I don't know what I feel.

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Nate tornò a casa, dopo 20 giorni a Brooklyn, era ora.
Ero così felice di vederlo, ma il Nate che era tornato non era quello di sempre.

Prima di tutto decisi di farlo venire a casa mia, per parlargli del fatto che non mi aveva contattata per tutto quel tempo trascorso a km da me, nemmeno una volta.

E per quanto provassi a farlo io non rispondeva mai.
Cosa stava succedendo?

Appena mi vide mi strinse forte a sè,almeno gli abbracci che spesso mi dava erano sempre gli stessi.

«Nate, cosa sta succedendo?» dissi, guardandolo fisso nei suoi occhi blu mare.
«Perchè mai dovrebbe essere successo qualcosa?»
«Quando eri a Brooklyn ti sentivo distante, è normale. E ora che ti ho qui, ti sento allo stesso modo.»

Era molto teso, l'avevo capito. C'era qualcosa che lo turbava.

«Senti, Blair, pensavo di potertene parlare più tardi, quando saremo di nuovo i Nate e Blair di prima, adesso siamo entrambi un po' tesi» disse, abbassando lo sguardo.

Io? Paziente? Non avrei mai lasciato che se ne andasse da casa mia senza aver detto una parola su quello che lo turbava.

«Non è facile, stiamo insieme da un mese insieme, e già dobbiamo separarci» disse, sempre più agitazione.

Separarci? Voleva lasciarmi per qualcun'altra? O cosa? Non gli piacevo più?

Chiesi spiegazioni.
«B, devo trasferirmi.» disse, mentre una lacrima gli bagnava il viso chiaro.
«Cosa?» una lacrima bagnò il mio, e poi due, quattro, dieci.

La mia vita con Nate era paragonabile ad una favola, la relazione che avrei sempre sognato di avere, la distanza non l'avrebbe rovinata.

«Tranquillo, ce la faremo ugualmente» dissi, stringendogli la mano.
«Non credo che ne sarò in grado» disse, allontanando la sua mano dalla mia.

«Stai andando via così? Abbiamo rotto?» dissi, piangendo.
«Mi dispiace, B. Ho fatto tutto il possibile per far sì che la nostra fosse una relazione perfetta, ti farò sapere quando sarò alla stazione.» disse, lasciandomi sola.

Non poteva finire cosí. Io amavo Nate, lo amavo da morire, e mi lasciò così, senza niente, senza nessuno. Eppure speravo che avrebbe avuto il fegato di lottare contro la distanza, mi sbagliavo.

Three hours later. (Tre ore dopo)
Stava per iniziare la festa di Serena, ed io e Jay non vedevamo l'ora di andarci, Serena faceva 18 anni.

Io ero praticamente un cadavere. Alle 17.30 ero ancora in condizioni pietose.
Credevo che guardare American Horror Story fino alla nausa mi sarebbe servito. Ma niente, niente sarebbe servito a farmi dimenticare Nate.

Quando Jay venne a casa mia le raccontai tutto, e sembrò davvero dispiaciuta. Ero davvero a pezzi, volevo restare a casa mia. Ma entrambe sapevamo che forse andare a quella festa sarebbe stato il modo migliore per distrarmi.

Decisi di asciugarmi le lacrime,infilarmi il vestito che avevo comprato da tanto tempo per quel giorno, sciogliere i miei lunghi capelli rossi, e di sperimentare un po' col trucco.

Il risultato fu incredibile. Non credevo di saperci fare con la roba nera sui miei occhi,invece ero davvero brava.
Il posto dove Serena aveva deciso di festeggiare si trovaga vicino al secrets, era davvero un posto fantastico.

Appena arrivate, io e Jay fummo sommerse da un ammasso di gente che veniva verso di noi, quelli erano tutti gli amici di Serena. Li dentro non si respirava.
C'erano tutti, tranne Nate. Non dovevo pensare a lui, basta.

«Auguri, bitch!» saltai addosso a Serena stringendola forte, dopo tutto le amiche sono le uniche persone che non ti lasciano, mai.

Ricambiò stringendomi altrettanto forte, la guardai. Era davvero bellissima. Aveva piastrato per la prima volta i suoi lunghi capelli biondi, li teneva sempre mossi, naturali. Le stavano meravigliosamente.

Decisi di fare un giro con Jay, ma non appena incontrò Mike, decise di fermarsi un attimo con lui.

Allora continuai il mio giro da sola. Incontrai Vanessa e un paio di amici, si divertivano a bere, anche se la festa non era ancora iniziata.
«Vuoi unirti a noi?» disse Vanessa, ridacchiando. Era già ubriaca.

La Blair che stava con Nate avrebbe ovviamente rifiutato.
La Blair che era stata scaricata dopo un mese e mezzo, avrebbe accettato sicuramente.

Iniziai a bere.
Dopo un po' vidi tutto muoversi, non ero abituata a così tanto alcool, ma tutto sembrava perfetto se serviva a farmi dimenticare di Nate.
Continuai, e gli amici di Vanessa continuavano a battere le mani come degli psicopatici, era divertente dopo tutto.

Fin quando non arrivò Jay, era sconvolta.
«Cosa stai facendo, Blair?» disse, preoccupata.
«Sto cercando.. di.. aspetta.. » ero svenuta.

Bella merda, al 18° della mia migliore amica ero ubriaca fradicia e avevo completamente rovinato tutto.

Ricordo soltanto un:
«Blair, no!» prima di svenire.

Al mio risveglio, ero già a casa, erano l' 1.35 del mattino.
Dylan era accanto a me.
«Finalmente, sei sveglia» disse, guardandomi negli occhi.

Non potevo comportarmi come l'ultima volta, l'avevo letteralmente scaricato per la 3° volta.

«Tu mi hai portata a casa?» dissi, ancora un po' sotto l'effetto dell'alcool.
«Sì,ti ho guardata da lontano tutta la serata» disse.

Era stato davvero dolce.
«Ah, grazie Dylan» dissi, appoggiandomi al cuscino chiudendo gli occhi.
«Di niente. Sarei rimasto ore a guardarti ballare in quel modo, davanti a tutti.» disse quasi ridacchiando.

Cosa? No.
Avevo ballato davanti a tutti? Okay non non mi farò più vedere in giro.

«Tranquilla, eri meravigliosa, tutti se ne sono accorti» scoppiamo entrambi in una lunga risata.

«Non ti ho mai vista così, perché hai bevuto così tanto?»
«Nate mi ha lasciata, così, su due piedi.»
«Oh..mi dispiace»
«Lo so che godi, stronzo.»
«Non posso negare il fatto che vorrei che tu fossi mia»

Ci fu un lungo momento di silenzio, dopodichè ci sbloccammo.
«Sai, forse il fatto che mi ha spinta nelle braccia di Nate è che io ero innamorata così tanto di te, ma tu eri sparito, mi sentivo persa»
Cosa stavo dicendo? Ero ancora ubriaca, zitta, B.

Spalancò gli occhi come per dire "allora significo ancora qualcosa".
Mi guardò un attimo e disse: «Non sono partito per te, B, ma per la famiglia. Non lo dico a nessuno, perché mio padre non vuole che io faccia sapere in giro che per guadagnarsi un po' di soldi, purtroppo, é costretto a partire così,senza preavviso. E delle volte decido di andare con lui, mia madre l'ha abbandonato, gli resto soltanto io.» disse, mantenendo gli occhi fissi sui miei.

«Oddio, che casino.» dissi, riferendomi al fatto che l'avevo trattato di merda, perchè credevo che l'avesse fatto per scappare da me.
Decisi di sfogarmi, nonostante fossi ancora mezza ubriaca.
«Ho bisogno di te, adesso»
«Io ci sono, B, ci sono sempre stato»
«Non è vero, mi hai fatto male sparendo in quel modo»
«Non andrò mai più via da te»
«No, non lo fare, perchè..» tossii.
«Perchè?»
«Perchè ti amo»

Eravamo entrambi un po' sotto shock.
«Scusa, non volevo dirlo»
Dissi, dando la colpa all'effetto dell'alcool.

Mi fece un cenno di approvazione con la testa, e andò via.

«Buonanotte, B.»

he's the light in my darkness.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora