Who do you need?

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A month later.
Era il giorno in cui io e Nate facevamo un mese. Avrei tanto voluto passare questa giornata con lui, ma era a Brooklyn, con il padre. Allora decisi di passarla con Jay, dato che da quando stavo con Nate non la consideravo poi così tanto.

Stare con Nate mi faceva sentire come se non avessi più bisogno di niente o di nessuno.

«Finalmente!» urlò Jay, saltandomi addosso. È davvero leggerissima, amavo prenderla in braccio.
L'abbracciai e salimmo a casa mia.

Avevamo scelto di andare al cinema, quel giorno. Ma alla fine guardammo il film a casa mia, in pigiama e mangiando tante schifezze.

Avevo deciso di non toccare l'argomento della busta, non volevo farle troppa pressione. Decisi di passare un normale pomeriggio tra migliori amiche e basta.

Iniziò il film, ma non riuscivo a non pensare alla busta e a quell'uomo col cappuccio.

La vidi così rilassata che decisi di farle qualche domanda.

«Ehi, Jay..» dissi, con insicurezza.
«Dimmi, B.» dovevo farlo.
«Vuoi parlarmi di quella famosa busta?» dissi, abbassando lo sguardo.

Sapevo che non si sarebbe mai fatta scappare una parola di bocca su quell'argomento, ma cosa c'era sotto? Avrei dovuto preoccuparmi? Non potevo sempre aspettarmi un "no, non è niente di che".

«Blair, ti ho già detto che non è niente, e poi sono sicura che presto o tardi mi scapperà di bocca, lo so» disse, incominciando ad agitarsi.

Decisi di andare a prendere altri marshmellows, ci piaceva abbuffarci di cose dolci.
Ma non appena arrivai a metà corridoio sentii una voce maschile, questa volta più riconoscibile.

«Sei sicura che non sappia altro di quel giorno?» no, non era possibile.
Era Dylan, era la sua voce.

Sapevo che chiunque si sarebbe cacciato in qualche guaio avendo a che fare con lui, come me, o come Nate.

«No, tranquillo, manca poco, non se ne accorgerà prima che succeda tutto quello che deve succedere, vado.» disse, riattaccando velocemente.

Tornai senza marshmellows, che cogliona.
«Chi era?» dissi, avvicinandomi sempre di più al suo cellulare, dovevo avere risposte.
«Serena, voleva sapere se per la sua festa avrei messo le scarpe blu, le tue preferite, o le nere. E tu quali metterai?» disse, sorridendo.

Lo sapevo, mi aveva mentito spudoratamente.
Non ci feci molto caso, sapevo già con chi aveva a che fare. Decisi di togliere il pigiama, infilare un paio di jeans una felpona e le mie all star, uscii di casa, lasciandola li.

Dovevo cercare Dylan e parlare con lui. Se aveva voglia di vendicarsi per il fatto che non provavo più niente per lui, aveva scelto la persona sbagliata con cui prendersela.

A Dylan: «Dove sei? Dobbiamo parlare.»

Dopo ore e ore di continue passeggiate in attesa della risposta di Dylan decisi di ritornare a casa, ero stanca.

Jay non era li. E il film era fermo sulla stessa scena che avevamo fermato quando ero andata in cucina a prendere i marshmellows. Tutte le sue cose erano sparite. Ma cosa aveva in mente?

Quando all'improvviso mi arrivò un messaggio:
Da Jay: «vediamoci al secrets.»

Chiamavamo in quel modo il posto in cui la gente veniva fotografata e poi finiva sul SecretsHW.
Era un posto piuttosto buio, desolato, tranquillo. Io e Jay c'eravamo andate solo una volta, per andare a prendere Nate.

Appena arrivata qualcuno mi tappò gli occhi, era il profumo di Dylan, l'avrei riconosciuto ovunque.

La voce di Jay risuonò in mezzo a quelle mura. «Apri gli occhi, B.»

Senza parole, era meraviglioso.
Il secrets era tutto pieno di candele, in ogni posto. Le mura erano tutte ricoperte da lenzuola bianche con sopra delle frasi come "i need you" oppure "i'm addicted to you". Era tutto così dolce.

Per un attimo pensai che tutto avesse a che fare con Nate, magari voleva farmi una sorpresa, ma non poteva essere così, che centrava Dylan?

«Organizzo tutto questo da settimane, con l'aiuto di Jennifer. È stata davvero molto gentile, ci tenevo a farti capire in qualche modo che anche se non staremo mai insieme, e non avremo mai una relazione come quella tua e di Nate, io continuerò ad amarti. Ti amerò come si ama la luna in mezzo ad un cielo stellato. O come si ama il mare, come si ama l'estate.» le sue parole erano davvero dolci, ma non servirono nè le parole sdolcinate nè la "sorpresa" a farmi dimenticare cosa aveva combinato a me e a Nate.

«Ho bisogno che tu sappia che ti aspetterò sempre!»
«Non credo che ce ne sia il bisogno, Dylan. Tutto quello che è "finito" tra noi, quella sera, in realtà era niente. Noi non eravamo niente, capisci? Non abbiamo mai iniziato ad essere qualcosa, e quella sera, non abbiamo smesso di fare niente, abbiamo semplicemente detto come stavano le cose. Io sto con Nate.» doveva farsene una ragione, io amavo Nate.

«Non pretendo niente, Blair. Lo so che non sarò mai in grado di dimostrarti che tengo a te come mai prima d'ora.»
Era troppo, basta.
Decisi di salutare entrambi e di andarmene, lasciando li Jay.

A NIENTE. Ecco a cosa erano servite tutte quelle cose.

Durante il mio tragitto verso casa non potevo che pensare al fatto che dal giorno in cui ci siamo messi insieme, in Nate, oltre all'essere bello, gentile, sempre disponibile, non ci vedevo più niente.
E durante il suo soggiorno a Brooklyn mi aveva contattata soltanto 2-3 volte.

Pensavo anche al fatto che non mi aveva mai organizzato qualcosa di carino. Non dico una di quelle cenette romantiche, come da film. Dico un "scendi, sono sotto",o un "oggi un film, solo tu ed io, da me".

Okay, stavo esagerando.

Ma anche lui era sparito, come tutti, alla fine.

he's the light in my darkness.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora