Diego.
Tanto coglione,
poco ortodosso."Stringo i denti
tra macelli e cazzi vari"
- Nitro.
_______________Mi siedo ad uno dei banchi gettandovi stizzito lo zaino sopra. Oggi inizia ufficialmente la prima settimana di prova, e io sono stato ammesso senza neanche sapere come.
Ho cercato quella ragazza ovunque per poterle chiedere spiegazioni ma è come se si fosse dileguata, quindi ho lasciato perdere. Prima o poi dovrò pur beccarla, e spero prima che poi, visto che il rancore che provo aumenta ogni secondo che passa senza che io abbia ricevuto una dannata ed adeguata spiegazione.
Squadro la fila di banchi opposta alla mia: un ragazzo ben vestito col codino è seduto accanto alla psicopatica che mi ha fatto perdere le staffe in aula magna. Non fa altro che ritoccarsi il rossetto; solo guardarla mi dà sui nervi. Più avanti ci sono una tipa vestita di nero in banco da sola, un ragazzo dai capelli cortissimi e altri dall'aria assolutamente anonima.
Di quella ragazza dai capelli tinti col Gatorade nessuna traccia. Inizio a ben sperare che sia stata smistata in un'altra sezione, il che è una cosa che andrebbe completamente a mio favore. Non averla in classe significherebbe niente incidenti, niente voce petulante e niente sguardi carichi di supplica.
In una parola: tranquillità.Il mio senso di pace dovuto a questo pensiero consolatorio, però, si infrange quando individuo il mio compagno di stanza entrare in aula accompagnato proprio da lei: la fottutissima Signorina Testa.
Lui mi saluta con un cenno del capo e un ghigno gli si forma sul viso quando si siede in coppia con la ragazza emo, lasciando un unico posto libero: quello accanto al mio.
Dannato coglione, questa me la paghi.Di conseguenza, lei si avvicina al mio banco. Muove un passo dopo l'altro, facendo ticchettare sul pavimento i suoi orribili texani azzurri, su cui si svasano dei pantaloni blu fin troppo ampi.
Continuo a guardarla, cercando di sorvolare sulla maglia larga magenta e sulla giacca gialla che dovrebbe essere classificata come pugno in un occhio piuttosto che come indumento.
È un cazzo di arcobaleno che cammina.E quando punto le iridi sul suo viso, alza timidamente la mano per salutarmi, ritirandola subito dopo aver ricevuto uno sguardo truce da parte mia. Non deve nemmeno provarci.
Anche la professoressa entra in aula, presentandosi e spiegando le 'peculiartità' del suo metodo di insegnamento e 'l'obiettivo formativo' delle sue lezioni di cui onestamente non mi frega niente. La mia attenzione è tutta concentrata sulla mia nuovissima compagna di banco che mi ostino a non fissare.
Dovrei maledirla per tutti i danni che mi ha provocato da quando ha messo piede in questa accademia. E dopo strozzarla. Far passare il tutto come un brusco e sfortunato incidente mentre mi pulisco colpevole le mani intrise del suo odore.
Scuoto la testa per i pensieri macabri che la mia mente ha elaborato, le getto un'occhiata e mi do del coglione psicopatico da solo.
Anche se è dalla prima volta che l'ho vista che ho voglia di tapparle la bocca.
Essere ammesso in questa scuola per un merito non mio manderebbe mio padre fuori di testa: sarebbe uno smacco alla sua carriera artistica avere un figlio con questa reputazione, e io voglio essere l'ultimo dei suoi problemi.
Inoltre, non avere le cose sotto controllo mi rende nervoso.
Cos'era, pena, quella che hanno provato per me? Questa fottuta tipa ha fatto qualcosa perchè io passassi, ne sono sicuro. Ha riparato la situazione di un progetto che era un orrore sin dal principio.
Il punto è: come?
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Punti di Vista
ChickLitUn'altezzosa. Un figlio di papà. Una sognatrice. Un provocatore. Una cinica. Un iracondo. Potrebbe sembrare l'incipit di un'insulsa barzelletta, ma in realta è solo l'inizio del loro primo anno scolastico nell'accademia d'arte più prestigiosa di Mil...