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Liverly
3 Marzo - registrazione

Ero al limite dello stremo.

Quella settimana era stata estenuante.
Avevo ignorato Kumo per tutta la settimana, per quanto fosse possibile ovviamente, visto che dovevamo ballare insieme.

Gli avevo fatto ampiamente capire che non volevo parlare con lui.

Almeno non per il momento.

Me ne stavo seduta al mio banchino, circondata dai miei compagni che ormai avevano quasi tutti conquistato l'ambita maglia d'oro del Serale.

Eravamo rimasti in 5 a contenderci le ultime 4 maglie rimaste.

Avevamo ancora una settimana di tempo per dimostrare tutto di noi, e io non volevo sprecarne nemmeno un secondo.

<<Iniziamo da chi ancora non ha la maglia, Kumo tu sei il primo.>>
Mi concentrai sulla chioma riccioluta del ragazzo.

<<Emanuel cosa balla?>>
Chiese Maria al nostro professore.

<<In realtà, se non è un problema, vorrei vedere Kumo e Liverly insieme nel compito della maestra.>>

Strabuzzai gli occhi a quella richiesta.

Rimasi incollata al mio banco tanto ero rimasta sorpresa.

<<Liv tutto apposto?>>
La voce preoccupata di Maria mi distolse dalla confusione iniziale.

Annuii frettolosamente.

<<Devi scendere anche tu.>>
Mi comunicò.
Sospirai energicamente, prendendo coraggio.

Non potevo credere che stavo per giocarmi il mio probabile ingresso al Serale con quella coreografia.

E non stavo pensando solo a me.

<<Siete pronti? Mando la base?>>
Lanciai un sguardo a Kumo bloccando i suoi occhi nei miei, sperando di trasmettergli la fiducia che in quel momento stavi riponendo in lui.
Feci cenno a Maria, intimandole che eravamo pronti.

Appena la base partì i nostri occhi si incollarono.

Nonostante le emozioni contrastanti che provavo, avrei messo tutta me stessa in quel piccolo pezzo di coreografia.

Mi lasciai trasportare dalle sue mani, mentre mi toglieva una scarpa e poi l'altra, non lasciai mai i suoi occhi, così vicini ai miei.

Allacciai le gambe al suo collo, mentre con lo sguardo, mi chiedeva il permesso per tirarmi su.
Mi diedi una leggera spinta, mentre lui mi aiutava a mantenere l'equilibrio con una mano sulla mia schiena.
Mentre lui mi sosteneva mi tolsi la camicia, mentre atterravo sul petto del ragazzo, aprendo la sua di camicia.

Nel passaggio successivo lui mi strinse a sè, e insieme rotolammo, fino a quando io non mi ritrovai con le ginocchia, poggiate ai suoi fianchi.

Per un attimo mi sembrò che tutto il resto fosse scomparso.
Non eravamo più in studio, eravamo nella nostra bolla, fatta di occhi che si cercavano e si intrecciavano e corpi che si toccavano.

Ci alzammo, e dopo dei brevi passi, ci avvicinammo nuovamente, sentii le mani salde del ragazzo sul mio corpo mentre mi alzava, facendo allacciare le mie gambe al suo bacino, mi adagiò sulla sedia girevole, non lasciando mai i miei occhi.
Afferrai la sua camicia e la sfilai dal suo corpo.

Sotto il cielo di Roma //KUMO//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora