14 - Diego: Come un ateo in chiesa.

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Diego.

Come un ateo in chiesa.

"I'm calling it quits,
right now, this time.
You're playing games
and all we do is fight"
- Falling in Reverse.
_______________

'Le lezioni inizieranno ogni mattina alle 08:15. Gli alunni si ritroveranno nella loro aula di pertinenza; spetterà al professore indicare o meno l'ingresso in laboratorio.'

Lezioni ogni mattina alle 08:15.
Ogni mattina alle 08:15.
Ogni mattina.

Accartoccio il foglio che ho tra le mani contenente le stupide regole dell'accademia, e lo scaglio sul letto. Mi passo entrambi i palmi sul viso per cercare di darmi una calmata.

Ma non ci riesco, cazzo.

Cammino in tondo, mentre la sveglia sul comodino segna le 05:38.

Le lezioni inizieranno ogni mattina alle 08:15.

Ma in che posto mi sono cacciato?

Afferro il telefono mettendo in conto non solo la mascella già contratta dalle prime ore dell'alba, ma pure i coglioni girati.

Nessun messaggio.

Perchè mio padre non mi scrive?
Lascia perdere, sono le cinque del mattino.

Perchè non riesco ad averci contatti con lui, perchè non mi chiama?
Sono le fottute cinque del mattino.

Perchè non mi fa uscire da questo posto?

Continuo a camminare avanti e indietro con le nocche poggiate sulle labbra, finchè la mia figura non si riflette nello specchio che costeggia l'armadio. I pantaloni del pigiama sono sgualciti, la maglia stropicciata, i capelli incasinati.

Ho gli occhi attorniati da profonde occhiaie. È da quando ho messo piede qua dentro che non dormo bene.
Io non dormo mai bene.
Devo trovare qualcosa da fare.

'L'accademia ha a disposizione:
- una biblioteca;
- una caffetteria;
- una sala informatica;
- una palestra;'

La lettura dell'ennesimo foglio inutile si interrompe a quell'informazione. Una palestra, eh?

Cambio i pantaloni del pigiama con una tuta comoda, intasco il cellulare ed esco dalla camera cercando di non far rumore e non svegliare Thomas.
Mi ritrovo sin da subito nel corridoio del piano terra: la mia, è proprio la prima stanza.

Mi guardo intorno, finchè la mia attenzione non finisce sui dormitori femminili. Mi avvicino alla balaustra per osservarli meglio: lo stabile è lo stesso (enorme, bianco, anonimo, con numeri in ottone fissi su ogni porta), ci separa solo un cortiletto interno ornamentale interrato.
Tutti questi fottuti fiori mi danno la nausea.

Scuoto la testa. Invece di fare l'Ape Maia dovrei darmi una mossa.
In teoria.

In pratica, sono ancora intento a fissare dinanzi a me, sperando che quell'insieme di petali e polline mi dia una cazzo di risposta alla domanda che mi sono posto fin troppe volte da quando sono qui dentro.

Chi cazzo è il coglione che ha piantato tutti 'sti fiori a settembre?

No, non questa.

Mio padre, adesso, sarà fiero di me?

Ma soprattutto: dove cazzo devo andare? Perchè ho dato la mia piantina dell'edificio a quella fottuta ragazzina? Chi cazzo è che si diverte ad annaffiare le piante? A settembre, tra l'altro.

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