Elia Emanuele.
Se mi faccio la pelata
lascio spazio al cervello
o al cuore?"Nel blu, blu,
più giù, farà più male.
Tu, tu, mi devi ancora dire
perché, perché, perché"
- Madame.
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"Oh. Mio. Dio".Mi siedo al tavolo della caffetteria con la solita raffinatezza che mi contraddistingue.
Nessuna ironia: son delicato sul serio.Uno come me non può mica permettersi di compiere uno solo dei passi falsi condannati dalla buona etichetta.
Per favore, che orrore.Mi sistemo il polsino destro della camicia blu pervinca, sollevando il mento con fierezza. Io, Elia Emanuele Tancredi, in nome del mio nome, ho da rispettare certi doveri morali tra cui rientrano appieno: compostezza, stile, fierezza, coerenza, precisione, serietà, austerit-...
Tiro un urletto. "Oh mio Dio!". Batto pure le mani! "Oh mio Dio, oh mio Dio, oh...".
"Avrai tempo per pregare". Mi immobilizzo. "Quando ti avrò spedito a calci in culo nell'aldilà".
Voce funerea, postura rigida: Nicole, a cui mi sono malauguratamente affiancato senza nemmeno essermene reso conto, tiene lo sguardo fisso sul suo libro. Gli auricolari neri che indossa non sono serviti a coprire i miei gridolini eccitati… e beh, ecco, a me non importa proprio nulla.
L'ho già spiegato: precisone, coerenza...
... e serietà?
Soprattutto quella."Oh mio Dio!", parto di nuovo in quinta (nonostante non sappia minimamente dove si trovi la quinta di una macchina; non mi pare che le autovetture abbiano le tette, o sbaglio? mi sono perso una tappa fondamentale del mondo dell'automobilismo? voglio davvero saperlo? no? apposto). "Oh mio...".
"Dico io". La voce di Thomas mi distrae quasi subito.
Sorridente come pochi e con una delle sue più discutibili camicie a quadri (quello non è classificabile come nessuno dei verdi di mia conoscenza, e non perché io abbia delle falle e non ne ricordi il colore preciso - cioè, siamo impazziti? - ma proprio perché non esiste al mondo un nome che sia in grado di esprimere al meglio quanto poco alla moda sia quella tinta enne ci) mi si siede di fronte, posizionando meticolosamente la sua porzione di torta al cioccolato sul tavolo.
"Tra tante persone esistenti al mondo hai scelto proprio Nicole da infastidire?". Caccia un sorrisetto, agguantando la sua posata decisamente non da dolce. "Di prima mattina, soprattutto? Assurdo. Astuto. Oserei dire temerario, considerando il fatto che...".
"Thomas", tuona la diretta interessata. Interessata più alle pagine che sta leggendo che al contesto in cui le sta leggendo, comunque. "Altre tre parole e mando via anche te. Con metodi ancor meno delicati".
"Capito, Thomas?". Sollevo tre dita (indice, medio e quello che credo si chiami anulare), facendo scoccare la lingua al palato. "Tre parole, sceglile bene".
"Scegli bene pure tu", mi fredda lei, voltando la pagina del libro invece che la testa nella mia direzione.
Io lo faccio, invece. La guardo eccome.
Il ponte del suo naso ha un leggero spasmo, si morde le labbra quasi come se stesse riflettendo su qualcosa che con ogni evidenza non mi riguarda, mentre le pupille scorrono attente a rincorrere le parole che mangia con entusiasmo velato.
Sai cosa non era velata, invece, Elia Emanuele Tancredi? Sai cosa, eh? Quella minaccia! Minaccia! A te!
Drizzo la schiena. A me! "Devo scegliere bene... cosa?".
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Punti di Vista
Genç Kız EdebiyatıUn'altezzosa. Un figlio di papà. Una sognatrice. Un provocatore. Una cinica. Un iracondo. Potrebbe sembrare l'incipit di un'insulsa barzelletta, ma in realta è solo l'inizio del loro primo anno scolastico nell'accademia d'arte più prestigiosa di Mil...