Shocked by life.

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Jay sanguinava davvero tanto.

Mi diressi verso il suo banco,anche se in quella confusione era praticamente impossibile capire cosa stesse succedendo.

All'interno della mia classe c'erano almeno una decina di professori,che al posto di soccorrere Jay badavano a discutere su cosa fosse successo qualche minuto prima,che incapaci.


Decisi comunque di rivolgermi al professor Roads.

«Professore,voi sapete chi sia stato a fare del male a Jay?»

«Non ne siamo sicuri,ma pare che la nostra Jay abbia a che fare con debiti mai coperti. Degli alunni di 3G hanno giurato di aver visto un uomo con una grossa felpa nera e col cappuccio avvicinarsi a lei pochi minuti prima che tutto ciò accadesse.»

«Sono sicura che vi sbagliate. Jay ha chiuso con questo tipo di guai da tempo,ormai. E' cresciuta,signor Roads.»

«Io,invece,sono sicuro del contrario. Jay,poco dopo essere svenuta,ha rivelato di non aver più soldi da dare a quell'uomo.»

«Ah,bene. Grazie,signor Roads.»


Ed ecco che Jay era tornata ai vecchi problemi.

Mi fu impossibile avvicinarmi a lei per chiedere come stava,avevano già deciso di portarla in ospedale,a quanto pare le sue condizioni erano davvero pessime.


Una vocina in me mi aveva sempre detto che l'uomo in cappuccio che pochi mesi prima aveva dato quella famosa busta a Jay non era Dylan. Ma dopo la sorpresa che entrambi avevano organizzato,non ci feci più caso.


Mi recai in ospedale,e cercai immediatamente un'infermiera che mi potesse portare alla stanza dov'era stata portata Jennifer.


La trovai,era davvero in condizioni pietose. Ed ecco la Jay di un tempo.

«Lo so,B,in questo momento vorresti soltanto farmi una delle tue lunghe maranzine del tipo "avresti dovuto parlarmi dei tuoi problemi di soldi",o "ti avrei aiutata,lo sai". La verità è che nessuno potrà mai aiutarmi. Sono in una brutta situazione,e credi che sia facile dire ad uno dei miei migliori amici "ho problemi di soldi,non è che per caso potresti prestarmene un po'?". Per favore,B. Risparmiati.»

«Non sono qui per sgridarti Jennifer. Non qui,non ora. Ma per assicurarmi che tu stia bene,appena ti riprenderai e ti sentirai pronta per andare a raccontare tutto alla polizia,sappi che io sarò al tuo fianco»


Sapevo che Jay non avrebbe mai voluto andare a raccontare l'accaduto alla polizia,ma che volesse o no,doveva farlo,ce l'avrei portata io.


Volevo restare con lei ancora un po',ma la dott.ssa Marshall mi aveva chiesto di farla riposare,e di tornare quella sera stessa.


Jay era davvero in una pessima situazione,che le si volesse credere o no.

Sua madre era andata a vivere a Sydney,dato il suo divorzio con il marito. Il padre,invece,era ufficialmente fidanzato con un'altra donna,il che significava che Jay,ormai da tempo,era stata privata del tutto dell'affetto materno e paterno. Viveva con la nonna,Katy,una gran donna.


Il fatto che avesse bisogno di soldi lo si capiva dall'assenza dei suoi. Nessuno si prendeva davvero cura di lei,oltre alla nonna,che al massimo poteva permettersi di comprarle vestiti all'ultima moda,come piaceva a lei,ma non di poterle pagare la cena tutti i sabati.



Decisi di tornare a casa,in attesa che arrivasse la sera.

Mia madre era già partita per lavoro,e papà era fuori città per un pomeriggio.

Free home.

Decisi di studiare un po' per il compito che ci sarebbe stato il giorno seguente,ma il mio "profondo" studio venne interrotto dal campanello,in realtà non aspettavo altro.


«Chi è?» urlai dalla mia stanza,per la troppa noia di alzarmi e aprire la porta.

Spesso funzionava,e chi stava dietro la porta rispondeva senza problemi.

Questa volta no.


Mi alzai dal letto,sbuffando,e mi diressi verso la porta.

Era Dylan.

Capelli fuori posto,felpa al contrario,sguardo basso e un brutto odore.


«Dylan?! Che ci fai qui?» non ebbi neanche il tempo di pronunciare quelle parole,che mi spinse per entrare.

Era chiaramente ubriaco,di nuovo.


«Ubriaco? Alle 19:30? Forza,sdraiati» non aveva neanche di rispondere.

Era davvero dolce.


Si sdraiò,chiuse gli occhi teneramente e dopo un po' si addormentò.


Lo fissavo,non potevo fare altro.

Era davvero tenero da ubriaco,mi sembrava di vedere un altro Dylan.

O forse soltanto un po' meno strafottente e duro.


Non avevo altro da fare,così decisi di sdraiarmi un po' accanto a lui e riposare,nonostante fosse già sera.



Credevo di fare un riposino,non di cadere in un sonno profondo.

Ci svegliammo alle 5 di mattina,eravamo entrambi un po' confusi.


«Blair?»

«Buongiorno» mi limitai a dargli il buongiorno,non ero ancora pronta per dare spiegazioni.

«Perché sono qui?» domandò,quasi preoccupato.

«Ieri eri ubriaco fradicio,e non so per quale strano motivo ma sei venuto qui,e ti sei letteralmente impossessato del mio letto. Ritieniti fortunato che mio padre sia rimasto fuori città stanotte.»

«Oh,grazie,B.» disse,sorridendo.


Dio,era l'amore quando sorrideva in quel modo.


«Di niente» risposi,ricambiando il sorriso.


Decidemmo di saltare la lezione e di rimanere a casa mia.


he's the light in my darkness.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora