una ragazzina, io sono g-grande. Voglio Emmaaa!» Regina alza la voce e comincia a piangere.

«No, no, no... non fare così, ti prego!» la supplica Mal. «Chiama Emma!» esclama successivamente rivolgendosi alla rossa.

«Seria?» domanda Ruby.

«Muoviti, prima che cambi idea!»


Note d'autrice:
Come finirà dopo che Ruby e Mal avranno chiamato la loro professoressa? Riuscirà Regina a tornare a casa sana e salva senza farsi scoprire dai suoi genitori? E soprattutto, come la prenderà Emma? Per scoprirlo non vi resta che aspettare e leggere il prossimo capitolo! A presto!

-Serietvaddicted18-

Un amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora