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Liverly

14 Gennaio - registrazione

Saltellavo per scaldarmi nervosa dietro le quinte, ansiosa che chiamassero il mio nome.

Avevo partecipato ai casting a settembre insieme alla mia amica Gaia ma non mi avevano più chiamata, perciò ero tornata a casa.

Ma ero rimasta colpita quando poco più di una settimana prima mi avevano chiamata per partecipare a una registrazione.

Inutile dire che non avevo perso tempo, avevo cercato un volo ed ero tornata a Roma il prima possibile.

E adesso ero lì.

Ansiosa ed emozionatissima.

<<Adesso faccio entrare una ragazza voluta da Emanuel, lei si chiama Liverly>>
Uno dei ragazzi della produzione mi fece cenno di entrare, così feci il mio ingresso in studio sotto gli occhi di tutti.

<<ciao a tutti>>
salutai cortese, rivolgendo un leggero sorriso ai professori e Maria.

<<Tu non sei italiana vero?>>
mi chiese quest'ultima.

<<Si si sono italiana>>

<<Ah! No perché mi hanno detto che sei venuta qua direttamente dalla Spagna>>

Annuii.
<<Si, vivo a Barcellona da 4 anni, ma prima vivevo a Roma>>
spiegai.

<<Ah quindi sei tornata a casa diciamo>>

Ridacchiai annuendo.

<<Che dici, balliamo?>>

Mi posizionai annuendo alla donna che mandó la base.

<<prendi fiato e nel frattempo sentiamo cosa pensano i professori>>

annuii mentre mi sistemavo al centro.

<<Partiamo da te Emanuel, cosa ti ha colpito di lei, che addirittura c'è l'hai fatta ripescare da Barcellona>>
ridacchiai.

<<Allora Maria, di lei devo dire mi ha colpito la sua versatilità, l'ho vista anche nel modern e hio hop e mi é piaciuta tantissimo>>

ringraziai con le mani congiunte a mo di preghiera.

<<Ok adesso vediamo se la maggioranza é d'accordo con la tua entrata nella scuola>>

<<Va bene>>

Avevo avuto un si da Raimondo e dalla maestra Celentano, che per me giá era una vittoria personale, ma quando avevo ottenuto altri due si la mia mente si rifiutava di accettare che fossi entrata.

<<Ti do ufficialmente il benvenuto nella scuola>>
mi porse la felpa che afferrai con mani tremanti.

<<Ora ti aggiungono un banco vicino a Simone e Gaia>>
Mi voltai verso i ragazzi che non avevo ancora osservato e i miei occhi si scontrarono prepotentemente con quelli del ragazzo tatuato in prima fila.

Un leggero brivido mi percorse il corpo, era così tanto che non lo vedevo.
Era sempre lo stesso, solo con qualche tatuaggio in più.

Gli rivolsi un leggero sorriso appena accennato, più per riflesso che per volergli rivolgere un vero e proprio sorriso.

Sotto il cielo di Roma //KUMO//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora