Entrai finalmente in casa cercando di capire cosa fossero quei lamenti provenienti da una stanza che sembrava ancora molto lontana da me,mentre Dylan mi camminava accanto e io non riuscivo quasi a gestire il suo continuo sguardo su di me. Scoppiai.
«Perché mi fissi?»
cazzo,era davvero uscito fuori dalla mia stupida bocca?Scoppiò in una breve ma carinissima risata prima di rispondermi.
«E' da un pezzo che non ti vedo.»
«Già,perché dopo avermi raccontato balle sulla tua famiglia,ti sei anche permesso il lusso di scappare via con la mia migliore amica,lasciandomi completamente da sola ad affrontare questo periodo di merda della mia vita.» stavo davvero esagerando,ma le parole,davanti a lui,uscivano dalla mia bocca senza che lo decidessi.Mi guardò per un istante,dopodiché abbassò lo sguardo.
«Non siamo scappati.» sembrava imbarazzato,molto strano per un tipo come Dylan O'Brien.«E come definiresti due ragazzi che spariscono da un momento all'altro?
Cosa vi ha spinto ad allontanarvi da tutti noi,e in particolare da me?» anch'io mi sentivo imbarazzata,ma dovevo sapere tutto,ormai ch'ero lì.«E' per questo che sei qui,Blair,per sapere la verità.» mi guardò; per un attimo smettemmo di camminare e notai che mi aveva portata ad una porta molto,ma molto lontana dall'ingresso,quasi nascosta.
La porta era chiusa,e finalmente avevo capito da dove arrivavano quei lamenti.«Vai,Blair,entra.» sussurrò,preoccupato.
Aprii la porta e la prima cosa che vidi fu la mia migliore amica sdraiata su un grosso letto matrimoniale,a pancia in su,o meglio,pancione.Non avevo parole,non sapevo davvero cosa dire,nè cosa pensare.
La mia espressione aveva messo in agitazione Jennifer,che stava già soffrendo,e l'ultima cosa che volevo era aumentare il suo dolore.
Cercai di assumere un'espressione differente da quella di prima,anche se la cosa non mi riuscì poi così bene.Mi avvicinai al letto,e distolsi lo sguardo da Jennifer,sedendomi.
«Posso spiegarti!» esclamò,fra una lacrima e l'altra.
Si mise le mani nel viso come per coprirsi,era davvero imbarazzata e vergognata. Dylan era sparito.
Cercai di collegare il tutto,e capii.
«Jennifer,non dirmi che..» l'arrivo di Dylan mi bloccò,e decise di sedersi accanto a noi.Ero arrabbiata,agitata e sentivo troppe emozioni dentro di me,la mia migliore amica a malapena sedicenne aspettava un bambino.
«Vieni con me!» sussurrò Dylan.
Mi prese dalla mano e mi trascinò fuori da quella stanza,non lasciandoci parlare,poiché nessuna delle due riusciva a spiegarsi ciò che stava accadendo.Ero ancora sconvolta,e per Dylan non fu difficile notarlo.
«E' successo tutto due mesi fa o più mesi fa.
Eravamo in un pub,c'era una festa. Jennifer era distrutta da ciò che era successo fra voi due,non sopportava l'idea di dover andare avanti senza di te,anche se non lo dimostrava. Doveva trovare qualcuno che l'accompagnasse a quella festa,sembrava essere davvero importante per lei. Dal momento in cui sono venuto a sapere che nessuno dei miei amici era disposto ad accompagnarla,allora mi sono offerto io,doveva essere solo un favore» nel frattempo una lacrima mi bagnò il viso,sapevo già la fine della storia,soltanto immaginando.Il moro mi guardò negli occhi,ma io abbassai subito lo sguardo. Con la mano destra mi asciugò delicatamente il viso,e continuò.
«Arrivammo alla festa con la sola intenzione di bere un po',mangiare e ballare. Le cose non andarono proprio così,bevemmo un po' troppo,eravamo in compagnia di Vanessa e i suoi compagni di bevute,che sembravano essere sempre disponibili per un po' di alcool. Ci offrivano continuamente da bere,e Jennifer sembrava la ragazza con le idee più chiare,rispondeva sempre di no,mentre io,ormai mezzo ubriaco,la spingevo ad accettare,a volte anche minacciandola che non l'avrei mai più accompagnata ad una festa.»
Lui continuava a parlare ed io lo fissavo come se non avessi voglia di guardare altri occhi,o ascoltare altre voci piuttosto che la sua.«Alla fine cedette e buttò giù il primo bicchierino,fino ad esagerare. Sembrava davvero insicura e gli applausi da parte di quegli ubriaconi sembravano renderla felice,così continuava. Eravamo ubriachi fradici,le luci si abbassarono di colpo e qualcosa scattò fra di noi.»
«Basta!» urlai.
Mi guardò come sconvolto ma allo stesso tempo consapevole di ciò che poteva avermi resa così irritata.«Non voglio sentire altro.» mi presi la testa fra le mani e chiusi gli occhi,cercando di riprendermi da un caos mentale che non faceva che trapanarmi il cervello.
«Pensavo che dirtelo sarebbe stato un modo per riallacciare i rapporti,aiutando la tua migliore amica ad attraversare un periodo come questo»
«Tu hai idea di cosa può succedere nel giro di cinque minuti soltanto a causa di qualche bicchierino?
Dylan,è già tanto se sono arrivata fin qui per incontrare le persone che mi hanno abbandonata senza neanche un minimo di preavviso,e già mi chiedi di stare accanto ad una sedicenne incasinata a crescere un bambino?!» non riuscivo a calmarmi,il cuore mi batteva all'impazzata e le mie mani tremavano come foglie.Nel guardare Dylan capivo che era consapevole del fatto che tutto ciò che avevo appena detto,era giusto,era vero. Ma le sue mani che si muovevano così velocemente nel spiegarmi cosa era successo quella notte,la sua voce che tremava così tanto,i suoi occhi ormai gonfi,scossero qualcosa in me. Per un attimo dimenticai cosa mi avevano fatto,e il mio battito ritornò normale.
Mi guardò per un attimo,e si calmò anche lui.
Mi prese le mani,abbassò lo sguardo.
«Ha bisogno di te,va' da lei.» ricambiai lo sguardo.
Feci incrociare i nostri occhi e per un istante dimenticammo entrambi del guaio in cui si erano cacciati,sospirai e annuii.Mi alzai e mi diressi verso la stanza lontana.
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he's the light in my darkness.
Teen Fictionquesto è il diario di Blair. è il periodo più difficile di tutta la sua vita, ma quando incontra Dylan niente sembra impossibile. scoprirà tante cose che fino a quel momento si erano celate dentro di lei. lei era bellissima, pur essendo così.. buia...