10 - Thomas: Cose che non sopporto: tristezza, discussioni, privacy, tizie snob.

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Thomas.

Cose che non sopporto:
tristezza, discussioni,
privacy, tizie snob.

"Quindi dai scherza con me
anche se so che con te
non farò breccia"
- Blue Virus.
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"Non mi piace".

Penso al fatto che ormai i miei sbuffi non possano essere più contati sulle dita di una mano, mentre volto le pagine di una rivista. E quando credo di aver beccato il giusto particolare in un articolo, sorrido trionfante.
"Potremmo...".

"No".

Nicole mi osserva di sottecchi, mentre trascina il dito sul cellulare.
Saranno due giorni che siamo alla ricerca dell'idea giusta per il compito di coppia, ma niente sembra accomunarci.
L'ho invitata in camera mia, e ora se ne sta seduta sulla sedia accostata alla mia scrivania con le gambe accavallate. È la terza volta che espira forzatamente dal naso.

"Non andremo da nessuna parte di questo passo", mormoro assorto.

Non ho capito che tipo di persona è, Nicole. Per il momento ho solo carpito delle informazioni base: le piacciono i vestiti neri, usa gli anfibi come fossero delle tasche (visto che è da lì che ha estratto il cellulare) e cambia ogni giorno il colore della sua ciocca di capelli.
Oggi è di un azzurro brillante.

Non è semplice trovare un punto in comune tra me e lei, tranne forse il fatto che in questo momento stiamo facendo esattamente la stessa cosa: studiarci in silenzio.
Invece che parlare ci guardiamo a vicenda, a una debita distanza, finchè non esco stremato da quel contatto visivo e mi sistemo meglio contro la testiera del letto.

Sembriamo due persone completamente diverse. Questo dovevo capirlo quando l'ho salutata per la prima volta in aula con entusiasmo; quando, contento di essere in coppia con lei, le ho detto 'Sono sicuro che consegneremo un ottimo lavoro!', ricevendo come risposta una non risposta.
No, sul serio, non mi ha risposto.

Ecco, forse dovevo aspettarmelo che non fosse una persona solare come il sottoscritto.

Prendo un respiro. Magari se le parlassi di me, trovare un punto in comune sarebbe meno complicato; quindi penso semplicemente ad un qualcosa per rompere il ghiaccio.
"Mi piacciono gli uccellini!".

"Thomas, se speravi di trovare terreno comune sei sulla strada sbagliata". Solleva un sopracciglio, scettica. "Quelli col diminutivo di solito non rientrano nelle mie grazie".

Ma sta parlando di...?
"Nicole!", la riprendo. "Non mi riferivo a quel tipo di uccelli!".

"No?", domanda, e sono sicuro che lo stia facendo solo per provocarmi.

Metto il broncio, indicandogli la mia scrivania, proprio dove la foto del mio pappagallino accompagna quella di mia zia Lia.

"Ti presento Fernando detto Ernesto", gracchio, quando lei afferra la cornice bianca.

"Ha un nome orribile, e... un cappello da cowboy?", mormora perplessa, con gli occhi fissi sul mio uccellino.

Sorrido al ricordo del cappellino che gli ho comprato qualche mesetto fa.
"Non credo che a lui piaccia, ma probabilmente è solo perchè non ha ancora capito che gli dona particolarmente".

"Sei inquietante", è tutto ciò che riesce a dirmi Nicole dopo aver messo a posto la fotografia. "Almeno adesso so che ti piacciono gli uccellini, oltre che la fotografia e gran parte della popolazione, visto che te ne vai in giro col ghigno perennemente stampato in faccia". Sospira a braccia incrociate. "Non capisco da dove tiri fuori tutta questa felicità".

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