I have no idea.

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Mi girai di botto.

«Cosa diavolo è successo a Nate?» urlai disperata,non poteva accadermi niente di peggio.

«Che qualcuno mi risponda!»


Tutta la gente che si trovava intorno a me e a Jennifer per il magnifico scandalo che avevamo praticamente regalato al SecretsHW,mi fissava ancora,dopo un bel pezzo.


Intanto un altro ammasso di gente si era precipitato sull'auto schiantata.

«Dio!»

Non era rimasto niente di quell'auto,se non cenere.

Mi precipitai anch'io in mezzo alla folla,e cercai di passare fra le numerose persone in cerca di scoop e di articoli in grado di migliorare la loro carriera; io volevo soltanto sapere cosa cazzo era successo al mio migliore amico!


Ero furiosa,e allo stesso tempo il mio cuore batteva così forte,che lo si poteva sentire a km di distanza,stavo morendo di paura.


«Cos'è successo al ragazzo all'interno dell'auto?» chiesi,in lacrime,ad uno dei giornalisti.

Mi limitai a chiederlo gentilmente,quando tutto quello che avrei voluto dire sarebbe stato di cercare di aiutare invece di pensare soltanto alle telecamere.


«Erano due i ragazzi sull'auto!» esclamò uno di loro,sfuggendomi velocemente e cercando di apparire in altri schermi.


Mi guardai intorno,sentivo che nel giro di qualche minuto sarei svenuta; girai la piazza,per cercare un volto conosciuto,ma niente.Jennifer,Vanessa e Dylan erano spariti,completamente.

Intanto il mio battito accelerava sempre di più.


Dopo un po' arrivarono i carabinieri e l'ambulanza.

Nessuno era riuscito a vedere i corpi dei ragazzi che erano sull'auto.


Seguii l'ambulanza,che portò ad un ospedale molto lontano dalla mia città,ma decisi di proseguire comunque,per Nate,questo ed altro.


Appena arrivata non fui in grado di riconoscere nemmeno un volto amico,era impossibile che nessuno dei migliori amici di Nate si fosse diretto verso quell'ospedale,come avevo fatto io.


Mi guardai intorno,ero ancora molto agitata.

Mi sentivo come se le pareti stessero per crollare da un momento all'altro e tutti stessero per salvarsi. Tutti,tranne me e il povero Nate.

Mi incamminai,e intrapresi il lungo corridoio che una gentile infermiera mi aveva detto di seguire se volevo raggiungere la stanza dove i dottori avevano portato Nate.


Era tutto così confuso.

Tante persone su delle barelle,ma soprattutto,tanti bambini,venivano trascinati da una parte all'altra dell'ospedale,e a volte,alcuni di essi,non riuscivano nemmeno a sopravvivere.

Era come essere entrata in un altro mondo.


Però,sentivo che non potevo preoccuparmi dell'altra gente in difficoltà,Nate lo era già abbastanza.

he's the light in my darkness.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora