Giuditta.
Collega bocca e cervello
ma stai attenta ai bernoccoli."Chi lo sa come fa
a cambiare realtà"
- Cristina D'Avena.
(sì, è la sigla di Doraemon)
_______________Oscillo dubbiosa tra due alternative in questo momento, e nessuna mi dà la sicurezza a cui anelo: una implica il dire la verità, l'altra invece comporta la possibilità di salvarmi con almeno la sufficienza. Gli effetti collaterali prevedono da un lato un brutto voto e dall'altro una sfuriata da parte di Diego.
Ma io non ho intenzione di fallire già dalla prima settimana, e spero seriamente che l'unica soluzione che mi è passata per la mente possa risolvere il fatto che nè io nè il mio compagno di (non) progetto abbiamo lavorato insieme.
Perchè è un testardo, perchè non ho avuto modo di parlargli. Perchè mi sono appostata fuori la mia camera, aspettando di vederlo uscire da una delle porte del dormitorio maschile dirimpetto al nostro per giorni.
Ma niente.Ho aspettato, ho sperato, mi sono dannata, e alla fine la data di consegna del progetto è arrivata, assieme a tutte le sue conseguenze.
Ho anche pregato Thomas affinchè lo convincesse a collaborare con me, ma non c'è stato verso.Maledico lui, maledico me e il fatto di non essermi ancora per bene crogiolata nella soddisfazione di essere stata ammessa. Non mi sono goduta le aule comuni, quelle studio. Non mi sono goduta le mensa, gli alti soffitti, l'intera struttura dall'Accademia delle Arti Universali di Milano.
Tutto questo, solo per pensare a Diego e l'orribile voto che avrò.
Devo fare di testa mia.Farai un casino.
"Giuditta!".
Thomas mi saluta con un ampio sorriso appena entra in aula. Ricambio solo scuotendo la mano, troppo nervosa per aggiungere qualcosa a quel buongiorno scarno."Cara, buona mattinata", fa una voce soave avvicinandosi al mio banco. Quando alzo il capo noto Elia Emanuele accompagnato non solo dal suo più elegante ghigno, ma anche da una camicia rossa che sembra trasudare soldi. Tanti soldi.
"Buongiorno, Elia", rispondo. Lui alza un sopracciglio. Quasi dimenticavo... "Emanuele!", mi affretto ad aggiungere. "Elia Emanuele".
"La smetti di perdere tempo con gli sfigati, figlio di un Tancredi?", è l'entrata in scena della mia compagna di stanza: Viola. Vestita di tutto punto con gonna e camicetta, se ne sta con le braccia incrociate ad osservarlo dal basso.
"E infatti non mi pare di averti ancora rivolto la parola da stamattina, principessina", la sbeffeggia sarcastico.
"Vieni a sederti", gli ordina in tono stridulo andando a mettersi al suo posto. "Immediatamente!"
Elia mi rivolge un inchino per congedarsi e la segue, con gli occhi puntati al soffitto.
Ho sperato fino all'ultimo secondo di avere in camera una persona simpatica con cui condividere il percorso accademico più importante della mia vita, e invece mi è capitata una maniaca dell'ordine dispotica. Anche il suo amico è abbastanza... particolare. Ignorare i loro battibecchi è impossibile, ma non mi va di intromettermi tra di loro ed avere ulteriori problemi.
Il ragazzo che in questo momento sta entrando in aula me ne ha creati già abbastanza da quando sono qui. Certo, se io non gli avessi rovinato il test d'ingresso tutto questo non sarebbe mai successo e io sarei libera di godermi la mia nuova vita. Invece due occhi di fuoco mi stanno incenerendo fin dalla soglia, allargando a dismisura il vuoto che mi aleggia nello stomaco soprattutto quando sento la sua presenza al mio fianco.
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Punti di Vista
Literatura KobiecaUn'altezzosa. Un figlio di papà. Una sognatrice. Un provocatore. Una cinica. Un iracondo. Potrebbe sembrare l'incipit di un'insulsa barzelletta, ma in realta è solo l'inizio del loro primo anno scolastico nell'accademia d'arte più prestigiosa di Mil...